LE OPINIONI

IL COMMENTO Se sport e sanità finiscono nell’oblio

DI SILVIO CARCATERRA

Oggi vorrei toccare due argomenti. Parto dal primo, che credo stia particolarmente a cuore a tanti. E’ davvero un peccato vedere la piscina comunale di Ischia ancora chiusa: sono trascorsi mesi, mi chiedo quando finalmente riaprirà i battenti. Eppure i fondi per renderla agibile ci sono, a dar retta a qualche addetto ai lavori bene informato. E’ chiaro che in questi momenti il mio pensiero va a tutti quei ragazzi che si vedono precludere la propria passione sportiva verso nuoto e pallanuoto oltre che a tutti coloro – grandi, piccini e disabili – che svolgono corsi di riabilitazione, fisioterapia, talassoterapia ed altri servizi che la piscina riusciva ad offrire e garantire quanto era aperta. Ma perché da mesi non si riesce a risolvere questo problema? Lancio un appello al sindaco d’Ischia affinché se ne faccia carico quanto prima. Al sindaco di Forio, Stani Verde, chiedo di rendere pubblici i tempi per l’inizio dei lavori per la seconda piscina comunale che dovrebbe sorgere proprio a Forio, con la sede dove sarà costruita che se ho ben capito è cambiata (nella speranza che questo non causi intoppi di natura burocratica). Mi auguro tra l’altro che la si possa costruire di 33 metri e non di 25 come quella di Ischia, questo alzerebbe l’asticella ai fini sportivi e sarebbe fondamentale non soltanto per riportare la Pallanuoto sull’isola ma anche per organizzare eventuali eventi sportivi di maggiore rilevanza.

Chiusa la parentesi sportiva torno a parlare di Sanità e della mia ormai nota battaglia per ottenere una Pet Tac e le radioterapie sull’isola. Battaglia che purtroppo continua a non sortire alcuni risultati: eppure noi pazienti oncologici siamo ridotti allo stremo delle forze e doverci recare ogni volta in terraferma diventa dura perché al ritorno si è fisicamente distrutti e questo succede per motivi diversi sia d’estate che d’inverno. Credetemi, ve lo dice chi vive sulla propria pelle giorno dopo giorno questo immane sacrificio. Insomma, alle volte sembra che sport e sanità siano accomunate dal medesimo denominatore, quello della noncuranza e della trascuratezza: trovo che questo sia inammissibile e – lo dico sinceramente – mi rattrista e sconforta più di quanto possiate immaginare. Auspico una inversione di tendenza nella speranza che qualche amministratore locale voglia sposare questa causa. Insomma, basta con l’esitare, è l’ora di agire. E spero davvero che stavolta questo appello possa essere raccolto.

* VICEPRESIDENTE A.P.O.

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