IL COMMENTO Procida e il bilancio della stagione turistica
Allo scoccare del primo settembre ho notato che più di qualcuno si è lanciato in un giudizio più o meno convincente sulla recente stagione turistica procidana. Inutile dire che i pareri sono in parte discordi ciascuno vedendo la situazione dal suo punto di osservazione. Cerchiamo di fare il punto con la massima obiettività possibile. Di sicuro, rispetto agli anni scorsi, c’è stato un calo di presenze, ma questo è fisiologico perché è venuto meno l’effetto trainante della capitale della Cultura. Bisognava aspettarselo e metterlo in conto. Qualunque posto turistico è soggetto a queste variazioni contingenti. Ad esempio a me risulta che qualche agenzia turistica procidana ad inizio estate ha avuto delle disdette a causa del bradisismo di Pozzuoli. Ed anche questo è fisiologico e capiterà anche in futuro. Piuttosto la domanda che noi Procidani, e principalmente gli operatori del settore, ci dobbiamo porre è: il “complesso Procida” nel suo insieme di modo di vivere e comportarsi è stato all’altezza delle aspettative di chi veniva da fuori carico di speranze e desideri? E quì dobbiamo essere assolutamente sinceri soprattutto con noi stessi in quanto Procidani! Perché se non lo siamo ci prendiamo solo in giro. Oppure andiamo alla ricerca di soluzioni pretestuose che servvono solo a scaricarci la coscienza.
Premesso che i giudizi dei forestieri, per quanto mi risulti, sono in linea di massima positivi, mi chiedo perché amministratori e tour-operator non si seggono attorno ad un tavolo e fanno un esame delle criticità di questa nostra isola? Sembra, la mia, una proposta una proposta fantascientifica, ma purtroppo senza comunione di intenti non si va da nessuna parte. Anche approfittando della venuta a Procida in questi giorni di personaggi politici di rilievo nazionale si deve cominciare a parlare seriamente del futuro di questa nostra isola. Non possiamo più tenere nelle condizioni attuali lex-carcere. Che aspettiamo che vada tutto giù? E Vivara? Non ho mai capito se si può visitare o meno. La gente me lo chiede e non so cosa rispondere. Forse ciò è dovuto a mia ignoranza. E la chiesa di San Michele? Da anni la zona sottostante, interessantissima, è chiusa al pubblico. E poi, come ciliegina sulla torta, (ma altro che ciliegina, questo è un grosso melone) c’è il problema del traffico. Questo, secondo me, è Irrisolvibile se non si entra, da parte di tutti, nell’ordine di idee di non usare la macchina. E con questa affermazione rischio stavolta di essere linciato. Ma, parafrasando un antico detto latino, “dura veritas sed veritas!”, vale a dire: la verità è dura ma è la verità. Molti si chiedono il perché ci sia stato un calo di presenze durante questa estate e, ripeto, per me il calo è fisiologico.
Vogliamo parlare dei trasporti marittimi? Costo del biglietto molto levitato, insicurezza sulle partenze e degli arrivi ed altre amenità del genere che fanno rimpiangere i tempi della “Libera”. Per lo meno all’epoca si partiva di sicuro e con qualsiasi tempo. Vogliamo parlare dei taxi? E quì sento altri improperi contro di me. E’ mai possibile che dalla Marina alla Chiaiolella un povero cristo deve pagare venti euro (o addirittura venticinque)? A Napoli dal molo Beverello al Cardarelli si paga meno. Non parliamo poi del modo di comportarsi di alcuni di questi. Perché una coppia di turisti che deve raggiungere un B&B di via Pizzaco deve essere fatta scendere a piazza Olmo e fatta proseguire a piedi, sotto il sole, con la scusa che la macchina in quel posto non ci può arrivare? Sembra pretestuoso, ma questi fatti non fanno bene al neonato turismo procidano. Il Turismo non è qualcosa che si improvvisa dalla sera alla mattina, ma è una vera e propria scienza. Sarebbe opportuno, come già ho detto, che amministratori e tour-operators sedessero attorno ad un tavolo e cercassero di risolvere il problema. Come un problema di matematica o di geometria. Tanto, stringi, stingi!, è quasi la stessa cosa…