IL COMMENTO L’isola e il turismo cafonal, come il girone dei dannati
DI MARCO BOTTIGLIERI
Aumentano i turisti di prossimità, in questa estate ischitana 2020 caratterizzata e influenzata dal triste periodo del Coronavirus. Aumentano, di conseguenza e in misura quasi esponenziale, i turisti “cafonal”. Non è solo questione di decoro, ma anche di sicurezza e visione miope. La nostra isola, anziché essere “territorio esclusivo” di una clientela che sceglie le proprie vacanze per rilassarsi e divertirsi, che sa anche come trattarla (che poi significa rispettarla), diventa preda di orde di vacanzieri per lo più low cost, culturalmente low cost, che la trasformano in un girone dantesco, di quelli che ospitano i peggiori dannati .
Ad agosto l’arrivo sull’isola d’Ischia di un turismo più popolare e meno raffinato sembra riunire, come accade davvero in pochi casi, un po’ tutti gli isolani in un unico sentimento di sconforto, quasi come se l’isola, per quattro settimane, e con il periodo culminante assoluto di Ferragosto, fosse presa d’assalto da barbari e conquistatori, da quei famigerati “Mao Mao” considerati alla stregua di sanguinari colonizzatori che arrivano su un’isola da saccheggiare e depredare, offuscando quella tranquillità ed eleganza che dovrebbe caratterizzare l’isola d’Ischia per tutto l’anno.
Sarebbe però opportuno fare un po’ di autocritica, per una certa rappresentanza dell’isola d’Ischia che richiama un tipo di turismo che è francamente difficile individuare nelle nostre isole sorelle come Procida o Capri, luoghi in cui la tranquillità e la pace sono davvero di casa tutto l’anno e dove urla, abiti poco eleganti e scene da bassi napoletani sono una rarità. Ogni anno, di questi tempi, è come se il turismo degli “indesiderati” costringesse l’isolano a fare i conti con la propria coscienza, forse sporca, e a ricordare che se certi ospiti, per molti sgraditi, arrivano sull’isola è perché qui ci sono le condizioni adatte a ospitarli.
C’è l’affittuario senza scrupoli che pur di monetizzare durante il mese di agosto non si cura di quante e quali persone ospita nei propri locali. C’è un traffico da far paura, che poco ha da invidiare alle metropoli nelle ore di punta, che invita e per certi versi costringe (considerato l’eccessivo costo degli spostamenti sull’isola) ad utilizzare la macchina e aumentare ancora di più la sensazione di trovarsi in una grande città e non in una incantevole isola del Mediterraneo. C’è poi un grado di scostumatezza diffuso e di scarso rispetto per il proprio territorio che a volte rende davvero difficile capire se la persona appartenente alla tribù dei “Mao Mao” arrivi della terraferma o sia un autoctono.
L’accusa rivolta ai turisti della convenienza è semplice: arrivano sull’isola, affollano esigui stanzini per risparmiare sul fitto, dormono magari a turni pur di godere delle vacanze sulla rinomata isola d’Ischia e non fanno girare l’economia. Un capitolo a parte andrebbe dedicato al vestiario, un campionario di stile quanto mai discutibile, e spesso volgare. Al netto di tutto ciò, c’è da chiedersi: cosa vuole fare da grande quest’isola? Continuare a essere un punto di riferimento per un turismo di bassa qualità o finalmente proiettarsi verso una ospitalità riservata per lo più ad ospiti eleganti e raffinati? Purtroppo anche questo mese di agosto appena trascorso non ha risparmiato all’isola cronache ”cafonal “, e questo non ci aiuta ad essere ottimisti.