IL COMMENTO Non è tempo di saggi ma di lacchè
Affrontiamo oggi, non senza titubanze, il tema delicato del rapporto dei cittadini col potere. Dividendo tale rapporto in due tronconi: il comportamento che hanno i lacché, i valletti del potere e il ruolo che spetta invece ai saggi, alle persone libere, sebbene rispettose delle istituzioni. Ovviamente quello che stiamo per illustrare vale in generale verso qualsiasi potere e a qualunque latitudine. Ma, per rendere più chiaro il concetto, circoscriviamo l’indagine alla realtà locale. Il lacché è colui che elogia le azioni del potere a prescindere, evitando sistematicamente i chiaroscuri, i dubbi, le contraddizioni e ignora tutte le negatività. E’ colui che esalta il rifacimento della piazza, dei marciapiedi, la nuova rotatoria e mette la benda agli occhi di fronte alla tolleranza degli abusi (dall’occupazione abusiva di suolo pubblico alla violazione di qualsiasi legge o regolamento comunale). Prendiamo il Comune d’Ischia: vanno benissimo le ricostruzioni di scuole, le ristrutturazioni, gli adeguamenti, le nuove palestre, ma perché deve calare il silenzio sull’assurda situazione di un edificio liceale che insiste su un’area che non ha mai ricevuto, e mai più potrà ricevere, il collaudo, per non avere le amministrazioni comunali ,che si sono succedute, controllato a dovere la regolarità dei lavori rispetto al progetto e al capitolato, con grave danno alle casse del Comune; e per aver fatto scadere i termini entro i quali chiedere alla Regione una nuova commissione per il collaudo? Perché il Sindaco, la Giunta e i consiglieri comunali tacciono di fronte a questa situazione e perché i rappresentanti scolastici non esigono chiarimenti?
Il Golfo sta effettuando una serie di interviste ai vari amministratori comunali, che si limitano a ripetere lo slogan elettorale della bontà e funzionalità della maggioranza “allargata”, senza indicare nessun reale progetto, indirizzo, soluzione, se non – da ultimo Gianluca Trani – la Fata Morgana di Ischia che sarà “Giardino d’Europa”. Ma quale Giardino d’Europa? Ischia ha da sempre bellezza naturale, storica, archeologica, geologica, che la porrebbero tra le perle mondiali, ma da anni stiamo facendo di tutto per declassarla e degradarla con le negatività simili a quelle delle peggiori città (traffico, anarchia di regole, abbassamento del livello turistico). Ma i “cortigiani”, i valletti del potere fanno finta di non vedere. Ci fosse qualcuno che avesse il coraggio di alzare la voce per i colpevoli silenzi sulla procedura di gara per i lavori del Porto d’Ischia. A dicembre sono scaduti i termini di presentazione delle offerte, a metà gennaio è stata nominata la commissione giudicatrice di gara (con tutto il rispetto per i tecnici locali nominati, riteniamo che per un lavoro così importante e tecnicamente complesso, sarebbe stato opportuno nominare in commissione almeno qualche professore universitario della Federico II, Corso di laurea in Ingegneria delle Infrastrutture, o della Parthenope, Facoltà di Scienze Nautiche). Ma tuttora non ci è stato detto quante e quali ditte hanno presentato offerta.
