IL COMMENTO Sognare in grande
A una parte degli ischitani (e degli addetti alla comunicazione locale) è sembrata cosa grande che il divo statunitense Robert De Niro (attore, regista e produttore cinematografico) sia arrivato, con lo yacht, a Ischia, per alcuni giorni e abbia girato l’isola apprezzandone le qualità enogastronomiche. Certo, è notizia che fa parlare di Ischia per qualche giorno. Ma stiamo parlando di fenomeni epidermici e fugaci, nulla che possa dare un’impronta solida di brandizzazione alla nostra isola. Noi abbiamo bisogno che i grandi nomi del cinema, della letteratura, della scienza e dell’arte leghino il loro nome a Ischia in maniera duratura e, oserei dire, esclusiva. Non serve sapere che un divo che gira per il Mediterraneo, fa tappa anche a Ischia. E’ ovvio, è normale che, in un tour, Ischia venga inserita. Capri è più furba di Ischia: prende un grande nome della moda ”Luisa Spagnoli” e, d’accordo col vice Presidente della casa di moda. Nicola Barbarani (figlio di Nicoletta Spagnoli) decide di caratterizzare, fino a settembre, i mitici Faraglioni col colore giallo, colore del marchio della casa di moda. Contemporaneamente apre, presso il noto locale “La Canzone del Mare” un up-store. La casa di moda persegue un preciso disegno di visibilità e Capri si lega in maniera duratura alla Luisa Spagnoli, che ormai è arrivata alla quarta generazione di stilisti di famiglia.
Ischia è stata sempre poco attenta a legare in maniera duratura i grandi nomi a sé: anche negli anni del Gran Tour: un grandissimo nome come Truman Capote,di cui si celebra il centenario della nascita, mentre viene associato in maniera indissolubile a Taormina (località Fontana Vecchia) Ischia viene citata di striscio come meta di passaggio di Capote assieme al compagno Dunphy, dopo che erano stati in Francia e con un’annotazione nemmeno troppo lusinghiera per la nostra isola: “un’isola al largo della costa di Napoli, molto primitiva, popolata per lo più da viticoltori, pastori di capre, W.H.Auden e la famiglia Mussolini”. A corollario di quanto detto, segnalo che Ischia (Comune di Casamicciola) sceglie il noto architetto Massimiliano Fuksas per ipotizzare un Progetto di ricostruzione del paese e, alla cerimonia di presentazione, nessuno ha dato peso al ruolo della moglie (Doriana Fuksas) che pure ha contribuito a mettere giù le 5 linee di indirizzo progettuale di rigenerazione. Ma si dà il caso che Doriana Fuksas abbia di recente avuto l’incarico di firmare gli allestimenti, per il Teatro dell’Opera di Roma (per il Caracalla Festival) delle opere di Puccini in programmazione (Tosca e Turandot). E si dà il caso che Doriana Fuksas abbia lavorato in Cina al fianco di mostri sacri dell’architettura come Richard Rogers e Dominique Perrault e che stia lavorando ad un progetto per la città di Neon, in Arabia Saudita, che prevede un microuniverso del lusso in pieno deserto. E segnalo che un grande nome della moda, legatissimo ad Ischia, Rocco Barocco che, coadiuvato dall’avvocato Molinaro, ha dovuto adire le vie legali contro il Comune di Serrara Fonrana per un’inadempienza di abbattimento di un abuso edilizio, ha un rapporto di odio-amore con quest’isola.
Mentre, tempo fa, l’Associazione culturale T.I.F.E.O (Presidente Luisa Graziano, Direttore Giovanni D’Amico) propose al Comune d’Ischia di costruire un grande teatro all’aperto, alle spalle della chiesetta di Sant’Anna, in uno spazio già naturalmente predisposto ad anfiteatro, col palcoscenico spalle al mare sottostante, in uno scenario che non avrebbe niente da invidiare a Ravello. L’Associazione T.I.F.E.O, che fece preparare dall’arch. Paolo Baiocco un progetto di massima, presentato informalmente all’amministrazione comunale, pensava proprio di coinvolgere Rocco Barocco, per sponsorizzare l’iniziativa. “Arena Rocco Barocco” era il nome pensato per il Parco delle Arti; era il sogno di cui lo stilista non è nemmeno ancora a conoscenza. Ma come fa, un’Associazione culturale senza scopo di lucro e su base volontaria, a portare avanti un pensiero in grande, se l’Amministrazione comunale non mostra un qualche interesse verso l’idea lanciata? Oggi, questo sogno sarebbe più che mai realizzabile, visto che sono partiti i lavori di consolidamento di quel tratto di parete rocciosa che scende a mare. Ischia non può più permettersi di pensare in piccolo, non è iù tempo di minimalismo. Bisogna alzare la posta, elevare il livello di intervento. E’ questo il motivo per cui ho sempre sostenuto che l’attuale gestione del Parco Sommerso di Aenaria, affidata a un gruppo di bravi e meritevoli esponenti di una cooperativa più la società Medusa, è un modello insufficiente. Questi soggetti privati non vanno estromessi da una diversa gestione, avendo acquisito storicamente dei meriti, ma vanno inseriti in un progetto più ambizioso e di ampio respiro, per il quale la Soprintendenza non può limitarsi a delegare ma deve entrare in gioco direttamente. Per esempio: creare una sinergia con il più importante Parco Sommerso di Baia ( la Pompei del mare). Noi non ci stancheremo mai di segnalare pubblicamente i problemi quotidiani di ordinaria amministrazione: traffico, pulizia, inquinamento terrestre e marino, ambientale ed acustico, ma ciò non basta. E’ necessario sognare in grande, se si vuole evitare di diventare sempre più piccoli nel mondo vasto del turismo mondiale.