IL COMMENTO L’auspicio che l’anno pari sia positivo
DI LUIGI DELLA MONICA
Leggendo le dichiarazioni degli autorevoli “capezzoni” dell’isola, tutto lascia sperare in bene per la ripresa dell’economia nell’anno che verrà. In queste Festività, fino al momento in cui scrivo, ho visionato con i miei occhi che le cose stanno seriamente così, ma la mia funzione di opinionista mi porta a notare spigolature che devono essere corrette e rimediate. Prima fra tutte è la supponenza, l’albagia che chiunque venga ad Ischia, mi riferisco al non detto ed al percepito, lo faccia per appropriarsi di una fetta di Paradiso, che l’isolano però gli deve far pagare salata. Niente di nuovo che non accada nelle viciniori Sorrento e Capri, ma attente a quelle due, che ti stanno incominciando a presentare il prodotto turistico della SPA e del festival cinematografico d’inverno. Nessun turista ardisce di pensare che la capitale della penisoletta degli aranci e dei limoni, oppure l’isola azzurra siano gratuite, ovvero pagabili a poco prezzo, ma il potenziale ospite di Ischia, forse mosso dalla consapevolezza che essa sia più grande, la esplora con un sottile inconscio collettivo di natura predatoria; questo comune sentire viene percepito dall’operatore turistico isolano che gli restituisce brutalmente pan per focaccia, riemergendo quell’ancestrale significato del termine greco “pitecussai” (lanciatori di fuoco o dispettosi come le scimmie).
Per carità di Dio non sto giustificando questi e quelli, i turisti scostumati, di qualsiasi provenienza geografica essi siano – si ricordi il famoso autobus di turisti che nel febbraio 2020 portarono il covid19 a Ischia – o gli isolani da alcuno definiti “prenditori”. Sto semplicemente sintetizzando la summa delle conversazioni occorse in giro per l’Italia, a cui ho partecipato come uditore o come attore, sul comune sentire degli italiani in particolare sull’idea di vivere una vacanza ad Ischia. Uno su tutte: le terme, a seguire l’enogastronomia con il coniglio all’ischitana ed i vini d’eccellenza, il mare sicuramente, il diporto non pervenuto, ma Giulio Golia lo scorso 3 ottobre ce ne ha dato un saggio amarissimo. Questo patrimonio immateriale percepito dai forestieri deve essere correlato al minimino comune denominatore di tutti gli eventi delle Feste Natalizie 2023-2024, che certamente era posto in coerenza con il progetto della destagionalizzazione dell’offerta turistica. Ma guardiamo in faccia alla realtà: tutte le strutture di aggregazione sociale sono progettate all’aperto ed in questo periodo il fattore alleato della buona riuscita è stato il meteo eccellente parametrato al periodo. Mezza pioggia il 31 dicembre ha fatto fuggire il grosso degli entusiasti partecipanti allo street food di San Silvestro ad Ischia Ponte e stava per impedire la manifestazione a Piazza Antica Reggia in Ischia, come tutte quelle organizzate in largo per l’isola intera. Il mio teorema è stato confermato dal “sold out” del concerto al chiuso della banda “Città di Ischia”, per cui ho già affermato in passato che l’isola deve fortemente spendersi per un teatro tutto suo e pieno di artisti di calibro nazionale ed internazionale. Le terme più note sono chiuse, mentre il prodotto è fruibile solo per gli ospiti dei pochi alberghi aperti e provvisti al proprio interno di sorgenti termali. I ristoranti più noti che sono nominati da tutte le recensioni delle riviste enogastronomiche del settore erano chiusi per la maggiore e non offrivano il coniglio. Non cito il luogo preciso, ma ho visto una enoteca offrire aperitivo con vino siciliano…
Qualcuno degli isolani, ecco perché ipotizzo sia vera la mia teoria della supponenza e della presunzione autoreferenziali del sentirsi ischitani e quindi migliori degli altri, immagina forse che fuori della Provincia di Napoli siano pochi o quasi inesistenti i conoscitori ed estimatori dei gustosissimi amari alla rucola ed alla piperna? Ho assistito ad un evento musicale dove erano accorsi artisti di musica classica, di fama nazionale ed internazionale, che non erano conosciuti bene dai presenti, intervenuti soltanto per la curiosità e per dare lustro agli autorevoli organizzatori: ho visto gli stessi spettatori uscire entusiasti ed ebbri di gioia per avervi partecipato, invocare il bis ed applaudire coralmente i professionisti. Con mio rammarico ho visto molti turisti, ma non quanti meriterebbe l’isola e quanti hanno letteralmente assediato le su citate Capri e Sorrento ed ho appreso che un traghetto il 2 gennaio ha impiegato da Ischia a Napoli, via Procida 2.40h: immaginate che Livorno-Bastia si percorre in 4h e sono 71 miglia nautiche! Un’altra differenza abissale è che quanto ai traghetti, se pure si vuole che le auto forestiere si imbarchino, non si riesce a raccordare amministrazioni, sindacati ed associazioni di categoria per la emissione di un biglietto “compra ed imbarchi – buy and onboarding”. In sette ore si percorre mediamente una distanza da Firenze a Napoli, ma il viaggiatore non avendo sicurezza sull’imbarco, cosa che invece è matematica quando si va in Corsica o in Sardegna, ad esempio, nei ponti delle vacanze, talvolta può perdere una mezza giornata prima di trovare posto, innalzando i tempi morti fino a 12-18 ore se si viene ad esempio da Torino o da Venezia.
