IL COMMENTO Terremoto, due anni dopo è ancora tempo di lacrime
DI GIACOMO PASCALE
Due anni fa il terremoto ha colpito la nostra isola. C’è ancora gente che soffre. Mentre c’è un versante dell’isola ride, a monte c’è ancora chi piange. È stato difficile gestire questo sisma, anche dal punto di vista mediatico. Noi continuiamo a lavorare nella speranza di tornare alla normalità. Una normalità che, al momento, ancora non c’è. Basti pensare che ci sono ancora persone che vivono in albergo e in altre sistemazioni provvisorie. Mercoledì alle 20,57 commemoreremo le due vittime del sisma. Non dobbiamo dimenticare e vogliamo far sentire alle popolazioni del Fango e del Maio la nostra vicinanza. Con noi ci saranno anche il Commissario straordinario per la ricostruzione Carlo Schilardi e il Capo dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli. La presenza di queste personalità ci fanno ben sperare e non ci fanno sentire abbandonati. In realtà non mi sento abbandonato. E non mi sono sentito abbandonato, se non per una parentesi iniziale. Da quando c’è Schilardi, un uomo delle Istituzioni che sin dal primo momento dall’arrivo a Ischia ha posto in essere tutti gli atti necessari all’avvio della ricostruzione. Un lavoro immane per il quale siamo grati al commissario ed alla sua struttura.
Nel primo anno dopo il sisma, invece, è stata gestita dignitosamente l’emergenza. Nessuno ha mai dormito per strada o in tenda, anche se, in quella fase, si è pensato ‘solo’ a gestire l’emergenza ignorando la ricostruzione. In ogni caso stiamo recuperando il tempo perso. Ciò non significa che il sisma è un lontano ricordo. Personalmente non avrò pace finché tutti i miei compaesani non torneranno nelle proprie abitazioni e finchè le scuole non torneranno alla normalità. Stiamo lavorando tutti insieme e siamo pronti per accogliere l’ordinanza per la cosiddetta ricostruzione pesante, ovvero quella che darà l’input per la vera e propria ricostruzione. Da ottobre in poi comincerà tutto l’iter per mettere in piedi i cantieri per ricostruire ciò che il terremoto ha distrutto. Ma c’è un danno ulteriore quello legato all’immagine della nostra isola. Il messaggio che è passato subito dopo il sisma è stato devastante. Ho provato a difendere con le unghie e con i denti la mia isola, ma non è stato semplice. Dal punto di vista mediatico siamo usciti dal sisma con le ossa rotte. Un danno che non risolveremo in poco tempo e che ci ha arrecato danni dal punto di vista economico e di immagine. Come se non bastasse il nostro terremoto è stato considerato come “un sisma di serie b”.
Nelle primissime ore dopo la scossa, infatti, in tanti si interrogavano come fosse stato possibile che una magnitudo così bassa avesse provocato un danno simile. Invece di pensare alle vittime ed ai danni si puntava alla qualità dei materiali delle nostre abitazioni ed al fatto che fossero vetuste. E poi si è parlato di abusivismo. Come se il terremoto avesse fatto danni perché tutte le abitazioni fossero abusive. Un messaggio totalmente sbagliato che ci ha danneggiato. I nostri problemi urbanistici ed edilizi li conosciamo e sono noti a tutti. Finalmente, poi, il legislatore è intervenuto un anno fa dando vita ad un decreto ah hoc per il nostro terremoto. Così, finalmente, abbiamo avuto le norme che avevamo richiesto. Ciò non esclude che potrebbero esserci altri interventi legislativi. L’attenzione del Governo c’è stata e deve continuare ad esserci. In ogni caso il terremoto non si supera con la bacchetta magica. Ricordare è importante e lo faremo tutti insieme mercoledì sera. Dobbiamo continuare a lasciare un faro acceso sul nostro sisma affinché non sia dimenticato. Nel contempo continuiamo a lavorare. Siamo pronti per la ricostruzione.
* SINDACO DI LACCO AMENO