IL COMMENTO Se l’area marina diventa lo specchio dell’isola che affonda (metaforicamente)
DI FRANCESCO EMILIO BORRELLI
Ma l’area marina protetta la vogliamo davvero a Ischia e Procida? Non è un gagliardetto da appendere al petto. Non è una dichiarazione d’intenti come Ischia plastic free che è stata un ottimo volano pubblicitario ambientalista ma con risultati poco concreti nella realtà dei fatti. L’area marina protetta è una istituzione e come tale ha un sistema di gestione e delle regole da rispettare. Io mi sono molto battuto per la nascita del Regno di Nettuno e non è stato per nulla facile chiudere la perimetrazione tra i vari comuni coinvolti. Per non parlare dei primi comitati di gestione. Un disastro totale che portò al commissariamento dell’ente. Oggi per fortuna qualcosa si muove tra mille resistenze e diffidenze. Bisogna stare attenti ai una cosa però non bastano le buone intenzioni per salvaguardare il patrimonio marino di Ischia e Procida. Il business deve essere sostenibile altrimenti le cose andranno sempre peggio. Senza depurazione, senza piani regolatori, senza una difesa strutturale dei beni paesaggistici e naturalistici dell’isola verde sarà sempre meno verde.
Per questo è necessario forzare la mano, rilanciare l’area marina, concretizzare almeno in parte la difesa dell’ambiente marino in modo serio e strutturale. Oggi onestamente dalle foto e i video che girano su Ischia e Procida non sembra esistere nessuna area marina. Barche ovunque, diportismo selvaggio. Addirittura corse folli a e pericolose riprese sui social. Non è troppo tardi per cambiare registro anche se temo sempre l’effetto depuratori. Dopo decenni di discussioni, stop and go e spreco di denaro non è stato ancora realizzato nulla. Il turismo di massa non regolamentato e non controllato potrà solo fare del male al sistema economico isolano, al territorio e agli stessi ischitani. Speriamo che qualcuno cominci a rifletterci sopra.
* CONSIGLIERE REGIONALE
