LE OPINIONI

IL COMMENTO Una svolta per le nostre terme, il controllo del Radon è legge regionale

La Regione Campania si è dotata martedì scorso di una legge per contrastare i rischi derivanti dalla esposizione dei cittadini alle radiazioni di gas radon in ambienti residenziali e non. ( Ringraziamo Maria Grazia Di Scala per avercene dato immediata conferma). La proposta era di due consiglieri di Forza Italia che operano nel settore della sanità: Flora Beneduce ed Ermanno Russo. La legge tende  a disciplinare misure preventive e di monitoraggio ad evitare che la radioattività naturale, scaturente da gas radon, raggiunga limiti pericolosi per i cittadini. Ciò sia in rapporto alle nuove costruzioni, che devono rispondere a precisi criteri di cautela, sia in rapporto ad edifici già esistenti. La proposta, anche se proveniente dal gruppo di minoranza di Forza Italia, era stata inserita al primo punto dell’o.d.g., a dimostrazione dell’importanza del provvedimento ed è stata approvata all’unanimità. La legge prevede che il limite dei livelli di concentrazione media annua si abbassi a 200 Bq/mc, nonostante che la Direttiva Euratom la fissi a 300 Bq/mc. Il Piano Regionale Radon prevede  inoltre il supporto tecnico-scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità e di altri Enti pubblici di ricerca. Particolare attenzione è stata prestata ai controlli periodici e monitoraggi in  scuole ed asili nido. La legge è quanto mai opportuna per il fatto che l’esposizione al gas radon, inalato in dosi eccessive, è la seconda causa mondiale per lo sviluppo di tumori, in particolare ai polmoni. La nostra isola è interessata doppiamente a questa legge, per la tutela dei cittadini in genere ma anche sotto il profilo dell’industria termale, che deve assolutamente avvalersi del valore aggiunto delle nostre acque,  arricchite da minerali, a patto – naturalmente – che vengano rispettati i limiti di radioattività e le condizioni ambientali in cui le cure sono effettuate. Quando, giorni fa, abbiamo innescato una feconda polemica sulla credibilità dei nostri stabilimenti termali, sapevamo perfettamente che l’isola è divisa tra due eccessi: da un lato il timore di coloro che considerano la radioattività un pericolo da esorcizzare e tacere; da un altro lato la sconsideratezza di coloro che, pur di lucrare qualche soldo in più, non si fanno scrupolo di un emungimento selvaggio delle falde acquifere né delle condizioni di salubrità in cui operano gli addetti alle cure termali o gli stessi utenti dei bagni e fanghi. Quando abbiamo evocato il nome della scienziata, premio Nobel, Marie Curie che, nel 1918, fece parte di una spedizione scientifica a Lacco Ameno, che rilevò eccezionali risorse di radioattività, qualcuno ci ha fatto notare che la scienziata morì proprio a seguito di troppa esposizione al radium. Ignorando che la scienza evolve, si corregge, si perfeziona e che gli scienziati a volte sacrificano anche se stessi per l’evoluzione della società. Il radon, non deve far paura, deve solo essere controllato e utilizzato nel modo giusto.

La peculiarità naturale, geologica della nostra isola è quella di essere “ inferno e paradiso”, pericolo e opportunità, è un vaso di Pandora dal quale possiamo estrarre cianfrusaglie o perle. Dipende da noi. Siamo noi gli artefici del nostro destino. Durante la nostra gloriosa storia, abbiamo via via costruito un’identità, poi l’abbiamo svisata, poi smarrita. Beato il Ceo del Regina Isabella , Giancarlo Carriero, che si consola dell’incontro con l’attrice Uma Thurman, che avrebbe notato una forte e precisa identità della nostra isola. Quale? L’identità è ancora tutta da costruire ( o ricostruire)! E tra le cose da ricostruire c’è anche il sistema termale. Sarebbe troppo lungo, per un articolo di giornale, rifare la storia del passaggio dalla scoperta del Radio e del Torio e quindi dalla constatazione che le emanazioni di entrambi i minerali erano isotopi diversi di uno stesso elemento gassoso che fu chiamato “ radon”, della famiglia dei gas nobili. Per chi ne voglia sapere di più, invitiamo a leggere i saggi di Paolo Gasparini, prof. Emerito di Geofisica della Federico II di Napoli e dell’ischitano Agostino Mazzella,  esperto in radioprotezioni, contenuti nel volume “ Ischia, Patrimonio dell’Umanità- Natura e Cultura”, a cura di Ugo leone e Pietro Greco. Anche alla base della Legge Regionale, voluta da Russo e Beneduce, c’è un approfondito studio a cura dell’Unità Dirigenziale di Studi Legislativi e Documentazione della Regione Campania, a cura della dottoressa Rosaria Conforti, contrassegnato al n. 561 del Registro Generale. Da queste fonti è possibile attingere tutte le informazioni sull’urgenza e la inderogabilità di disciplinare la materia delle esalazioni da gas radon in civili abitazioni o in strutture industriali. Una sola precisazione tecnica desideriamo fare in questa sede: l’isola è tufacea e il tufo è poroso e lascia insinuare i gas radioattivi più facilmente verso la superficie.

