IL COMMENTO La tartaruga marina morta e il futuro del mare ischitano
DI FRANCESCO BORRELLI
Sulla spiaggia di San Pietro è stata ritrovata l’altro giorno una tartaruga marina morta. Non si sanno ancora le cause ma questo episodio ci deve spingere in ogni caso a riflettere sullo stato del nostro mare. Stiamo distruggendo uno dei beni più preziosi che abbiamo, volano di turismo, nutrimento e di salute. Oramai i nostri pescatori recuperano più rifiuti che pesci quando escono con le loro imbarcazioni. Troppa gente usa il mare come pattumiera, sversano dai liquami tossici alle bottigliette di plastica. Di questo passo l’eco sistema marino del golfo di Napoli è destinato a morire. Possiamo immaginare il nostro futuro senza il nostro mare? Io non ci riesco eppure non stiamo facendo passi avanti significativi per tutelare questa splendida risorsa naturale.
Continuiamo a fare costruzioni abusive che poi si allacciano abusivamente alle fogne o peggio scaricano illegalmente direttamente a mare. Continuiamo a permettere a tante industrie di avvelenare le nostre acqua, tolleriamo il diportismo selvaggio e incivile. Continuiamo a non investire nei depuratori. Per invertire la tendenza non basta parlare, per non trovare più tartarughe decedute sulle nostre costa dobbiamo decidere di cambiare i nostri stili di vita e di rispettare la natura. Ci è stato donato un paradiso e lo stiamo devastando. A Ischia proprio grazie all’impegno dei Verdi fu istituita l’area marina protetta Regno di Nettuno. Oggi è stata rilanciata dopo anni di cattiva gestione. Usiamo questa nuova occasione per lanciare un nuovo modello ambientalista proprio da questo splendido territorio. Le isole del golfo possono diventare i nuovi baluardi della difesa del nostro mare. Per farlo però bisogna cambiare e fare scelte radicali partendo da noi stesso. Se vogliamo consegnare un pianeta migliore a chi verrà dopo di noi è tempo di muoversi.
* CONSIGLIERE REGIONALE