DI CHIARA CONTI
E’ sato un anno eccezionale quello che che sta per concludersi e che ci ha visto attraversare fasi diverse. Incredulità… da noi non arriverà mai, le mascherine non servono e poi terribile e inesorabile il COVID-19 ha colpito il Nord Italia e ci ha terrorizzato. Non credo che la cosa più brutta per le persone sia stata la paura di morire ma il modo terribile di essere allontanati di colpo dai propri cari, trasportati da uomini e donne travestiti come nei film di fantascienza. Credo che la paura più grande sia stata quella di morire da soli. Gli italiani sono stati bravissimi. Hanno rispettato da bravi cittadini le disposizioni di un governo spesso fragile e indeciso. Il picco della paura lo abbiamo vissuto quando abbiamo visto sfilare quelle bare trasportate di notte che mi hanno fatto pensare alla deportazione degli ebrei. Tutti muti, attoniti e lacerati da un silenzio fuori del mondo.
La pandemia non ha guardato in faccia nessuno ed ha colpito tra l’altro le regioni più ricche. Non comprendo il perché. Ma la cosa continua, in questi giorni anche in paesi come il Brasile la situazione è devastante. Più volte mi sono chiesta poi, nel vedere delfini nuotare a riva o papere passeggiare sul selciato e il mare limpido e finalmente il Sarno pulito, è la terra che si vendica? È lei che ci ricorda di essere ospiti di passaggio e non padroni assoluti. Il mondo ha capito che la globalizzazione ci porta anche il “peggio del mondo”. Le certezze di vincere tutte le malattie sono state offuscate da un virus sconosciuto che ha portato via milioni e milioni di esseri umani. Non avrei potuto essere certamente al posto del premier Conte e non avrei saputo prendere decisioni così gravi. Gli anni e l’esperienza di dirigenza di certo mi avrebbero spinto a non nominare 400 esperti… hanno solo finito con il confondere le idee. Un leader prende decisioni giuste o sbagliate ma decide e il Parlamento glielo ha lasciato fare.
In questi giorni, stiamo assistendo a continue dichiarazioni social e altrettanti ripensamenti: “mascherine sì”, “mascherine no”, “distanziamento sì”, “distanziamento no”. In aereo la pandemia non esiste ed a molti è venuta in mente una domanda: “Meglio morire di virus o di fame?”. Da un uomo della strada, un’altra domanda: “Perché tanta paura per la una possibile seconda diffusione? Cosa ci nascondono? Che cosa loro sanno che noi non sappiamo?”. Ci siamo resi conto che non c’è più tempo e che probabilmente al nord l’epidemia ha viaggiato sulle polveri sottili e razionalmente non trovo altra risposta. È necessario un ripensamento. È necessario che tutti noi rinunciamo a qualcosa e facciamo un passo indietro verso uno stile di vita più semplice dove tutto non sia comandato dal vile denaro, dall’interesse e dall’egoismo. Le categorie che più hanno pagato sono state medici e infermieri ai quali nessuno ha spiegato in tempo quello che in fondo neanche loro sapevano ed hanno pagato un duro prezzo. C’è un’altra categoria che è stata gettata in mare senza saper nuotare, con indicazioni poche chiare, frammentarie e spesso annunciate solo via social alla quale hanno detto di dover lavorare da casa. L’hanno chiamata “Dad”, didattica a distanza, ignorando che da anni le università e gli esperti, i formatori e alcune Scuole avevano avviato l’e-learning. Hanno dimenticato di avere una delle agenzie più prestigiose d’Europa: l’INDIRE, creata da uomini che credono nella tecnologia e che hanno saputo guardare lontano. Ed ecco i nostri cari difensori sindacalisti sbandierare che la didattica a distanza non era legittima: non c’era l’articolo contrattuale, ignorando tutte le regole che regolano una pandemia mondiale.
