Qualcuno, benpensante, mi ha consigliato di togliermi di mezzo e di badare ai fatti miei. Ho tentato di farlo, ma non ci sono riuscito: sarei andato contro il mio carattere ed il mio modo di essere. Soprattutto trattandosi di un argomento che riguarda la nostra Procida. E’ presto detto! Sono del tutto contrario a che il nostro Cristo morto vada in trasferta ad Ischia. E non me ne vogliano gli amici ischitani perché questa mia presa di posizione non è contro di loro. Il Cristo morto procidano è un’autentica opera d’arte: ha trecento anni di vita (E già questo sarebbe un motivo ostativo!), è di legno ed è fragilissimo. Necessita, a detta degli esperti, di temperatura e livello di umidità costanti oltre ad altri accorgimenti di carattere ambientale. Già il portarlo in processione a Venerdì Santo è un trauma per la statua; figurarsi cosa significhi giù al porto alle tre del pomeriggio, imbarcarlo sul “Calipso”, tenerlo sulle spalle per tutto il tragitto, sbarcarlo al molo borbonico di Ischia, portarlo nella chiesa di San Sebastiano a Forio. E’ ovvio che la statua può essere esposta a danneggiamenti.
Ma io mi chiedo: qual’è stata l’utilità di tutto questo movimento? Non mi si parli del valore liturgico religioso perché è una grossa baggianata. Il nostro Cristo morto, al di là del suo valore iconico come immagine sacra, è un’opera che prescinde dal suo valore religioso per approdare a pieno titolo nel campo dell’arte. Immaginate, ad esempio, la Primavera di Botticelli: è ovvio che è l’immagine della bella stagione, ma nessuno si sogna di portarla in giro per celebrare l’avvento del tempo primaverile! o “la Gioconda” di Leonardo. Voi pensate che i Francesi sarebbero tanto favorevoli a portarla in Italia? Assolutamente no! E allora il Cristo morto per noi procidani è la nostra “Primavera” botticelliana, la nostra “Gioconda”. Perché non ne dovremmo essere gelosi? E’ pur vero che talvolta le opere d’arte vengono trasportate da un posto all’altro, ma lo si fa con tutti i crismi della sicurezza e non affidandosi all’improvvisazione. E poi c’è un altro fatto, forse più pragmatico e pedestre: le opere d’arte sono un forte attrattore turistico. Perché il nostro Cristo morto non può essere considerato tale ed attrarre gente invece di andare lui in giro? Inoltre a me sembra che queste “passeggiate” del nostro Cristo morto ne abbiano ridotto un poco la sacralità colma di mestizia relativa al Venerdì Santo. Sarò all’antica, ma volete mettere il fascino del passaggio del Cristo morto, tra due ali di folla in assoluto silenzio, per le viuzze isolane, con il suono della tromba che arriva smorzato da lontano?