LE OPINIONI

IL COMMENTO La situazione per comunità energetiche a Ischia

DI BENEDETTO MANNA

In continuazione con l’articolo del giorno 6 novembre, si intende fare luce sulla normativa in vigore come attuazione della Direttiva (UE) 2018/2001 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili ai fini di realizzare Comunità Energetica Rinnovabile (CER) e le possibili proposte per le isole minori.

Il decreto attuativo della direttiva UE del 23 febbraio 2023 del MASE (cosiddetto Decreto CER), per incentivare le CER con la concessione di contributi del PNRR (Missione 2, Componente 2, Investimento 1.2), al vagliofinora della Commissione UE, è nella fase conclusiva dell’iter autorizzativo, pertanto si attendono nuovi scenari sulla promozione di questi nuovi soggetti giuridici composti da aziende, privati ed enti pubblici, finalizzati ad autoprodurre energia da fonti rinnovabili.

Al momento in questi scenari sono contemplati anche i comuni al di sotto dei 5000 ( cinquemila) abitanti all’art.7-TITOLO III del Decreto.Tali comuni possono ottenere fino al 40% a fondo perduto dell’investimento, con lemisure del PNRR di 2,2 miliardi di euro per le  CACER (Configurazione di Autoconsumo di nuove Comunità Energetiche Rinnovabili). Inoltre nel programma NextAppennino, 68 milioni di euro sono assegnati  dal Fondo Complementare del PNRR (in anticipo rispetto alle misure stesse attese col Decreto CER in corso di approvazione della CE), per il Bando per le Comunità energetiche nelle aree colpite dal sisma del Centro Italia,con contributo a fondo perduto pari al 100% della spesa prevista dal progetto.

Viene a questo punto spontaneo farsi la domanda a quali sostegni concreti può aspirare l’intera isola di Ischia per sue probabili CER? Ad eccetto dei comuni dell’isolaSerrara Fontana e Lacco Ameno, che potrebbero rientrare nella normativa prevista, tutti gli altri sarebbero esclusi al momento da qualsiasi forma di incentivo, incluso quello per aree terremotate. Evidente che gran parte dell’isola vedrebbe difficilmente sorgere spontaneamente CER, con in più  i limiti territoriali da considerare per le realizzazioni pratiche anche per i comuni citati.

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E’ una condizione in più per valutare benefici specifici nelle realtà isolana che ha subito anche calamità naturali, e che è al centro di interventi di ricostruzione, alla pari di quanto previsto nelle regioni terremotate dell’Appennino Centrale nel 2009 e 2016. Tempo fa, il 24 febbraio 2023, il giorno dopo la pubblicazione del decreto CER, in occasione della presentazione del gruppo interparlamentare per le piccole isole nella sala consiliare di Lacco Ameno, fu fatto presente agli Onorevoli Alessandro Caramiello e Michele Schiano di Visconti la necessità di far inserire un emendamento che contemplasseper le isole minori l’estensione applicativa del decreto ai fini di prevedere  le agevolazioni economiche realizzative.

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Ciò in virtù anche dell’equiparazione territoriale delle piccole isole  come 73-sima area interna (ex art.119 Cost.), così da prevedere un BANDO idoneo, nell’ambito di tutte le misure del PNRR contenute nel decreto.Ischia, come sappiamo è isola verde per tanti motivi, pertanto dovrebbe essere il luogo dove meglio far rappresentare dalla sua comunità una giusta transizione ecologica, rilanciando anche il sistema energetico italiano. Va ricordato che gli obiettivi dell’Agenda 2030:7– Energia Pulita e Accessibile; 11-  Città e Comunità Sostenibili; 12 – Consumo e Produzione Responsabili; 13 – Lotta contro il Cambiamento Climatico;fanno parte degli obiettivifissati dall’attuale Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) per la decarbonizzazioneal 43,7% entro il 2030 (con riferimento anno 2005) del settore energetico. Non c’è modo migliore quindi di far inserirel’isola con le CER nel ciclo virtuoso di ISCHIA 17 VOLTE 30 PER L’AMBIENTE. Se tardassero invece  i provvedimenti auspicati, ci si ritroverebbe esclusi da tale ciclo? Niente affatto, come testimonia l’esperienza descritta la volta scorsa di San Giovanni a Teduccio. Vorrebbe solo dire procedere con realizzazioni di CER o gruppi di autoconsumo collettivo (condomini) in bassa e media tensione delle cabine secondarie. Ci sarebbero per singola CER installazioni con minor utenti connessi e di taglia massima di potenza inferiore (maxKW200, inferiore di un quinto al megawatt del decreto 23 febbraio), che però meglio siadatterebbero aduna distribuzione energetica da fonti rinnovabili su un territorio già disomogeneo orograficamente come Ischia. Così, senza far subire particolari impatti, l’ambiente isolano con i suoi abitanti  verrebbe ridisegnato in modo più diffuso all’insegna del sole, delle ridotte emissioni, della sostenibilità e della responsabilità condivisa come consumatori e produttori. A ragion veduta potrebbe essere anche la soluzione più idonea e immediata, senza dover ricorrere a tuti i costia centri concentrati d’interesse, che non sempre si presterebbero a una condivisione solidale dell’energia prodotta da fonti rinnovabili,trovando anche a volte difficoltà nel valutare il rispetto dei vincoli territoriali. In questo caso  la normativa prevista è la Legge n.8 del 28 febbraio 2020, conversione del Decreto Legge Milleproroghe 2019, dove all’art.42-bis “Autoconsumo da Rinnovabili”, anticipando il testo di recepimento della Direttiva (UE) Rinnovabili 2001/2018, concede la possibilità di realizzare da subito l’autoconsumo collettivo e la comunità energetica rinnovabile, pur con i limiti detti(invece ildecreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199ai sensi della stessa direttiva europeaè in attesa dell’approvazione,come è stato detto, del collegato decreto attuativo 23 febbraio 2023per le CER in alta tensione con cabina primaria).

Orbene dove si troverebbero le risorse per gli investimenti? A questo punto entrano in gioco le Fondazioni, come è stato, per il caso di San Giovanni a Teduccio, con la “Fondazione con il Sud”, che è un ente non profit privato nato dall’alleanza tra le fondazioni di origine bancaria e il mondo

del terzo settore e del volontariato, per favorire lo sviluppo del Mezzogiorno attraverso la promozione di percorsi di coesione sociale. Altro caso è la Fondazione Cariverona, anch’essa di origine bancaria, privata, senza scopo di lucro, per lo sviluppo sociale, economico e culturale, che partendo dalla constatazione che la strada della decarbonizzazione è lunga (le fonti rinnovabili rappresentano il 40% circa della produzione nazionale di energia elettrica), promuove la nascita di 22 nuove CER nei propri territori attraverso un bando ad hoc di complessivi 1,3 milioni di euro. In conclusione, facendo appello a tutti i sindaci, ai rappresentanti dell’istituzione scolastica, universitaria, dell’educazione e delle altre amministrazioni pubbliche, agli enti del terzo settore, alle fondazioni non profit, al mondo dell’impresa e della cooperazione, sia dato a chiare lettere un segnale forte di interesse per ISCHIA 17 VOLTE 30 PER L’AMBIENTE, partendo proprio dalle Comunità energetiche rinnovabili.

* Manager per la sostenibilità (Diplomato Master per attività sostenibile d’impresa)

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