IL COMMENTO La stagione turistica puo’ e deve essere piu’ lunga
DI GIANCARLO CARRIERO
I dati positivi registrati in queste festività non possono non farci riflettere su un punto. La stagione turistica ischitana deve essere più lunga. Possiamo e dobbiamo fare qualcosa di più affinché la nostra isola sia vissuta dai turisti non solo per quatto mesi l’anno. Per accogliere gli ospiti, però, c’è bisogno che l’isola funzioni al meglio. Più esercizi commerciali devono restare aperti anche nei mesi invernali, così come, e molti già lo fanno, ristoranti. In pratica dovremmo avere la forza di presentare ai turisti un’isola normale per sperare in un turismo che duri non solo nei quattro mesi estivi. Ischia deve essere pronta ad accogliere tutti coloro che la scelgono come meta per le proprie vacanze che non siano solo quelle estive. Le possibilità ci sono. Tocca a noi tutti sfruttarle al meglio. Nel corso dell’ultimo mese abbiamo potuto constatare come ci sia un appeal dell’isola anche nel periodo invernale anche grazie alle acque termali che rappresentano un unicum non replicabile. Nessun altro posto turistico, infatti, ha le nostre bellezze e le nostre acque.
Per questo l’ideale sarebbe quello di prolungare l’apertura delle strutture non più solo fino ad ottobre bensì fino alla fine delle festività natalizie, ovvero fino all’Epifania. E poi concedersi un paio di mesi di stop anche per pensare alla manutenzione delle strutture e ricominciare a marzo/aprile, in concomitanza con la primavera ed essere pronti per l’estate. Dobbiamo saper interpretare anche i buoni segnali registrati ed intercettare altri fattori positivi. Napoli sta vivendo un periodo d’oro dal punto di vista turistico. Dobbiamo essere capaci di collegarci bene al turismo napoletano, integrarci con il capoluogo ed intercettare i turisti che arrivano in Campania. Se da un lato abbiamo registrato una buona presenza di turisti in concomitanza con le festività natalizie e dell’anno nuovo, nei giorni di punta dei trasferimenti verso l’isola di Ischia e dall’isola alla terraferma, abbiamo registrato dei disagi nei trasporti. Questo continua a restare un nervo scoperto su cui c’è ancora tanto da lavorare.