Avessimo letto o sentito un grido di dolore per i dieci anni di scempio per la costruzione del parcheggio della Siena. Ci sono voluti dodici cittadini, con idee e orientamenti politici molto diversi tra loro ma tutti custodi del bene comune, per attrarre l’attenzione dell’opinione pubblica sull’intenzione del privato di elevare ulteriormente il livello della costruzione con box auto in superficie e pannelli solari, che avrebbero compromesso irreparabilmente il paesaggio. Di fronte alle gravi irregolarità l’Amministrazione comunale si è limitata a ripetere stancamente che si trattava di “opera privata” in cui il Comune non poteva mettere becco. Perlomeno la Soprintendenza, che pure era stata distratta in passato, ha avuto poi un sussulto di responsabilità mettendo in evidenza le irregolarità. Ma chi deve rispondere dei molteplici sopralluoghi e verbali di controllo dell’Ufficio Tecnico Comunale che hanno dato sempre esito positivo di conformità dei lavori rispetto alla concessione edilizia? Sull’ing. Franco Fermo, personalmente, non ho alcun dubbio di integrità, ma qualche altro responsabile o “irresponsabile” ci dovrà pur essere. Per anni il Comune si è schermato dietro una presunta opera esclusivamente privata (assurdo sostenere ciò quando l’opera, di indubbia rilevanza pubblica, era fatta in “convenzione” col Comune, convenzione che doveva essere sancita con un Atto di Sottomissione regolarmente deliberato dalla Giunta anni fa ma mai formalizzato e controfirmato dal privato). Ragion per cui i dodici cittadini hanno dovuto diffidare il Comune a mettere in atto tale convenzione finita nel dimenticatoio.
Ora che le cose, grazie alla Soprintendenza e ai dodici cittadini, si stanno mettendo sui binari giusti (giardino pensile in superficie senza box e senza pannelli fotovoltaici) emerge all’improvviso l’assessore Paolo Ferrandino a cantare vittoria per un’opera ritenuta fondamentale per Ischia Ponte. Ma come, vi dichiaravate “estranei” e adesso vi proclamate “artefici” dell’opera? Alla società privata, che ha fatto un passo verso il senso di responsabilità, chiediamo di non forzare la mano: non va bene che si voglia consentire il parcheggio di auto in mezzo al verde e non va bene che riduca il porticato del palazzo Pirozzi, adiacente il parcheggio, a un ricettacolo di rifiuti (sedie vecchie, arredi rotti ed altro), approfittando del fatto che un paio di negozi del sottoportico sono stati tempo fa acquistati da Santaroni. Il porticato di quel palazzo viene riportato anche nel libro “Ischia identità negata” della professoressa Ilia Delizia per la sua importanza storico architettonica. Ecco che cosa scriveva nel 1987 al riguardo Ilia Delizia: “ L’insistenza di atteggiamenti così disimpegnati nei confronti dell’identità storica dei luoghi si esprime invece nel permanere di programmi megastrutturali e nell’ottica progettualistica di una piazza attrezzata con negozi e sottostante parcheggio nell’unico spazio verde, all’ingresso dell’abitato di Ischia Ponte, stratificato nella memoria collettiva come zona di separazione tra l’”antico” e il “nuovo” senza alcuna considerazione per edifici di grande significato nella scena urbana, mi riferisco ai Palazzi Tirabella, Scalfati, Pirozzi e all’edificio del Seminario”. Ischia Ponte merita rispetto e se vogliamo veramente arrivare all’obiettivo di mettere il Borgo al centro del progetto “Ischia Patrimonio Unesco dell’Umanità” non possiamo consentire assalti di alcun tipo al contesto storico, paesaggistico, geologico e archeologico. Perché ciò accada, continuino pure a tacere i lacché, ma s’innalzi il livello di guardia degli uomini liberi e saggi. C’è una bellissima lettera (la n.73) di Seneca a Lucilio dal titolo “Il saggio obbedisce alle leggi e rispetta le autorità”. Egli spiega che i veri saggi non sono mai arroganti e ribelli, non disprezzano i governanti. E’ sempre interesse dei saggi che ci sia pace sociale e rispetto tra i cittadini e tra questi e il potere, per il semplice motivo che i veri saggi devono curare i loro veri interessi nella serenità. L’arroganza e la prevaricazione invece rompono gli equilibri sociali e ciò è interesse di chi saggio non è. Ma c’è qualcuno al potere in grado di percepire questa sensibilità e questo livello culturale?
Ecco: Ischia ha bisogno di un sindaco come Franco Borgogna!!!