Altra considerazione: il monitoraggio costante del sottosuolo, che diventa obbligatorio con la nuova legge, e il rilevamento del rilascio di gas radioattivi non solo giovano alla salute dei cittadini, non solo servono ad un termalismo scientificamente efficace e sotto controllo, ma servono anche ai fini di una possibile previsione a breve di fenomeni magmatici e tellurici. Dopo il terremoto del 2017 ad Ischia è iniziato il monitoraggio del sottosuolo con appositi strumenti; vieppiù sarà incrementato tale controllo ai fini della Legge sul contrasto degli effetti negativi da radon. Nel richiamato saggio “ Ischia, isola radon-attiva” di Agostino Mazzella, si parla delle campagne di rilevamento che furono effettuate in particolare tra il 2006 e il 2011, in alcune scuole isolane, con strumenti adeguati ( rilevatori a traccia, elettreti, canestri di carbonio attivo). Da tali analisi scaturì che le scuole isolane avevano uno standard di 230 Bq/mc. ( l’unità di misura è il Becquerel per metro cubo) a fronte di una media campana di 144 Bq/mc. In particolare risultava alto l’indice presso l’edificio scolastico di via Michele Mazzella, essendo stato costruito sul poroso tufo verde. Per quanto riguarda le civili abitazioni isolane, le indagini rilevarono una media di 370 Bq/mc. Di poco inferiore al limite di legge nazionale di 400 Bq/mc.

Ovviamente l’indice cambia a seconda del piano del fabbricato; scende quanto più in alto si va. E poi c’è il discorso che in questa sede più ci interessa, perché riguarda – ad un tempo – le sorti dei nostri lavoratori termali e le sorti delle nostre più importanti strutture turistico termali: Ischia è suddivisibile in tre grandi aree radiometriche termali: i Comuni di Ischia e Barano, in cui le concentrazioni di Rn non supera i 200 Bq/mc, Casamicciola dove si arriva fino a 900 bq/mc, Lacco Ameno e Forio che superano anche i 1000 Bq/mc. Non sono dati che devono spaventare, data la scarsa solubilità del gas nell’acqua e grazie alla dispersione nell’aria intorno al 70%. Quello che non va bene e non dobbiamo nascondere, ma risolvere, è la condizione tecnico logistica delle nostre strutture termali. Quasi sempre sottoposte al livello della strada, quasi sempre scarsamente ventilate e sprovviste di elementari strumenti di areazione. Ventilazione, isolamento da terra, estrazione forzata dell’aria. depressurizzazione del suolo: ecco alcune misure indispensabili a rendere sicure, salubri e credibili le nostre strutture termali. Ben venga dunque una rigida applicazione della legge regionale per il contrasto degli effetti del radon, di cui troppo poco si è parlato e si parla, nonostante sia stata proposta da medici. Ad esempio, è sembrato alquanto sconcertante che la stampa nazionale e regionale abbiano dato ampio spazio comunicativo all’approvazione della Legge regionale che istituzionalizza il dialetto napoletano come lingua, legge approvata nella stessa seduta di martedì 25 giugno come quella sul radon. A esultare in particolare per la legge sul dialetto napoletano, è stato il rappresentante dei Verdi, Borrelli. Per carità, un atto sacrosanto.

Chi scrive è fautore dell’importanza di non disperdere il patrimonio linguistico culturale dei dialetti ( per esempio considero il “ foriano” una lingua a parte) però, a paragone, è disarmante la disattenzione di politici e stampa ( ad eccezione del Roma di Napoli) per una legge regionale a tutela della nostra salute e della nostra industria termale. Non c’è dubbio che nel concetto di “ ambiente” dei Verdi ci possa stare anche la difesa del patrimonio linguistico locale, ma un po’ d entusiasmo in più per una Legge che disciplina le risorse naturali ce le aspetteremmo dai Verdi, dal M5S ( forse ha ragione Fico a invocare un ripensamento delle ragioni d’essere del movimento) e dal PD ( rinnovato per adesso solo nelle intenzioni). Intanto registriamo un successo del gruppo consiliare regionale di quella Forza Italia, anch’essa in cerca di rifondazione, che forse potrebbe ritrovare una sua identità nelle riforme liberali ( non liberiste, né tanto meno sovraniste) come quella appena approvata dal Consiglio Regionale della Campania.

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Aniello Di Iorio

Un interessante articolo sul Radon. Io cerco da anni fonti affidabili e documentate sul radon ad Ischia. Mi interessa in modo specifico sapere i livelli di radon nelle acque termale dell’Isola d’Ischia. Infatti lavorando con continuo contatto con i turisti, mi vengono spesso richiesti le concentrazioni del gas radon nelle acque termali. Sono riuscito a procurarmi qualche centinaio di analisi chimiche delle acque termali. Generalmente vengono date in commissione dagli albergatori alla università Federico Secondo di Napoli, nessuna di essa riporta i valori del radon. In questo articolo viene affermato che: “i Comuni di Ischia e Barano, in cui le concentrazioni di Rn non supera i 200 Bq/mc, Casamicciola dove si arriva fino a 900 bq/mc, Lacco Ameno e Forio che superano anche i 1000 Bq/mc.” Quale è la fonte dei suddetti valori? Sono stati pubblicati? Dove si possono reperire? Sarebbe un immenso aiuto per i turisti, per i medici delle terme e per i cittadini dell’isola avere une mappatura dettagliata della quantità di radon nei vari bacini termali. Grazie Geologo Aniello Di Iorio http://www.eurogeopark.com

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