IL COMMENTO Turismo, tra paradossi e confusione
Abbiamo evidenziato, in precedenti articoli, l’assenza di dibattito degli albergatori isolani sulla legge regionale di riclassificazione (stelle) delle strutture alberghiere ed extralberghiere (e Gaetano Ferrandino, in settimana, ha sottolineato come stiamo arrivando in fondo al baratro dell’offerta turistica offrendo prezzi stracciati fino a 10 euro a notte). Abbiamo ipotizzato anche un nuovo scenario di domanda turistica mondiale verso l’Italia e verso la nostra isola a seguito dell’invasione dell’Ucraina ad opera della Russia. Scenario che, con molte probabilità, vedrà oltre alla logica assenza di turisti russi ed ucraini, anche la probabile diminuzione di turisti americani, che cercheremo di tenersi quanto più lontani possibile dal teatro di guerra. In compenso ci sarà, quasi sicuramente, un aumento della circolazione turistica all’interno dell’Europa più occidentale per due motivi: da un lato, turisti orientati precedentemente a visitare i Paesi baltici o Polonia, Romania,Slovacchia, Ungheria, immediatamente confinanti con l’Ucraina e perfino Turchia e isole greche più vicine al Mar Nero, rinunceranno a favore di paesi europei più lontani dall’immediato epicentro bellico. Inoltre, scatterà, con ogni probabilità, una molla psicologica dei turisti europei verso una forma di “turismo autarchico” a difesa dei valori occidentali di libertà e democrazia, minacciati dalla volontà di potenza di Putin. Ma sull’andamento prossimo e futuro del nostro turismo, influenzeranno non solo i fenomeni geopolitici e non solo i riassetti dei nuovi criteri regionali di classificazione delle strutture ricettive.
A sconvolgere le tendenze turistiche contribuiranno anche alcuni “microfenomeni locali”. Farò qualche esempio di paradossi turistici che complicano la vita economica isolana. Un primo paradosso è il traffico. In una lunga intervista recentemente rilasciata a Il Golfo, il Sindaco d’Ischia Enzo Ferrandino ha espresso il suo rammarico per quello che lui stesso considera un “neo” della sua amministrazione. Dice il Sindaco, letteralmente,: “Il mio principale cruccio è legato al problema del traffico. In principio avevamo iniziato a lavorare di buona lena su questo versante, ma poi sono subentrate una serie di problematiche che non ci hanno permesso di portare a termine i nostri progetti. Ma quali “problematiche” possono essere sorte, tali da consentire di far invadere via Roma, Corso Vittoria Colonna, Via Edgardo Cortese e la Piazzetta da auto in transito e in sosta (gratuita peraltro)? Vogliamo spiegarlo alla cittadinanza? Vogliamo dar conto del “disordine organizzato”? I turisti verranno anche quest’anno ad Ischia, ma è lecito pensare che con queste decisioni prevarrà, ancora una volta, il turismo caciarone. Altro paradosso: i Comuni di Ischia e Forio si stanno adoperando, insieme ad altre 24 località balneari, per ottenere lo status di “Città balneari”, grazie al quale sperano di avere importanti vantaggi finanziari e di risorse umane. Partono, per questa richiesta, dalla constatazione che i flussi turistici stagionali creano una sorta di economia a fisarmonica, con notevoli salti tra “bassa” ed “alta” stagione, con conseguenze negative sul funzionamento dei servizi. Inutile dire che queste caratteristiche le possono vantare anche le centinaia di località sciistiche invernali, per cui l’Italia diventerebbe uno stivale arlecchino nei trattamenti finanziari e di organico del personale.
