IL COMMENTO Non tocchiamo la spiaggia di San Pietro
DI ANTIMO PUCA
Ogni cittadino dovrebbe difendere l’isola e denunciare la cialtroneria Una lotta contro i “mali necessari“, quelli che abbiamo avallato dal momento in cui abbiamo preferito accettarli piuttosto che combatterli. Si dovrebbe partire da un assunto. Ischia ha bisogno di figure di riferimento che permettano all’isola di interpretare magistralmente il ruolo di Regina del Mediterraneo. Per farlo, bisogna combattere quei mali convenzionalmente tollerati ma moralmente deprecabili. Una quotidiana lotta contro una “cialtroneria” invadente, rappresentata da personaggi poco raccomandabili e cittadini disamorati nei confronti di un’isola maltrattata e sfruttata fino all’osso. Decoro urbano. Abusivismo. Sicurezza. Cumuli di rifiuti. Assenza di controlli in zone che divengono teatro di roghi tossici. Un’abitudine malsana e pericolosa alla guida degli scooter: quella di permettere ad adulti e minori di viaggiare senza casco. Bisogna portare avanti le battaglie per la sicurezza e la legalità in quest’isola in maniera forte e determinata. Abusivi sbucano come funghi nelle strade di Ischia. La Spiaggia San Pietro è una frazione la cui economia è molto legata alla stagione estiva ma, a quanto pare, l’amministrazione comunale non ne è a conoscenza. Dall’altissimo valore naturalistico e paesaggistico, la spiaggia San Pietro costituisce un sito di straordinario interesse archeologico poiché collegata alla restrostante collina di cui già parlava Plinio Il Vecchio nella sua Naturalis historia e che conserva i resti di un antico convento Basiliano risalente all’anno mille. La pressione affaristico-clientelare è quella a moltiplicare le concessioni ai privati che solo da noi sono eterne, rinnovabili all’infinito. Decidere di svolgere lavori pubblici importanti denota un’attenzione pressoché inesistente verso chi vive di turismo. Basta aggressione a biodiversità. Se uno va a vedere le cosiddette spiagge libere, anche in posti meravigliosi, ci sono tossicodipendenti, rifiuti e nessuno pensa a tenerle in ordine.
Ecco, forse potremmo cominciare da lì. È doveroso mobilitarsi per fermare l’assalto alle poche spiagge libere rimaste. Le gare devono essere l’occasione per rinaturalizzare alcuni tratti di litorale occupati dalle strutture balneari facendo ricolonizzare questi siti da piante e animali. Le dune difendono molto meglio il litorale dall’erosione e costituiscono un sicuro richiamo per un turismo più rispettoso dei valori ambientali. La biodiversità costiera ha già subito pesantissimi danni dall’occupazione quasi ininterrotta del litorale per costruirci stabilimenti di ogni grandezza, sorti spianando dune con habitat e piante ormai rarissimi. La biodiversità delle spiagge è quella che ha maggiormente sofferto per la destinazione del litorale a forme di turismo del tutto insostenibili che hanno comportato la trasformazione delle spiagge in veri e propri deserti biologici. Le poche spiagge libere rimaste sono spesso l’unico luogo dove alcune specie sopravvivono. La spiaggia San Pietro è tra gli ultimi tratti che presentano un minimo di naturalità in un paesaggio altrimenti cementificato. È una delle poche spiagge ancora rimaste libere frequentata da numerosissimi residenti e turisti. Non vorremmo che dietro ai lavori pubblici si nascondesse il tentativo dell’ennesima sottrazione alla pubblica fruizione di una spiaggia libera, peraltro amatissima e frequentatissima, per favorire i pochi. La libera fruibilità dei beni comuni pubblici, tra cui le spiagge, dovrebbe essere aumentata e migliorata e non sottratta e limitata. Siamo vittime di cantieri in piena attività. Chi amministra una località turistica come Ischia deve essere capace di programmare ed eseguire i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria per tempo. Le amministrazioni dovrebbero assumersi la responsabilità sacrificando di fatto il tornaconto personale. È indegno continuare a cementificare, recintare, oscurare la vista mare grazie alla complicità di una politica che non ha il coraggio di difendere gli interessi collettivi e i Beni Comuni. Tanti ischitani sono stanchi di certe convenzioni e vogliono il meglio per la propria isola, guerrieri il cui CORAGGIO SUPERA LA POLITICA in una battaglia di coraggio e onestà. L’isola ha aperto gli occhi e vive, ogni giorno, una gran voglia di cambiamento.