LE OPINIONI

IL COMMENTO La stagione e le sue incognite

DI LUIGI DELLA MONICA

Non ci illudiamo che la stagione sia accompagnata da buoni auspici. Ciò è in parte dovuto dalla crisi post alluvione (perdonate l’ironia, ma chi vi scrive non ci ha mai creduto) ed in gran parte dal marketing che si è diffuso al di fuori dell’isola sulla sua immagine. Bene, anzi benissimo il messaggio mediatico dei 7km di tramonto del versante Ovest di Forio, sulla falsa riga di Santorini o di Formentera, ma non è sufficiente a contenere quanto accaduto lo scorso fine settimana: l’isola azzurra cugina stracolma di vip, di contro l’isola verde semivuota. Inizierò ad elencare una serie di rumors, le cosiddette chiacchiere da bar, sport preferito da certa opinione pubblica locale, che sono state udite dalle mie orecchie, mai troppo vecchie per trasmettere emozioni atte a provocare l’ebollizione del flusso sanguigno nei temperamenti più calmi. La colpa si deve individuare nella Regione, oppure negli armatori, o ancora nei turisti scostumati oriundi campani, perché noi isolani siamo sempre vittime innocenti di un qualche mostro proveniente dalla terraferma. Mai ci fermiamo a riflettere se forse questa falsa, cortese e prezzolata accoglienza ischitana sia inquinata da qualche deficit di mentalità nostrana.

Il sorriso di un isolano è presto garantito dalla sequenza comportamentale riservata all’ospite modello, il quale è individuato nel soggetto che paga, riceve il minimo perché egli si trova sull’isola più bella del Mondo dove non è lecito lamentarsi, se non sta bene qualcosa deve tacere, per cui viene invitato a non tornare più, a fronte degli altri dieci pronti a prendere il suo posto. Si assiste poi al fenomeno commerciale della vendita online di pacchetti turistici tutto incluso in altissima stagione ad appena 500 euro per persona a settimana, ma alcuni forestieri, interessati ad un breve soggiorno sull’isola, mi chiedono perplessi perché alcuni alberghi 4 stelle in agosto hanno preteso per cinque persone (due adulti ed tre bambini) con trattamento mezza pensione 10 giorni anche 8 mila euro; altri mi chiedono perché due adulti e due bambini ricevano sempre in altissima stagione richieste di 100 euro al giorno in residence o strutture bed and breakfast. Ancora si mormora che la ressa agli imbarchi in arrivo e partenza è un problema ascritto dai più alla Regione inadempiente alle richieste di assistenzialismo delle comunità insulari, matrigna infertile ed avida di voti sotto elezioni, ma omissiva sul controllo delle compagnie di navigazione. Di fatto si assiste, per il conferimento rifiuti ad un vero e proprio incubo, che ha trasformato le case private in siti di stoccaggio di tutte le tipologie di spazzatura e per i rifiuti ingombranti\speciali, se non si “regala” a qualcuno, si può convivere a vita con gli stessi, mentre nel bimestre luglio\agosto è una caccia al depositante selvaggio (naturalmente, si tratta forse, ma non ci metterei la mano sul fuoco, del turista oriundo della terraferma).

Le spiagge prive di bandiere blu, ma incorniciate nel circuito vizioso di pagare somme profumatissime, a fronte della purezza delle acque certificata dalla parola rassicurante del concessionario balneare, il quale disorientato ed annaspante nell’incertezza del 2025, si preoccupa di accumulare denaro sotto al materasso per la sciagurata decadenza per ordine dell’Europa dal suo titolo proveniente dal nonno o dal bisnonno, di cui ha conservato gelosamente anche le stesse strutture di 80 anni fa, o le ultime acquistate dal dante causa. Il ristorantino sulla spiaggia, che è il sogno ostinato di ogni piccolo operatore isolano, spesso presenta un buon livello da trattoria, ma offre prezzi da stelle “Michelin”. Questa è l’idea che gli italiani, fruitori abituali della Sardegna, della Sicilia e del Salento hanno di Ischia: un posto bellissimo, ma caotico e disorganizzato. Volenti o nolenti, questa è l’immagine che sta passando all’esterno di noi isolani ed è la conseguenza inevitabile del calo delle presenze dell’ultimo anno e mezzo. Ho visto molti giovani provenienti dai mondi anglofoni girare senza meta e senza scopo per Ischia Ponte, salvo sedersi annoiati ai tavolini dei ristoranti. Non voglio criticare la ristorazione in genere, ci mancherebbe, è l’ingrediente vincente dell’italian food, ma voglio significare che un’isola non si può limitare al solo dormire e mangiare, deve offrire anche eventi di intrattenimento, di cui Capri e Sorrento sono pieni e densi. Ciò vorrà inevitabilmente comportare che questa platea giovanile si asterrà per le prossime volte di fare visita ad Ischia, reputandola più una meta naturalistica per anziani o famiglie con bambini piccoli. Solo che mi domando dove siano questi eventi, se si fa eccezione per l’imminente festival sul Castello Aragonese, per la kermesse a seguire di Pascal Vicedomini e per il festival della filosofia a settembre.

