Mi hanno riferito che qualche giorno fa, a piazza Olmo, un uomo, in apparente pieno benessere, ha perso i sensi, è caduto a terra e, visto e non visto, ha reso l’anima a Dio. La classica “morte di subito”, che tutti ci auguriamo per evitare inutili e terribili sofferenze. Forse non tutti dono d’accordo su quest’ultimo punto, ma io la penso così. Contemporaneamente mi è giunta un’altra osservazione. Qualcuno ha detto: “E dire che nei paraggi, di fianco alla porta della parafarmacia, c’è un defibrillatore!” Questa affermazione ha fatto scattare in e una serie di domande. Premesso che non credo che l’uso del defibrillatore avrebbe salvato sicuramente questo signore, ma per lo meno si poteva tentare. Viene spontaneo chiedersi: ma quanti sono i defibrillatori per tutta Procida? E soprattutto dove sono ubicati? Inoltre chi li sa e li può usare?
Sono domande che allo stato rimangono senza risposta perché l’argomento è poco conosciuto in quanto poco pubblicizzato. Non ci nascondiamo dietro il dito, ma quanti di noi sanno dove sono questi attrezzi e li sanno usare? E’ inutile possederli, se poi al momento opportuno non vengono utilizzati. Occorrerebbe che gli organi preposti procedessero ad una campagna di informazione e di sensibilizzazione sull’argomento. Anche in considerazione che in questi ultimi tempi si è avuto un incremento di questi casi di morte improvvisa. Certo quello che vi propongo oggi non è un argomento ferragostano e molti esclameranno; “scù,sciù, ciucciué!”, ma anche il defibrillatore fa parte del nostro modo di essere e della nostra vita.