Ma i docenti, tanto offesi e dimenticati nei contratti di lavoro, hanno dimostrato che a loro non interessa l’assenza dell’articolo ed hanno dimostrato quanto per loro contasse il rapporto con i propri allievi. Hanno raggiunto quasi tutti gli alunni, almeno quelli che volevano essere raggiunti. Docenti attempati, spesso stanchi, alcuni in malattia attraverso uno schermo hanno saputo reinventarsi. Hanno ritenuto che, anche solo una telefonata con un loro alunno, contasse tantissimo.
Molti dirigenti scolastici ritengono che ci sia una grande frattura tra il mondo amministrativo ministeriale e quello vero, quello della scuola vissuta, quello dove i bimbi mettono le dita nel naso e appiccicano il loro frutto sul registro di classe…così, per ridere, per vedere la faccia inorridita della loro maestra. Questi esperti credo non siano mai entrati in una classe! Sono troppo lontani per ricordare quanto un bambino sa inventarsi un mondo tutto suo. La scuola ha bisogno di notizie certe…ora, subito. Da ieri, dobbiamo capire come poter riaccogliere i nostri alunni a settembre. Al momento non ci è chiaro. Oggi leggo affermazioni quali “La dad non è stata un successo”. Ritengo che questa sia la più grande offesa che potesse essere girata a tutti quei professori che, utilizzando la propria linea internet, a loro spese, i propri device e combattendo tra i compiti dei figli, pranzi, spese, con la paura e le ansie che i cari giornalisti talvolta hanno solo amplificato. L’esame in presenza dell’ultimo anno delle superiori sarà un ulteriore sforzo che i docenti italiani dovranno sostenere con in fondo un pensiero che attraversa tutti noi: “Siamo sicuri che non verrò contagiata?”.
Non si comprende come mai due ministri che hanno spaccato il Miur, quello della scuola e dell’università, abbiamo visioni così lontane. Ho sostenuto oltre 600 esami universitari online per la specializzazione sul sostegno e tutti noi, professori e studenti abbiamo anche riso, scherzato e non ci siamo affatto sentiti distanti e gli studenti hanno dimostrato competenza e preparazione. Un anno eccezionale, iniziato a gennaio anche sull’isola con tante polmoniti atipiche, con tosse che non andava mai via. Hanno detto di fermarci e ci siamo fermati ma ora credo che ognuno di noi sia consapevole che oggi si chiama Covid-19 ieri si chiamava Sars. La medicina è una scienza non esatta. Le scoperte si fanno per tentativi ed errori. Dobbiamo ricominciare a vivere con la consapevolezza di prestare maggiore attenzione all’igiene e alla cura personale, a restare a casa quando si ha 37,5 di temperatura. La nostra influenza potrebbe essere letale per tanti soggetti fragili che abbiamo. Il bilancio di tutto questo per me che sono un’ottimista, è quello di ricercare punti di forza; la parte che nel mio settore vedo più importante è positiva e che il Presidente della Repubblica abbia fatto cavalieri del lavoro uomini e donne semplici ; e cosa straordinaria é che la nomina sia arrivata per giunta anche ad un docente precario che, nonostante la malattia, ha incontrato i suoi alunni. Attività non tanto finalizzata ad istruirli come qualcuno vorrebbe ma per educare ai valori dell’amicizia, della solidarietà e della comprensione anche se solo per uno, tale riconoscimento lo sento anche mio, insieme a tutti i miei colleghi, a tutti i docenti, a tutto il personale Ata e ai precari sui quali la scuola italiana si regge.
Esami al via on line e in presenza, auguri a tutti con la consapevolezza che la Scuola italiana ha retto. Oggi invito i ragazzi alla moderazione e ai genitori di stare accanto ai loro figli , hanno bisogno di essere aiutati la chiusura a casa li ha stressati. La Scuola ha fatto del suo meglio. Ha dimostrato il suo Valore.
* DIRIGENTE SCOLASTICA