Tutto ciò, a mio avviso, confonde le acque anche rispetto all’altra, più giustificata battaglia dell’Ancim, ovvero a difesa della peculiarità delle isole minori, che davvero meritano una legislazione a parte. E mi sembra paradossale che il Sindaco del Comune di Forio, che è anche Presidente di Ancim, sponsorizzi entrambe le battaglie, che collidono tra loro. Se posso suggerire un modo migliore di utilizzare la rete del G20 delle località balneari, è quello di sfruttare l’occasione del summit ,che si terrà a Riccione il 5 e 6 aprile, al quale non parteciperanno solo le 26 località del G20 ma i Sindaci di tutte le 334 località costiere della penisola, nel quale ambito i Comuni isolani (non solo Ischia e Forio) potranno concordare una politica comune rispetto ai tre temi principali che tengono impegnati questi Comuni: le gare per le assegnazioni delle aree demaniali, le nuove visioni necessarie alla sostenibilità delle località turistiche balneari (infrastrutture, trasporti, sviluppo urbanistico) ed infine il tema della transizione ecologica, sicurezza ed innovazione. Invece l’iniziativa per lo status di Città Balneare collide, oltre che con l’Ancim, anche con un’altra importante iniziativa: all’attenzione del Parlamento c’è un disegno di legge costituzionale di iniziativa popolare, che intende modificare l’art.119 della Costituzione, con l’introduzione del “principio d’insularità”. Il provvedimento è già passato al Senato in data 3 novembre 2021 ed è ora all’esame della Camera. La proposta è costituita da un solo articolo: “Lo Stato riconosce il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità e dispone le misure necessarie a garantire un’effettiva parità e un reale godimento dei diritti individuali e inalienabili”. Alla Commissione Affari Costituzionali della Camera tale testo è stato così modificato: “La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità” Sembrano quasi uguali i due testi. E invece così non è: scrivere “La Repubblica” anziché “lo Stato” sta a significare che non solo lo Stato centrale ma anche tutte le altre articolazioni (Regioni, Città metropolitane) devono tener conto e assicurare loro risorse aggiuntive. Possiamo, di fronte a questa “svolta”, confondere le idee con il concetto di “città balneare” che può giovare a Rimini, Riccione, Cattolica,Cervia, Grado, Lignano Sabbiadoro, Sorrento, ma non a noi? Le altre 24 località della fascia costiera non hanno altri presupposti per i quali sperare in una legislazione di vantaggio, ma Ischia e Forio non hanno interesse a giocare su due piani distinti e contrastanti.
E chiudo con un ultimo esempio: Ischia, pur avendo un patrimonio di risorse naturali, storiche, archeologiche, talmente ricco e variegato da poter soddisfare tutti i segmenti turistici, non riesce ad avere la giusta percentuale di turismo straniero e di turismo giovanile che meriterebbe. Il motivo principale è che la moneta cattiva scaccia la moneta buona, ovvero che il disordine e il caos piace al turismo “ scomposto” (eufemismo) dell’hinterland metropolitano mentre è incompatibile col turismo straniero più colto e alla ricerca del bello, della pulizia e dell’ordine. Per quanto riguarda il turismo giovanile abbiamo fin qui pensato che basti tenere aperta qualche discoteca e qualche pub per attrarre i giovani. Bene, per imparare qualcosa, i nostri amministratori partecipino, a giugno, al Congresso Mondiale del Turismo Giovanile che si terrà a Sorrento e cerchino di capire come e in quale direzione si muovono gli 800 milioni di millenials nel mondo. Intanto, dopo le meritevoli manifestazioni artistiche musicali giovanili che, annualmente si svolgono ai Giardini La Mortella e dell’Ischia International School Festival di Moda,Danza e Musica che, alla sua sesta edizione, si svolgerà quest’anno dell’8 all’11 maggio, a cura dell’Associazione culturale T.I.F.E.O. Si aggiunge, per il 2022, un’altra ottima iniziativa, a cura di Raffaele Mirelli, a latere del Festival di Filosofia: lo Young Thinkers Festival, dedicato appunto ai giovani. Assicurarsi oggi presenze e scambi culturali dei giovani significa assicurarsi il futuro turistico dell’isola e, oltretutto, un turismo consapevole e rispettoso del patrimonio locale.