IL COMMENTO Scenari 2024 del turismo procidano
DI GIORGIO DI DIO
Come deve essere il residente nelle isole nei confronti del turista? E prima di tutto cosa cerca il turista? L’arte, la storia, le bellezze della natura, il buon cibo? O le bellezze naturali, i paesaggi stupendi che si trovano nelle isole Procida, Ischia, Capri, e nella costiera Amalfitana, Sorrentina, o la storia antica nei siti archeologici di Pompei Ercolano, Paestum? Oppure la bellezza delle 300 e più chiese di vario stile che si trovano a Napoli? Il turista cerca tutto questo ma cerca anche accoglienza. Cerca un’ospitalità gentile, rispettosa. Cerca buoni ascoltatori inclusivi, generosi, con un’etica e unamore per il lavoro che fanno. Molti residenti nelle isole hanno bisogno di un sostanziale cambiamento rispetto al passato volto a migliorare l’integrazione con i turisti che arrivano spesso da un tessuto esterno diverso dal loro. Già il covid forse ha fatto qualcosa. Un evento traumatico che sicuramente è servito a guardare meglio le persone e a capire che in chi ha passato interminabili giornate di lockdown alla fine della crisi sarebbe esplosa la voglia di divertirsi, di vedere, di guardare, di fare turismo. Questo passaggio c’è stato ma il processo è stato rapido, imprevisto e ha colto tutti di sorpresa.
A Procida, in più delle altre isole, c’è stato l’anno di capitale italiana della cultura, anno che ha visto migliaia e migliaia di persone solcare l’sola portati soprattutto dalla curiosità e da una risonanza internazionale che ha trasformato un turismo di brezza in una vera tempesta. Sono arrivati i turisti in un numero inimmaginabile. Ma sia l’evento di Procida capitale della cultura, sia l’irrefrenabile voglia di riemergere dopo il covid,sono legati a particolari circostanze e, quindi, fissati in un determinato contesto storico che non è detto che si ripeti e duri sempre. Il turismo a Procida, fino a oggi, è stato sostenuto da consistenti iniziative che hanno portato al conseguimento di notevoli profitti. La dimensione sociale del turismo è diventata più rilevante e ha visto sorgere numerosissimi B&B, case vacanze, pubblici esercizi che hanno incrementato di molto l’offerta turistica abbagliati dall’assalto di visitatori e dimenticando che questo è stato un fatto eccezionale. Ma ora bisogna avere una visione a lungo termine. Una visione che significa capacità di guardare oltre l’oggi, di non legarsi al passato, di proiettarsi verso un futuro con la capacità e la consapevolezza di poterlo costruire. Occorrono coerenza, costanza idee innovative e coraggio. Quello che è stato fatto potrebbe non essere sufficiente per conseguire ambiziosi traguardi di lungo termine. Occorre qualcosa di diverso.
Occorre riuscire a far aumentare la durata dei soggiorni allungando di conseguenza i periodi di apertura degli alberghi e delle case vacanze. Bisogna migliorare le piattaforme digitali, ripensare l’enogastronomia, rivalutare i borghi e tutti i luoghi che costituiscono il cuore storico delle isole.
Bisogna rendersi conto dell’enorme importanza che riveste il marketing che ha un ruolo chiave per creare interesse verso le nostre isole. Senza dimenticare l’enorme importanza cha ha il buon funzionamento dei trasporti nella cultura turistica. Goffredo Scotto Di Carlo, imprenditore turistico procidano in un post su FB, già profetizza la fine del boom turistico creato dalla nomina di Procida a capitale italiana della cultura e sollecita i Procidani a muoversi se non vogliono essere schiacciati tra i giganti di Ischia e Capri. E fa delle interessanti considerazioni sul fatto che a Procida l’offerta è aumentata a dismisura mentre la domanda va man mano sempre più diminuendo, cosa che nel libero mercato non va bene. Visto che il problema del caro traghetti che ci rende le isole svantaggiate rispetto alla terraferma Goffredo Scotto di Carlo, dà una serie di suggerimenti su quello che bisognerebbe fare: miglioramento dei servizi, spiagge pulite già da marzo, aumentò delle corse degli autobus, incremento degli orari di apertura di palazzo d’Avalos e Abbazia, pulizia delle strade, potenziamenti dei sentieri, cura del territorio. Tutto questo, aggiungo io, presuppone un cambiamento radicale, e richiede il coinvolgimento di tutti gli operatori turistici, dei cittadini, dei pubblici esercizi, degli alberghi e dei B&B e case vacanze. Nessun cambiamento avviene senza la collaborazione di tutti e, senza quello slancio rivoluzionario che è sempre alla base dei cambiamenti. Ora che la gente è in gran parte vaccinata, ora che la pandemia, anche se non vuole andarsene, per fortuna non uccide come una volta e, anzi, ci lascia vivere abbastanza in pace, ora che non ci vuole neanche più la mascherina, ora che possiamo riassaporare la normalità, facciamo tesoro di tutto quello che abbiamo imparato per cambiare sempre in meglio.