IL COMMENTO Le associazioni culturali e il fascino del potere
Qualche giorno fa ho scritto alcune considerazioni a proposito delle voci riguardanti movimenti preelettorali. Mi sono riservato di sviluppare, col presente articolo, un aspetto particolare che sta emergendo in questa fase di “allenamento”, di “precampionato” delle elezioni amministrative del Comune d’Ischia. Ed è l’aspetto riguardante il rapporto che l’Amministrazione cerca con il mondo (“mondo” è esagerato, meglio il termine “nicchia”) della cultura e dell’associazionismo e il rapporto che le associazioni – a loro volta – cercano con il potere politico. Non farò i nomi, ma si sappi che si dà per certa la discesa in campo (a fianco della maggioranza) di importanti personaggi della cultura ischitana, nomi di tutto rispetto. Il nostro primo pensiero al riguardo potrebbe essere: “Bene, c’è la possibilità che s’innalzi il livello medio di competenza dei consiglieri e dell’Amministrazione”. Poi la ragione ci riporta ad una più realistica e verosimile valutazione. C’è il rischio di un “risucchio”, nei soliti meccanismi del potere, di alcune tra le menti pensanti di questo paese. Ma voglio esplicitare meglio il mio pensiero. Il Comune d’Ischia ha un Sindaco, al quale imputo errori di impostazione amministrativa, ma che ha alcune competenze, l’educazione, la correttezza di esposizione che gli consentono – nelle occasioni di eventi culturali – di rappresentare con molta dignità e decoro l’Ente locale. Sarebbe ingiusto non riconoscergli questa capacità. Così come bisogna ammettere che l’assessore Luigi Di vaia ha una formazione democratica che lo mette in sintonia con “buona parte” dell’associazionismo.
Ma ecco il punto debole della questione: l’Amministrazione in carica colloquia ed interagisce con “buona parte” dell’associazionismo ischitano o delle rappresentanze economiche sociali. Con “buona parte”, non con tutti! Anche se animata da buone intenzioni, la parte più reattiva dell’Amministrazione divide l’elettorato e le rappresentanze socio economiche in “amici” e “nemici”. Viene creato un solco tra chi è considerato amico dell’Amministrazione e chi non lo è, senza capire che stimoli, suggerimenti, correttivi è molto più facile che arrivino da chi “si oppone” anziché da chi “si allinea”. Intere Associazioni, non solo dunque i singoli cittadini, vengono tenute ai margini o – al contrario – “coccolate” a seconda del grado di fedeltà. Anche qui, non farò nomi di Associazioni gradite e di quelle non gradite, ma la discriminazione è di facile lettura. A fronte di questa discriminazione operata dall’alto, dal basso arriva un comportamento che spesso lascia perplessi: alcune Associazioni che si ritengono nelle grazie del Sindaco e dell’Amministrazione, rinunciano ad ogni sinergia con le altre espressioni socio economiche e culturali, per giocarsi in proprio la partita, ottenere un canale preferenziale col potere. Una detestabile scelta di “mors tua, vita mea”. Ultimamente si è avuta una modifica di questo atteggiamento, nel senso che tendono a fare sinergia e raggruppamento tra loro quelle espressioni del mondo culturale ed economico che si sono accorti di essere privilegiate dal potere.
Esiste ancora un altro aspetto della questione, una discriminazione nella discriminazione: sia esponenti dell’Amministrazione che esponenti della cultura privilegiano questo o quell’organo di informazione (stampa, televisione o altre fonti) ad escludendum per le altre. Passi per l’Amministrazione comunale che può ritenere “ostile” una fonte informativa, ma che tale discriminazione la facciano anche esponenti della cultura (e potrei fare diversi esempi) è operazione altamente anticulturale. Questo modo di esercitare il potere da un lato e di fare cultura dall’altro, non fa altro che scavare ancora di più il fossato tra i cittadini e il potere, diseducare i giovani, ai quali viene mostrato un modello comportamentale di opportunismo che non sviluppa né la vera cultura né il livello civile dell’isola. Cultura è “libertà di pensiero e di azione”. Nulla a che fare tuttavia col nichilismo montante di chi anarchicamente nega ogni possibilità di sbocco democratico delle istituzioni. Cultura è rispetto delle istituzioni democratiche, fiducia nel futuro sapendo però che “costruire futuro” è un’impresa molto difficile e che il “progresso” non è affatto scontato, ma bisogna guadagnarselo con onestà d’intenti, con compromessi che riguardino solo la conciliazione necessaria di interessi molteplici e legittimi della società, non certo compromessi diretti ad ottenere benefici personali o di lobby. Dunque, attenzione che le prossime elezioni amministrative non costituiscano, ancora una volta, una trappola vietnamita in cui finiscano con lo sprofondare intellettuali e personaggi emergenti della società ischitana. E’ già capitato con il capitolo delle assunzioni pubbliche: bravissimi giovani nel campo, per esempio, del giornalismo sono stati “cooptati” dagli enti locali, finendo con l’esercitare funzioni impiegatizie lontane dalla loro aspirazione ed attitudine, in quanto l’intento degli amministratori non era quello di esaltare le qualità dei giovani, ma quello di “inglobare” potenziali soggetti di pensiero e comunicazione e di presa di consenso su fasce giovanili.
Signori amministratori, lasciate in pace la cultura, che ha bisogno di autonomia dal potere, altrimenti non serve a nulla. Lasciate in pace anche le Associazioni di categoria, di carattere socio economico, perché anch’esse hanno bisogno di elaborare liberamente strategie di settore da sottoporre al potere amministrativo, a cui tocca operare una sintesi e una conciliazione di queste diverse istanze. E voi signori rappresentanti di Associazioni culturali, di categorie economiche, di religione o sport. Esercitate la vostra indispensabile funzione di rappresentanza di precise istanze sociali, non lasciatevi irretire dalla “scorciatoia” del potere. Essere un ganglio vitale della società, essere un cittadino attivo, non è affatto meno importante che essere assessore o consigliere comunale.
MA COME PUOI ……!