LE OPINIONI

IL COMMENTO Vax, novax e la libertà influenzata

DI RAFFAELE MIRELLI

La globalizzazione è il segno evidente della nostra umanità. Siamo in ritardo rispetto alla questione etica, masempre in anticipo rispetto a quella economica. Il covid ci sta insegnando molto, sappiate però che non servirà a tanto. La realtà dell’umano è ormai segnata da una catastrofe, da un capovolgimento totale dell’ordine naturale. La supremazia dell’essere umano è finalmente segnata. Questo sentimento della fine alberga in noi perché viviamo un periodo di grande depressione, di poche speranze. Il virus della globalizzazione è ormai un elemento quotidiano, costante e i suoi effetti si possono toccare con mano in ogni angolo del pianeta. Ci ostiniamo a vedere speranza in ogni piccolo passo della nostra breve esistenza, ma non siamo ancora riusciti a ribaltare gli ordini delle priorità. Ognuno è perso nella difesa della propria sfera individuale. Intanto i divari esistenziali, economici sono divenuti dei veri e propri buchi neri. I vaccinati contro i non vaccinati, gli stupidi contro gli intelligenti, i poveri contro i poveri. Sì, i poveri si schierano contro i poveri, perché adesso lo siamo tutti, se siamo infelici.

L’intelligenza umana rappresenta il fallimento della specie. Attorno a noi cambia poco. Siamo sempre persi, confusi e rincorriamo le questioni personali, nemmeno la religione è riuscita a instillare nei nostri spiriti una parvenza di bontà.La filosofia chiede ancora e costantemente numi ai saggi, assoggettata alle intelligenze costituite nei salotti delle contraddizioni. I saggi, quelli che hanno fallito – come tutti – nel sentirsi appartenenti a uno stato laico, che in Italia non lo è mai stato, fanno a botte a chi la sa più lunga. La nostra piccola isola poi: Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno, Forio, Serrara, si staglia all’orizzonte come espressione di una discontinuità territoriale e del resto che cosa pretendiamo? Siamo forse riusciti a educarci alla coesione, noi tutti? Il nostro bel paese, l’Italia? Quanta bellezza in questa terra che si sgretola sotto l’azione politica. Quanta soggezione verso il concetto d’Europa che – spesso – diviene il mezzo essenziale per sovra strutturare e salvaguardare i poteri locali.

Da ormai due anni siamo intrappolati in una paura assurda: la pandemia è l’espressione più giusta di un’esistenza burocratizzata. La vera malattia non consiste nel virus, nella mancanza di libertà che tanti sfoggiano come una bandiera, che solo loro hanno saputo impugnare. La malattia burocratizza una libertà vigilata ormai da decadi. La nostra libertà è solo vigilata, è per questo globalizzata. Siamo tutti nel sistema del collasso individuale, siamo tutti entrati – dalla nascita – in uno stato di controllo attivato quando abbiamo deciso di connetterci al mondo, con chi poteva gestire liberamente (questa è l’unica libertà) i nostri dati personali per farne una ricchezza, gestendo le nostre vite, sempre, anche quando dormiamo. Sì, tanti intellettuali si sono prodigati in analisi argutissime, parlando di “cronofagia”, perché ci viene sottratto il tempo, del sonno, della calma, della diversità. La diversità è ormai il valore di una predica sterile. Siamo tutti donatori sani di informazioni sulla nostra vita. Vogliamo che la nostra vita privata diventi una ricchezza condivisa, che le nostre idee contagino tutto il mondo.

Da questa politica umana del “sono fatto così, sono vero” dovrebbe nascere il miglioramento della specie? Siamo in un Grande Fratello Globale, per esporre la nostra presunta libertà, quella che ci è consentita secondo il calendario stabilito dalle grandi multinazionali: le foto della vacanza, dei nostri sforzi come genitori, come benefattori, come volontari. In realtà, abbiamo solo svenduto le nostre vite. Siamo dei guardoni e vogliamo essere visti solo come desideriamo. Vogliamo influenzare gli altri con la nostra futilità, la nostra visione assolutistica del mondo.Eppure, l’egoismo – e questa la vera influenza, quella della stupidità – è diventato globale. Lanciamo falsi slogan di natura etica, siamo lasocietà degli slogan, dello sciovinismo, della giornata internazionale di questo, di quello, di un’etica svenduta al marketing mondiale. Siamo “prostituti” di intimità. Creiamo presente senza passato, senza futuro. Facciamo tutto subito, adesso e ce ne dimentichiamo il giorno dopo. Tanto se ne parla l’anno prossimo. Stiamo entrando in una meta-dimensione umana, virtuale.Persino chi non è ancora nato ha un debito virtuale con la rete. Siamo nella rete. Tutti. E non ne possiamo uscire, non vogliamo uscire, lavoriamo per i grandi gruppi, assoggettati, senza avere il tempo di costruire nuove famiglie e ne andiamo anche fieri. Siamo come dei muli da carico che vedono libertà fino a dove arriva la fune a cui ci hanno legati. Da questo punto di vista siamo degli eroi. Siamo figli della falsa abbondanza, orfani dei nostri genitori. Siamo scarichi e pursempre “in carica”, a chiedere energia a questo pianeta che si surriscalda, si genuflette alla nostra mania di protagonismo. Siamo schiavi e ci sentiamo padroni, siamo poveri e ci sentiamo ricchi. Siamo brutti – davvero – ma ci sentiamo belli.

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Abbiamo reso brutto tutto, abbiamo perso tempo che non possiamo riguadagnare, abbiamo svenduto la nostra intera esistenza senza domandarci a cosa servisse entrare in una dimensione metafisica che -al pari delle religioni – ci chiedeva di confessarci, di raccontare la nostra intimità all’autorità. Siamo atei, ma ci confessiamo ancora ai social, a chi vuole sapere tutto di noi. E badate che questo discorso appena scritto, non rappresenta in alcun modo una visione privilegiata,originale. Non mi sento diverso da nessuno, né più intelligente, tantomeno mi sento di aver compreso meglio la realtà dei fatti, come molti in questo periodo di grande depressione fanno. La libertà esiste, se esiste la condivisione. La libertà non ha nulla a che fare con il vaccinarsi, con il non vaccinarsi, con il green pass, con il super green pass. Siamo tutti nativi digitali in cattività. Abbiamo perso il coraggio, per contingenza, abbiamo perso la nostra forza creatrice. Abbiamo perso il diritto alla vita privata, intima. Abbiamo perso anche il diritto di sentirci stupidi, nel modo sano dell’ignoranza. Siamo tutti liberi, ma in libertà vigilata, influenzata.

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* FILOSOFO

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