Tutto questo a pro di che? Vedere Ischia in inverno senza terme, senza coniglio, senza eventi al coperto? Ecco che le scelte fuori stagione ti ricadono su Sharm El Sheik, su Tenerife, sui Caraibi, sulle Maldive… devo continuare? Basti pensare che volevo mostrare da un belvedere di Fontana a mio figlio e mia moglie il promontorio di Sant’Angelo, inserisco la monetina ed il cannocchiale non funzionava, ma la monetina nemmeno veniva restituita indietro: d’accordo avvocato, Lei è un puntiglioso insopportabile, ma cosa credete di buono che un tedesco, oppure uno scandinavo potrebbero pensare di questa sciocca storiella del primo dell’anno? L’isolano medio-piccolo pensa, e nessuno osi contraddirmi prendendomi le responsabilità di quanto affermo, “va buoo’, che se ne fott’, tanto ssta a Isschia, l’isola chù bell’ rumunn”. Quello stesso isolano di corte vedute, che il giorno 30 dicembre, per la verità una “signora”, in zona Casamicciola Terme – Perrone ha aggredito verbalmente per questioni di viabilità, precisamente una contestazione sul sito di fermata della autovettura privata della responsabile UOMI (Unità Operativa Materno Infantile) del Distretto 36 Asl Na2 Nord, fresca di incarico da settembre 2023, dopo circa 15 anni di vacazione del ruolo in organico. Voglio precisare che per amore di verità la suddetta Dirigente Medico non era proprio in ragione al 100%, ma le modalità arbitrarie ed antisociali manifestate dalla anonima persona verso la stessa, del tutto antitetiche alla notoria ospitalità isolana, sono lo specchio di una vicenda, che potrebbe ripetersi per l’avvenire nei riguardi di una famiglia di un bambino\a gravemente disabile, di una donna gravida, di una famiglia disagiata che viene a chiedere aiuto al consultorio familiare, ubicato in quella zona periferica, senza un parcheggio di accoglienza nemmeno degli handicappati, per cui le Autorità competenti dovrebbero farsene carico per reperire un’area alternativa; vengo poi a scoprire, parlando con gli altri operatori del centro medico, che esso è ubicato in quell’edificio da circa 20 anni, che l’immobile appartiene ad un privato e che nel passato sono state trovate automobili rigate, gomme tagliate, uova marce sul cofano: tutto questo nella vilipesa Casamicciola.
Quel medesimo Comune che, ferito nel cuore e nell’orgoglio di tutti noi isolani, per la tragedia dell’alluvione, nelle zone come Perrone, non colpite direttamente dalla disgrazia del novembre 2022, non perde occasione per aver dato il diritto di nascere e pascere ad una singola persona che ammonisce tutti gli isolani ed i forestieri, come nel caso della dirigente Asl, che la proprietà è quivi sacra e nessuno può toccarla, nemmeno la natura ed il Padreterno. Scusatemi la digressione, forse pleonastica, ma tale ultimo episodio mi consente di affermare che la rinascita epocale di Ischia deve anzitutto basarsi sul fattore culturale globalizzato e capillare sul territorio isolano, palmo a palmo. Non è più possibile pensare ad una disconnessione di singole parti dell’isola dall’intero brand, si deve incidere in ogni tessuto sociale e politico per evitare che anche le piccole inezie possano inquinare l’immagine isolana con un solo, unico insignificante turista o lavoratore pendolare. Se pretendiamo una posizione stellare dell’isola, dobbiamo offrire il Paradiso in terra ai nostri ospiti, altrimenti i surrogati sono dietro l’angolo a strapparci volentieri il podio di isola più bella del Mondo.
AVVOCATO