LE OPINIONI

IL COMMENTO Le critiche a Fuksas e l’assenza della cittadinanza

Nei giorni scorsi si è palesato uno scontro professional-ideologico tra il prof. Francesco Rispoli, docente di Composizione Architettonica presso la Facoltà di Ingegneria della Federico II e l’arch. Fuksas, il cui Studio ha elaborato un Progetto di Rigenerazione per Casamicciola. Non sono un architetto e nemmeno un urbanista ma un modesto opinionista laureato in Scienze Politiche, per cui mi limiterò a valutare i 5 Progetti per la Ricostruzione e la stroncatura di Rispoli da un punto di vista politico-sociale ed economico, non sotto il profilo strettamente tecnico architettonico. Rispoli lamenta, in primo luogo, una carenza metodologica e cioè la mancanza di confronto e ascolto delle varie Associazioni esistenti e dei cittadini in genere. Insomma, il Progetto sarebbe sostanzialmente calato dall’alto. Francamente, considerato anche che sono passati alcuni giorni dalla presentazione del progetto, non mi sembra che una pluralità di Associazioni e cittadini abbia sentito il dovere di esprimersi (a favore o contro) né tanto meno di fare delle controproposte. In particolare, sarebbe stato utile conoscere il parere del PIDA (Architetti) peraltro molto attivo in altre occasioni. Associazioni, quali? Quelle sorte dopo gli eventi catastrofici (terremoto ed alluvione) ma squagliatesi per strada e acconciatesi in vista delle elezioni amministrative a Casamicciola? Quale Associazione ha proposto delle soluzioni concrete per la rigenerazione di Casamicciola, al di fuori del personale impegno del prof. Luongo, di Peppino Mazzella, di Caterina Iacono, di CO.RI.VERDE (la cui proposta centrale è la creazione del Parco Regionale Protetto del Monte Epomeo)? Per il resto, diciamo la verità, la maggior parte dei cittadini si è preoccupata strettamente dei problemi legati alla propria casa e a ciò che ha perduto o è stato compromesso (che non è poco, ce ne rendiamo conto), Con chi, dunque, non c’è stato il necessario confronto? Forse con gli altri Comuni isolani, non direttamente coinvolti (o coinvolti in misura minore) dalle calamità naturali? Quelle stesse amministrazioni che non ritennero di dare il necessario contributo nel reperimento di alloggi alternativi e nemmeno di discarica delle macerie, ad eccezione di Forio che, per questo, è stata anche criticata? E che, in un momento immediatamente posteriore agli eventi dannosi, si sono affrettati a rispondere alla campagna mediatica del fango con una controcampagna tesa a far sapere che “ solo Casamicciola” era stata interessata dall’evento calamitoso?

Quindi davvero non saprei dire se il Progetto Fuksas risulta calato dall’alto per responsabilità del progettista, del Sindaco, del Commissario Legnini o per assenteismo della società di Casamicciola. Questo per quanto riguarda il metodo, ma veniamo alla sostanza del progetto. Devo dire che anch’io sono rimasto perplesso per alcuni aspetti che sembrano aver sovvertito gli stessi indirizzi che avevano delineato lo stesso Sindaco Giosi Ferrandino o il Commissario Legnini. E mi riferisco in particolare alla destinazione che si vuole dare al complesso del Pio Monte della Misericordia. Il Sindaco Ferrandino sembrava voler puntare sull’ipotesi di destinare la struttura fronte strada a Istituto Universitario per una Facoltà dedicata alle competenze e attività legate al Mare. Tale progetto era stato confermato, di recente, dal Vice Sindaco Antonio Carotenuto in una trasmissione televisiva, in cui ero ospite opinionista. Il Commissario Legnini contava di destinare la parte retrostante del complesso a un certo numero di abitazioni per i delocalizzati dall’epicentro degli eventi calamitosi. Invece la destinazione prevista dal Progetto Fuksas punta su un Polo scolastico primario e secondario e su un Centro Universitario dedicato alla Ricerca scientifica sulla Cura Termale e del Benessere. Mi permetto di osservare che,in tal modo, mancherebbe del tutto un aggancio economico-sociale all’Area Portuale e alla Nautica da diporto che invece dovrebbe costituire un polo di grande importanza e ricaduta economica. Mi sembra una grave sottovalutazione ignorare il rapporto sinergico col Porto Turistico (parte comunale e soprattutto l’attrezzata Cala degli Aragonesi) che è richiamo di un turismo alternativo a quello termale curativo. L’estetica va bene e quindi il restauro architettonico del complesso, ma né il Polo scolastico né il Centro Universitario per la Ricerca scientifica su termalismo e benessere costituirebbero un valore aggiunto rispetto alle tradizionali fonti di reddito. Quello più denigrato e deriso è il Progetto Termale La Rita, dove ha giocato negativamente l’aver ripreso, in disegno, un’immagine ricorrente e già sfruttata di piscine a cascata, come ci sono in varie località termali. Dire, però, che si è “scopiazzato” questa o quella realtà termale, mi sembra esagerato. E’ evidente che si voleva rendere un’idea di soluzione possibile, non di offrire un disegno definitivo ed originale del progetto.

