LE OPINIONI

IL COMMENTO Storia della Mostra d’Oltremare

DI LUIGI DELLA MONICA

Nel solco delle iniziative di pregio ed altro profilo culturale, Ischia, come Napoli e Capri,hanno ospitato, sotto la magistrale regia della Direttrice della Bibloteca Antoniana dott. Lucia Annicelli, il giornalista Marco Altore, che ha presentato il suo libro storico, intitolato la “Regina del Mezzogiorno”. È intervenuto entusiasta l’Assessore al Turismo Regione Campania Felice Casucci, il quale ha ricordato che nella politica del fascismo Viale Augusto era stata come una grande strada, che intendeva proiettare il pedone o l’automobilista verso una visione futuristica che approdava all’ingresso della Mostra d’Oltremare, un tentativo audace di competere con Londra e Parigi. Purtroppo il progetto falli miseramente per la seconda guerra mondiale che condusse alle predazioni dei siti, per mani tedesche, americane ed anche in seguito degli abitanti locali. L’assessore ha rivendicato, in nome della Regione Campania, la natura strategica dell’area partenopea e flegrea, in cui si inserisce fra le protagoniste l’isola d’Ischia, per il rilancio turistico e sociale. Il Sindaco d’Ischia Enzo Ferrandino ha salutato i presenti con grande senso di ospitalità ed entusiasmo per l’iniziativa.

Il libro si è strutturato sulla consultazione delle cronache dell’epoca, oltre che con interviste personali (la moglie di uno degli architetti realizzatori dell’opera), per cui si è appreso che si voleva trasformare la mostra nella sede espositiva della cultura del lavoro italiano in un crocevia di incontro multiculturale fra popoli europei e dell’Africa del Nord. Il quartiere Fuorigrotta è stato creato come una cerniera fra la zona produttiva e quella abitativa; nel 1904 iniziò la costruzione del polo siderurgico di Bagnoli, che venne potenziato nel 1924 con la fondazione dell’ILVA su di un sito industriale dove insisteva una vetreria borbonica. La visione nazionalistica prevedeva una urbanizzazione, iniziata già prima del fascismo, che voleva consentire ai cittadini di abitare, produrre, godere di aree di ricreazione e della circolazione dell’automobile. Napoli doveva assumere la veste di “regina del mediterraneo” e polo portuale dell’impero coloniale. Anche la stazione marittima nel molo angioino doveva implementare i collegamenti con le isole del Golfo a scopo turistico: potenziare le connessioni con la isola azzurra e garantire maggiore fruizione della colonia termale di Ischia. Il dott. Altore, alla presenza di tutti i media locali, Teleischia, Canale 21, Il Dispari e questo giornale mostrava le icone di tutti i padiglioni, che oggi sono in parte destinati in parte al pubblico, in parte chiusi e fatiscenti, abbandonati al loro destino. Ha precisato l’autore che si tratta di un patrimonio museale, fieristico e culturale da conoscere, apprezzare e cercare di riportare agli antichi fasti, senza giudicare il regime che ha voluto questo monumento storico, che va considerato per il suo valore intrinseco e per le enormi potenzialità inespresse: tanto è comune intento del Ministro della Cultura Sangiuliano, della Regione Campania e delle stesse amministrazioni locali, indipendentemente dal colore politico.

Pertanto, mi è sembrato di aver capito assistendo all’evento che la Mostra, nella visione del fascismo, era una sorta di esposizione universale di Parigi per comprovare il primato del lavoro italiano nel Mondo, il quale aveva una rilevanza d’Oltremare.

L’Ente Mostra appartiene anche alla Città Metropolitana, per cui in quota parte anche alla nostra isola, che deve adottare questo strumento per rilanciare il suo turismo di qualità. Tanto l’assessore Casucci, quanto l’autore del libro, hanno ribadito lo slogan delle “destagionalizzazione”, volendo ribadire il necessario cambio di passo e di mentalità degli isolani, al fine di garantire 12 mesi all’anno la fruizione del servizio turistico. Ciò si è reso indispensabile, per recepire la domanda principale che sta facendo collassare inaspettatamente la città di Napoli, che ha vissuto negli ultimi due anni una ondata di visitatori mai sperata e mai programmata nel passato, nemmeno nelle più rosee previsioni. Cosa abbiamo udito di nuovo, non per sminuire certo la caratura dell’Assessore o del dott. Altore, ma ormai tutti gli amanti di Ischia, provenienti da ogni dove, amando pervicacemente questo territorio, implorano una schiera di imprenditori locali, i quali, sordi che non vogliono sentire, appena albeggia la Pasqua, già pensano al riposo del ponte dei morti, in novembre. Non si può criticare la tasca altrui e nessuno, tantomeno un quotidiano o un politico possono ordinare ad un privato di investire in un certo senso, ovvero in una certa direzione. Ma non voglio fare una pubblicità occulta, ricordando che da appena un anno esiste una struttura che offre la S.P.A. per dodici mesi all’anno ed è sempre “sold out”; un locale di gran classe aperto a Forio, sta facendo faville… A questo modello di sviluppo crede anche il dott. Altore, perché ha risposto affermativamente alla mia domanda, basata su di una mia fonte da verificare, quella di un imprenditore svizzero residente in Senegal, secondo cui la forte instabilità politica della Francia starebbe portando i paesi africani francofoni a guardare con forte interesse all’Italia, per cui, forse, attingendo al PNRR questo sogno del rilancio napoletano, simboleggiato dalla Mostra d’Oltremare,potrebbe realizzarsi di nuovo, il tutto arricchito da un legame a doppio filo con Ischia, proprio per la sua ampiezza territoriale, maggiore della consorella Capri, che rende la prima idonea afungere da serbatoio di lusso della domanda turistica termale, che pure a Fuorigrotta-Agnano non manca.

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Non prendiamoci in giro, cari lettori, almeno per Ischia Ponte io vedo un drastico sottodimensionamento di presenze dopo l’overbooking della tanto criticata festa di Sant’Anna, che a mio sommesso avviso non sarebbe stata idilliaca non per colpa dei politici, ma della disaffezione progressiva della cittadinanza a tutto ciò che intimamente appartiene alla propria identità culturale. Soltanto da qualche anno sento dire da qualcuno: “io appartengo ad Ischia, dove si svolge il film festival”, ma non ancora vedo folle oceaniche per tutti gli altri eventi di pregio culturale. Cultura e solo e sempre cultura sarà la speranza di rinascita dell’isola, il divertimento e l’enogastronomia vengono da sé. Concludo con l’auspicio che molti possano approfondire i temi affrontati dal dott. Altore, che ha dichiarato amore indiscusso per Ischia.

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