Ischia ha perso la sua identità, non consente più di fischiare, cioè di trascorrere ore spensierate dalla noia delle stressanti città continentali. Il turista, a parte dover affrontare una traversata marittima poco confortevole, per le resse nelle file di imbarco e le dimensioni contenute delle infrastrutture portuali di arrivo e partenza, dopo aver preso possesso del suo alloggio non sa cosa fare, non sa a chi domandare il planning di una giornata di spensieratezza, svago e relax; deve essere fortunato se incappa nel residente ben informato sugli eventi locali, ma vi è una carente informativa a livello generale anche nei piccoli esercenti, i quali non si soffermano sul dare una impressione di accoglienza generale e quindi mostrarsi gentili ed ospitali, ma sono angosciati dal timore di vedere entrare un potenziale cliente che non compra nulla, verso cui talvolta indirizzano anche qualche gesto di sgarbo. Non esiste un coordinamento, ma una semplice e sterile concorrenza sleale fra operatori, che si contendono l’osso del turista come tanti cani affamati e mordaci. A fronte di ciò esiste una totale disaffezione verso gli eventi culturali di spessore, che sono considerati perdite di tempo al cospetto del dio denaro che occupa le menti eccelse degli imprenditori: ciò spiega perchè sabato pomeriggio scorso alla Biblioteca Antoniana di Ischia Ponte vi erano appena cinque partecipanti ad un importantissimo incontro con video collegamento del capo redattore pagina economia del Corriere della Sera! Ischia è seria, appartiene al turismo operoso, non può annoiarsi con la cultura. Beffardo il destino, però, almeno Ischia Ponte sabato scorso era mezza vuota, o mezza addormentata, nella incertezza se ridere, piangere o far fischiare i turisti che erano pochi, davvero pochi.

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Sono venuto a conoscenza di alcuni proprietari di seconde case che preferiscono non venire, perché si è diffusa la voce che Ischia è mezza vuota. Io non so se questa voce sia fondata, ma voglio pervicacemente sostenere che con il lavoro interinale, con il soggiorni venduti a pochi centesimi, inversamente proporzionali alle congrue richieste per strutture concorrenziali e di buon livello, con la mancanza di locali notturni e di eventi culturali, siano essi mostre pittoriche, festival musicali, cinematografici, teatrali, di ricerca scientifica ed esperenziali, come ha detto più volte il Ministro Sangiuliano, Ischia non andrà da nessuna parte, se non nel baratro della crisi di identità irreversibile. Bisogna invocare la democrazia partecipata e piantare in asso le chiacchiere da bar, rimboccarsi le maniche ed affiancare i nostri amministratori, non criticarli per il gusto di farlo, senza poi avere progetti concreti in alternativa.

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Opinioni condivisibili tuttavia Dio ce ne scampi dagli eventi di richiamo, che a conti fatti costano più di spese che guadagno: surplus di forze per l’ordine pubblico, spazzatura da smaltire, caos ed incidenti vari, inquinamento acustico, delinquenza ecc.
Il turismo attirato dagli eventi commerciali è meglio perderlo che trovarlo, sono gli eventi di qualità a produrrre nel tempo un turismo periodico ma “solido” (vedi Ravello)…
A Capri e Sorrento le risorse naturali da offrire scarseggiano, Ischia invece è una miniera di spiagge, di mare e di terme, di percorsi di trekking e opportunità sportive, siti culturali da visitare, per ogni età… Richiedono solo di essere organizzati e non di anelare a masse di turisti mordi e fuggi, anzi bisogna cogliere positivamente questa transizione come un’opportunità per ripulirsi dalla marmaglia attirata per anni sull’isola!

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