LE OPINIONI

IL COMMENTO Turismo, sarà davvero la stagione della rinascita? 

di Mimmo Barra 

La domanda è interessante. A mio avviso però per cercare una risposta bisogna fare una riflessione positiva rispetto alla possibilità di considerare il 2022 come anno della rinascita, un’altra intermedia in cui si possono collocare le attività che in funzione dei risultati stiamo realizzando come Regione Campania e una terza, meno positiva, che ci costringe a dover rifare i conti con la realtà obbligandoci ad andare oltre ogni previsione. C’è un orientamento positivo secondo l’osservatorio della Borsa internazionale del turismo e la maggior parte degli analisti del settore che mantengono previsioni sostanzialmente incoraggianti su quella che considera il 2022 come “rinascita” sotto l’aspetto turistico. C’è anche un effetto compensatorio del turismo di prossimità e una crescente offerta di quello sicuro, con soluzioni diversificate all’aria aperta e nella natura. Non bisogna dimenticare, poi, lo stimolo elevato delle campagne vaccinali che hanno reso la situazione pandemica in parte leggera in molti Paesi. In Italia ai primi di dicembre, oltre l’88% degli adulti ha ricevuto almeno una dose, più dell’85% ha completato il ciclo vaccinale e il 61% circa degli adulti potenzialmente interessati ha già ricevuto anche la terza dose. Sono dati cui bisogna attribuire una certa importanza, premessa a un progressivo rafforzamento di flussi turistici verso le campagne e le province italiane. Insomma, il Covid se prima era un problema anche per il turismo, nell’attesa di potersi spostare oggi lo è in misura minore.

Secondo un sondaggio promosso da Booking, ad esempio, dopo, una lunga “astinenza” a causa del virus, per il 79% degli intervistati uno dei trend più forti sarà il viaggio come fonte di benessere. Addirittura il 75% affronterà la prossima vacanza “come fosse la prima volta”. Certo, continueranno a essere apprezzate le destinazioni di prossimità però il 60% degli intervistati ha dichiarato che andrà in vacanza per conoscere gente nuova. L’Italia, chiaramente, in tutto questo è in posizione di vantaggio. Una parte significativa di coloro che si metteranno in viaggio specie nella prossima estate sta rimandando la partenza dall’anno scorso, a causa del Covid, se non addirittura dal 2020 e le previsioni per questo sono andate tutte in una direzione positiva. Come Regione Campania, in particolare nel lavoro della Commissione Attività Produttive con il Presidente Mensorio non abbiamo mai smesso di monitorare questi orientamenti del mercato. Anzi in un certo senso abbiamo lavorato per correggere certe sfumature con lo scopo di rilanciare un nuovo turismo di qualità sulla base di previsioni rosee che indicavano percentuali di rilancio. Possiamo dire, per esempio, che da parte della Giunta Regionale c’è stata una svolta nella classificazione degli alberghi poiché abbiamo inserito un aggiornamento dei requisiti – che devono possedere le strutture alberghiere – con lo scopo di migliorare la qualità dell’offerta e dare all’accoglienza un nuovo impulso. Credo che con l’inserimento d’innovazione e sostenibilità, quali elementi per migliorare la qualità, si sia favorito l’aggiornamento dei requisiti di classificazione delle strutture ricettive alberghiere e all’aria aperta. La previsione poi di una premialità per le strutture “green” può considerarsi un passo avanti per l’offerta ricettiva alberghiera e all’area aperta che in Campania coinvolge 1.683 strutture di categoria alberghiera, suddivise in 1523 alberghi e 75 residenze turistiche alberghiere; e 141 strutture all’area aperta, suddivise in 101 campeggi e 40 villaggi turistici.

L’obiettivo è migliorare i livelli qualitativi, concentrandosi in particolare sulle strutture alberghiere a 3 e 4 stelle, che da sole detengono l’81% sul totale di categoria. La Regione ha dato finalmente attuazione alle disposizioni della legge regionale 7 agosto 2014, n.16, “Interventi di rilancio e sviluppo dell’economia regionale nonché di carattere ordinamentale e organizzativo (collegato alla legge di stabilità regionale 2014)” che, a causa d’impasse e le proroghe imposte dall’emergenza Covid, dopo un proficuo lavoro di concertazione con le Associazioni di categoria, ha messo fine a un’attesa che per il comparto durava da 40 anni. Condivido, perciò, le parole dell’assessore alla Semplificazione e al Turismo, Felice Casucci, “tutto ciò ci permette di superare un sistema datato e obsoleto, adeguandoci ai più elevati ed esigenti standard tecnologici dei mercati internazionali nel segno della sostenibilità ambientale”. Si tratta, insomma, di una nuova strategia di stimolo e cambiamento per il settore al quale continueremo a dare attenzione nel monitorare i flussi di movimentazione e contrastare forme irregolari di ospitalità e tutelare il turista. Il punto però è anche un altro e qui entriamo nella terza fase della riflessione guardando ciò che sta accadendo in Europa, tra Russia e Ucraina. Sappiamo che i turisti provenienti dalla Federazione russa, hanno rappresentato nel 2019 il 76,71% del PIL per quanto riguarda l’isola d’Ischia. Se si divide questa percentuale tra i sei Comuni, possiamo renderci conto di quanto i russi abbiano apprezzato il prodotto isolano. Tutto ciò deve porci di fronte a una valutazione di ordine strategico. Se non sia arrivato davvero il momento, basandoci sullo scenario attuale, di pensare a piani alternativi approfittando dei fondi messi a disposizione dal PNRR attraverso un maggiore coordinamento e una migliore sinergia tra i Sindaci dell’isola d’Ischia per dotarla delle infrastrutture necessarie. Ciò per variare l’offerta, rendere il prodotto Ischia più appetibile a livello internazionale a prescindere dalla nazionalità sotto il profilo dei servizi e smetterla di correre dietro la possibilità di intercettare questo o quel mercato in cui si rischia di restare imprigionati. Dedicarci cioè più all’ammodernamento del prodotto isolano alzando l’asticella ed essere competitivi in ogni parte dell’anno. Se non sia il caso, in definitiva, di prevenire adesso realizzando servizi pubblici e opere all’avanguardia salvaguardando il turismo e i posti di lavoro per evitare di curare dopo gli effetti di conseguenze che potrebbero diventare disastrose. 

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