Discutibili le soluzioni per Piazza Bagni e Piazza Maio; la prima basata su un giardino centrale e sei fontane da cui sgorgano le acque di fonti diverse, la seconda basata sulla memoria e la voglia di rinascita del paese, caratterizzata da una serie di spazi e percorsi verdi che dovrebbero favorire la ricucitura del tessuto sociale connettivo, più una serie di basamenti costruiti con i materiali di risulta del terremoto. Quest’ultima idea è stata particolarmente criticata dall’ing. Rispoli che la ritiene una brutta e pallida copia del Cretto di Gibellina ad opera di Burri, di ben altro spessore, costruito con le macerie del terremoto del Belice. Dove non sono d’accordo con le valutazioni del prof. Rispoli è per Piazza Marina e waterfront, il cui progetto di svuotamento del rudere del Capricho, il ripopolamento del verde e percorsi pedonali, l’inserimento di tre padiglioni innovativi con strutture leggere e flessibili, per un uso di incontri, socialità, dibattiti, a me non dispiace affatto. E chi viaggia avrà sicuramente visto che molte piazze sono coperte da tensostrutture fantasiose che “raccolgono” i cittadini senza compromettere la leggerezza e la bellezza delle piazze. Particolare non secondario è un’opera che costa poco e che, secondo i tempi e le necessità, può facilmente rimodularsi e riadattarsi. Ho visto piazze con tensostrutture (o materiali similari) e grandi coperture in membrana, basate solo su tensione e compressione, molto gradevoli e resistenti agli agenti atmosferici, in particolare realizzate dalla Maco Tecnology del Lago d’Iseo (Bs), che hanno anche il pregio di non essere soggette a normative sismiche. Ad essere sincero, ancor prima che lo Studio Fuksas pensasse a questa soluzione per Piazza Marina, avevo pensato che l’attuale Piazza Croce a Ischia Porto potesse riacquistare una propria identità (smarrita ) di socialità e unitarietà, proprio con una tensostruttura. Detto questo, e precisato che nessuno (credo nemmeno il Sindaco di Casamicciola e il Commissario Legnini) ritengono il progetto Fuksas intoccabile e non rivedibile, affinché avvenga un esame condiviso e sentito dalla collettività c’è bisogno di alcune premesse: che si sgombri il campo da pregiudizi di tipo ideologico politico (Fuksas in genere è detestato da settori politici conservatori); che le osservazioni e critiche siano “costruttive” e non demolitorie; che non vengano demonizzati dagli amministratori alcuni tecnici ritenuti antisistema o forme di cittadinanza attiva che ambiscono a recitare un ruolo di collaboratori civici.

In questa luce, uomini come Giuseppe Luongo (per sua natura scienziato e libero pensatore) non possono essere demonizzati ed ignorati, non possono essere considerati “rompiscatole”. E nell’elaborazione di un Progetto di Rigenerazione di Casamicciola non si può far finta che non esista sul tappeto una proposta di Parco Naturale e Scientifico Internazionale per lo studio dei terremoti superficiali e delle Acque, proprio dove si vorrebbe una Piazza della memoria (quale modo migliore di cristallizzare la memoria se non un Parco di alta ricerca scientifica?) Così come non si può far finta che non esista sul tappeto la proposta di un Parco Regionale Protetto del Monte Epomeo. Queste due proposte sono anch’esse potenziali “pilastri ricostruttivi”. In definitiva, come ha affermato Rispoli: Ferrandino e Legnini sono due persone competenti che dovranno recuperare queste ipotesi di lavoro rimaste inespresse nel Progetto Fuksas, così come anche sono rimaste ai margini la necessità di recuperare abitazioni per gli sfollati e la cucitura tra entroterra e portualità, termalismo e attività legate al mare. Ma lo dobbiamo fare con ragionevolezza, pazienza, rispetto e senza eccessi di giudizi definitivi e tranchant.

Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

1 Comment
Più vecchio
Più recente Più Votato
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Beta

Il Fuksas-pensiero di rigenerare Casamicciola attraverso la risorsa-acqua di terme e mare, sembrava la giusta linea progettuale, tuttavia il rendering risulta alquanto deludente perché fuori contesto formale: l’anima vulcanica dell’isola ed il suo genius loci mediterraneo, è totalmente assente.
È anche vero che si tratta di un progetto di massima che deve solo rendere un’idea e non di un disegno definitivo, tuttavia la forma è sostanza e sarebbe stata auspicabile una maggiore empatia con il territorio.
Il luogo è sempre un’entità unica con una storia ed un suo significato, che è possibile comprendere proprio attraverso la visione delle persone che gli hanno attribuito e gli attribuiscono un valore, ed è in questo senso che il dialogo con la comunità può condurre alla sua percezione…
Sul mancato “aggancio economico-sociale all’Area Portuale ed alla Nautica da diporto”, condivido con lei che avrebbe costituito un polo di grande importanza, con una ricaduta non solo economica ma anche di tutela dell’ambiente dell’isola.

Pulsante per tornare all'inizio
1
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex