LE OPINIONI

IL COMMENTO Le radici antiche di Peppe Barra

DI GIORGIO DI DIO

Ho salutato da vicino Peppe Barra in occasione del “Premio Concetta Barra”. Dopo i concerti dei cantautori Tommaso Primo e Toto Toralbo, la folksinger pugliese Rosalba Santoro e la partecipazione dell’attrice e cantante Lalla Esposito, con al pianoforte il maestro Antonio Ottaviano,è venuto il momento in cui Peppe doveva salutare il pubblico, tutto raccolto per festeggiare gli 80 anni del maestro. 80 anni sono 80 anni e si vedono come si vedono in tutti. Ma quando Peppe ha cominciato a cantare gli 80 anni sono scomparsi. Ha sprigionato una voce di tale forza da risultare quasi incredibile. Ho risentito Peppe Barra nei giorni successivi quando gli ho dato, insieme a mia moglie Anna, sua cugina, le condoglianze per la scomparsa del fratello Gabriele Barra. Gabriele Barra, il fratello bello della famiglia, è uno dei rami delle radici di Peppe Barra. Chitarrista bravissimo ma anche cantante, collaboratore delle Nuova Compagnia di canto popolare, ricercatore di una particolare musica popolare che ha contribuito alla realizzazione di un long play interpretato dalla madre Concetta Barra. Ha accompagnato il fratello Peppe in numerosi teatri napoletani. Divulgatore della musica popolare napoletana dal Quattrocento e novecento.

Abbiamo detto che Gabriele è uno dei rami delle radici di Peppe. Ma le radici sono un groviglio piantato nel corso di una vita e anche prima della vita. Una storia lunga quella di Peppe, una storia che non sarà mai cancellata che non si può cancellare, la storia delle radici di quello che è stato, di quello che ora è, una storia che attraversa gli spazi del tempo dal presente a un passato molto lontano. La radice più grande, più forte di Peppe Barra è quella della madre Concetta Barra. La radice di Concetta era saldamente intrecciata a quelle delle sue sorelle Nella e Maria. Certo oggi nessuno le ricorda più, ma le sorelle di Concetta hanno contribuito a far nascere il suo mito. Alla fine degli anni Trenta le tre sorelle fondarono il Trio Vittoria. Figlie di Antonino Grasso, guardia carceraria siciliana e di Michela Di Giovanni, che cantava nel coro dell’Abbazia di San Michele Arcangelo. Certo le tre sorelle se la voce l’hanno ereditata da qualcuno, quel qualcuno è la madre. La loro bella voce, la voglia di cantare, la loro insofferenza a stare in casa, le spinsero a iniziare un’avventura. Fittarono una barca a Mergellina e se ne andavano per mare e cantavano. Pian piano il pubblico di barche aumentò e cominciarono ad avere successo. Con il successo si scelsero anche un nome e , visto che già c’era il Trio Lescano, da cui presero molto, decisero di chiamarsi Trio Vittoria. Così cominciò l’avventura per i piccoli teatri d’Italia e poi, quando l’Italia entrò in guerra, cominciarono a rendere meno dolorosa la guerra dei sodati al fronte.

Dallo spettacolo mischiato ai proiettili e alle bombe, diventando sempre più famose, cominciarono ad esser scritturate, e a lavorare con personaggi di alto rilievo come Totò, Aldo Fabrizi e Alberto Sordi. Il Trio si spezzò quando Concetta incontrò a Roma Giulio Barra, attore e fantasista, e se ne innamorò. Si sposarono senza mai dimenticare il loro amore per l’arte e diedero vita al duo Barra. Dal matrimonio nacquero prima Peppe e poi Gabriele e Antonio. Allora le radici si divisero anche se si sa, sotto la terra le radici sono intrecciate in un abbraccio senza tempo. Nella e Maria emigrarono in America. Che fine hanno fatto? Peppe l’ha raccontato tante volte. Nella ebbe una lunga storia con Harry Belafonte. Poi sposò l’attore genovese Domenico Pelloni che si faceva chiamare Harry Mimmo. Nella poi morì ed è sepolta a Hollywood. Maria continuò la sua carriera artistica. Si faceva chiamare Maria Vittoria e cantava nei locali affollati dell’America chiassosa. Poi conobbe un veterinario americano, Mister Spenner.Si trasferì con lui nel Nebraska ed ebbe sei figli. Ma la sua arte nonera mai scomparsa e nel 1986 partecipò in Italia a uno spettacolo con Concetta, Peppe e Giulio Barra. Le radici sono nodi dove ogni essere umano può ricercare i suoi tumulti interiori, dove andare alla ricerca della conoscenza, dove cercare le proprie virtù. Le radici si ricordano sempre, certamente Concetta Barra noi ha mai dimenticato le sue sorelle. Come Peppe Barra non potrà mai dimesticare la radice più grande, sua madre Concetta. Peppe è Concetta sono la stessa radice, fendono la stessa arte. Lu ne sente la presenza sempre, in passato e in questo tempo. Fino in fondo a sé stesso. Un flash che arriva nel cuore, che cancella i rumori , gli scoppi, le grida, la rabbia, cancella ogni cosa. Lascia solo l’amore per l’arte, l’amore di una madre per figli, l’amore dei figli per una madre. A ogni premio Concetta Barra, a ogni ricordo, qui, nel profumo della nostalgia, nelle note della sua voce, nel profilo ramificato delle radici intrecciate.

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