IL COMMENTO Se questo è il turismo che proponiamo
DI ANTIMO PUCA
Ischia, da sempre meta delle feste pasquali, sembra ripiombata nell’atmosfera degli anni della pandemia quando per le restrizioni dovute alla diffusione del Covid in giro non c’erano che poche decine di turisti. Gli anni del pienone per Pasqua descritti anche nella canzone Pasquetta da Tony Tammaro sembrano molto lontani. Erano gli anni ottanta-novanta con l’overbooking di alberghi e ristoranti da prenotare anche un mese prima. Ricordo una Pasqua con file di auto come fosse Ferragosto e con una comitive di stranieri, il consistente shopping nei negozi con il centro gremito. Siamo riusciti in quegli anni a sperimentare per la prima volta la destagionalizzazione, le vacanze in cosiddetta bassa stagione. Per la Pasqua 2023 non solo la frana ma anche le previsioni meteo hanno remato contro scoraggiando il classico fine settimana di Pasqua. Le preoccupazioni tra gli albergatori sono comunque forti perché l’intero sistema ricettivo ha un peso determinante sull’economia e sull’occupazione dirette ed indirette di tutto il comprensorio isolano.
Quest’anno, a raggiungere la destinazione per la Pasqua, primo ponte di primavera, pochissimi turisti realmente attratti dalle indubbie bellezze naturali di Ischia (merito di madre natura e non certo delle attuali amministrazioni) e dalle offerte di imprenditori turistici di grandissimo spessore che pur di mettere in movimento le proprie strutture e dare lavoro ai propri collaboratori hanno messo in campo pacchetti turistici di grandissimo vantaggio rinunciando ad utile e profitto. Non abbiamo un modello di sussidiarietà tra pubblico e privato, tra enti territoriali e centrali. I ponti di primavera dovrebbero essere una boccata d’ossigeno per i commercianti che, invece, sono costretti a subire disagi anche per i lavori pubblici ancora in corso e non ottengono confronto alcuno con le Amministrazioni. Molti i timori e le preoccupazioni avanzate dai residenti e dalle attività economiche dei lidi per l’andamento dei lavori a ridosso della nuova stagione turistica. Si sarebbe dovuto richiedere la certezza che i lavori pubblici ancora in corso fossero affidati a ditte in grado di garantire un numero di operai tali da poter lavorare su più turni per accelerare i tempi e non mettere a rischio la Pasqua 2023. Tanti i lavori pubblici non terminati con buona pace delle attività imprenditoriali che subiscono danni che queste amministrazioni comunali stanno colpevolmente sottovalutando. Sono previste penali per le ditte che stanno effettuando i lavori? Queste amministrazioni dovrebbero farsi carico di compensare il tutto con interventi da definire con estrema urgenza.
Un po’ sopra le righe, i battibecchi tra cittadini, alcuni scatenati in una vera e propria requisitoria contro le amministrazioni perché responsabili di tutti i mali che affliggono l’isola e delle tante opere non realizzate o mal realizzate. I lavori pubblici sono finanziati con improbabili alienazioni di beni. In sostanza, sono certificazioni del nulla di idee e di realizzazioni nelle amministrazioni le quali sopravvivono grazie ai lasciti di ex Giunte. Sicuramente viviamo in parte di rendita per opere e finanziamenti avanzi di amministrazioni. È il bilancio delle disillusioni per tanti cittadini che stanno lì ad aspettare un’inversione di tendenza. Un grosso problema sono le strade, talune molto strette, e in certi orari e in certi giorni estivi il traffico spesso si blocca e si formano lunghissime code. A volte per percorrere tratti brevi ci vuole anche più di mezz’ora. Per un mezzo di soccorso, un ritardo anche di pochi minuti può essere fatale. Ad accogliere i turisti ci sono ruspe, blocchi di cemento, transenne e parcheggi selvaggi. Ma quale turismo propongono i nostri Palazzi?
Strade chiuse con segnaletiche incomprensibili e logiche cervellotiche penalizzano intere destinazioni e non solo le varie frazioni. Parcheggi chiusi che forse non apriranno neppure in estate e nessun sistema di trasporto interno esistente e comprensibile da un turista. Spiagge sporche e attività di pulizia delle stesse neppure cominciata ne concordata con gli imprenditori balneari, che, come sempre, finiranno per provvedere da soli e non alle aree che “forse” avranno in concessione. Incuria, erbacce e sporcizia in ogni dove sull’intero territorio comunale oggetto di continui reportage fotografici che oramai popolano il web. Stato di degrado e di abbandono ovunque che si uniscono ad un arredo urbano fatiscente. Non esistono le condizioni minime per poter fare turismo ed ospitare degnamente i viaggiatori, che infatti non vengono preferendo altre destinazioni magari meno dotate ma dove si sentono più accolti.
Le Amministrazioni Comunali sono elette dai cittadini e dagli imprenditori e devono essere al loro servizio e non il contrario. Le amministrazioni devono cercare di fare, nel limite delle possibilità di bilancio, quello che le imprese del turismo chiedono sia fatto per poter lavorare, intraprendere ed essere competitivi. Bisogna immediatamente intervenire per restituire alla destinazione turistica di Ischia quel decoro necessario a poter rendere fruibile un soggiorno di vacanza. Pulizia, viabilità, trasporto pubblico urbano, segnaletica, ordine, cura del verde, spiagge pulite sono il minimo sindacale che Ischia merita.
Già…quel minimo sindacale da offrire ai turisti “stranieri” che la pubblicità patinata, a gran voce sta richiamando sull’isola, promettendo meraviglie!
Attenzione agli “sputtanamenti” allora… perché nell’era del web le notizie volano.