IL COMMENTO La rivoluzione dei libri e delle donne
Sono trascorsi parecchi giorni dall’inaugurazione della Biblioteca comunale di Serrara Fontana. C’era bisogno di far sedimentare un evento che, nell’immediatezza, è stato un po’ offuscato dagli aspetti mondani, istituzionali ed emozionali (per esempio sull’onda della solidarietà post frana di Casamicciola e del collegamento in diretta con i rappresentanti della cittadina gemellata di Waldkirchen della Baviera). Il giorno dell’inaugurazione prevedeva una maratona di letture sul tema: Donne e Libri. Maratona che avrebbe potuto coinvolgere molte più persone ma è rimasta schiacciata dai collegamenti in diretta con la cittadina bavarese e dai (troppi) saluti istituzionali. Adesso possiamo, a freddo, ragionare sull’importanza dei libri, della biblioteca e del ruolo delle donne nella società e nella cultura. Intanto un apprezzamento al Sindaco Irene Iacono, che ha fortemente voluto la Biblioteca e che ha intelligentemente coinvolto la brava bibliotecaria dell’Antoniana, Lucia Annicelli. Ma fino a che punto è importante una biblioteca in un Comune come Serrara, di tradizione agricola e diviso tra il Monte Epomeo e il borgo marinaro di Sant’Angelo? E’ fondamentale! Serrara, per le sue caratteristiche orografiche, archeologiche rupestri, naturali botaniche e faunistiche, turistiche a prevalenza straniera e della sostenibilità, ha bisogno di coltivare una formazione culturale dei cittadini in sintonia con questo “capitale naturale sensibile”. Serrara Fontana può e deve rappresentare, nell’ambito isolano, la faccia “gentile” del vivere quotidiano e del rapporto con i turisti. Non può essere un caso isolato l’amore della Merkel per Sant’Angelo. C’è ragione a sufficienza perché il turista sensibile s’innamori di quel gioiellino naturale che è Sant’Angelo.
Ma fermiamoci qui per quanto riguarda la necessità di una biblioteca in un Comune dalle caratteristiche di Serrara Fontana. E allarghiamo il discorso all’importanza dei libri in generale per una società che voglia coniugare allo “ sviluppo” economico anche il “ progresso civile”. Se ci fosse stato tempo e spazio sufficiente il giorno dell’inaugurazione della Biblioteca, avrei letto una tra queste due opzioni. Avrei letto la pagina culturale de Il Corriere della Sera dell’8 marzo intitolata “La Guerriera salvatrice dei libri”. Pagina meravigliosa dedicata alla bibliotecaria della Biblioteca Nazionale di Napoli presso il Palazzo Reale, Guerriera Guerrieri. Nel 1943, sotto i bombardamenti, erano a forte rischio libri (centinaia e centinaia di volumi), papiri, manoscritti di inestimabile valore, la cui scomparsa avrebbe cancellato la nostra identità culturale. Ci fu anche l’esplosione, nel vicinissimo porto, della nave da carico Caterina Costa che causò migliaia di morti e feriti e fece andare in frantumi porte, finestre e parte delle pareti della Biblioteca. Un ulteriore bombardamento colpì in pieno la Biblioteca. Nel frattempo, la coraggiosa Guerriera aveva provveduto a mettere in salvo i libri, occupandosi in prima persona del trasferimento dei volumi con camion e dello smistamento in varie sedi per frazionare il rischio di distruzione. In seguito, a guerra finita, Guerriera Guerrieri si occupò di dar vita alla Biblioteca, aprendola alla società con eventi, mostre, dibattiti. Oggi, il Governo ha deciso che tale Biblioteca sarà delocalizzata nell’ex Real Albergo dei Poveri di Piazza Carlo III, lasciando gli attuali locali al Palazzo Reale che sarà ampliato e riorganizzato. Oppure avrei letto una pagina della scrittrice e poetessa Silvia Avallone sul settimanale 7 del Corriere della Sera, dal titolo “La rivoluzione della Biblioteca contro la solitudine del web”. Ve ne riporto qui alcuni passaggi: “Penso che abbiamo costruito una società della solitudine e della competizione al posto di una società sana, dell’empatia”. E poi: “La lettura è un ponte, un esercizio dell’alterità. Una liberazione dalla solitudine per approdare a un’esistenza più vasta, dove non si vince e non si perde: ci s’impegna a imparare, educare e solidarizzare”. E poi ancora: “Possediamo un luogo straordinario, gratuito, prova concreta di civiltà, la Biblioteca. Sfruttiamola! Andiamoci noi e portiamo i bambini, gli adolescenti. Organizziamo laboratori, pomeriggi d’incontri .Entrare in una biblioteca può essere l’inizio di una rivoluzione”.
Dal 13 al 16 aprile, alla Stazione Marittima di Napoli, si svolgerà la quarta edizione del Salone “Napoli città del libro”. Napoli non è “altro” dall’isola d’Ischia, è la nostra capitale storica e culturale. Noi facciamo parte, nel bene e nel male, di Napoli. Saranno presenti 100 case editrici e molti scrittori di valore. Addirittura, a conferma dell’internazionalità del libro, c’è un gemellaggio con la Feria del Libro di Calì in Columbia. Saranno coinvolti, in vari laboratori, i giovani e si affronteranno temi sociali delicati come il divario tra centro città e periferia ed altre tre tematiche che sono state definite “tempeste”, sconvolgimenti sociali. Segnalo ancora che, di recente (10 marzo), in Francia il Centre National du Livre ha lanciato una campagna per incoraggiare, in particolare i giovani, a leggere almeno per un quarto d’ora le pagine di un libro, perché anche se in Francia leggono più di noi, comunque anche lì si registra una progressiva diminuzione della lettura. Macron ha dichiarato la lettura “causa nazionale”. E segnalo infine il diffondersi in Italia dei Bookclub ovvero esercitazioni di lettura condivisa, che consentono un immediato confronto tra più lettori che esprimono, sul libro letto a più voci, i loro giudizi e le loro sensazioni. A portare avanti questi esperimenti di lettura condivisa sono soprattutto donne, come Simonetta Bitasi, che fu bibliotecaria a Mantova per poi diventare “bibliotecaria ambulante”. Va in giro per l’Italia a promuovere letture di gruppo. Ha appreso dal professor Herbert Lottman come funzionano i gruppi di lettura in Inghilterra che, per prima, ha scoperto questo metodo condiviso di lettura.
Ultima segnalazione: a Ivrea, domenica 26 marzo, il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha presentato il “Manifesto per il futuro del libro”, chiudendo l’anno di “Capitale del libro” della cittadina piemontese. In tale occasione, il ministro ha dichiarato: “Dobbiamo rafforzare il valore del libro, è una dimensione spirituale ed esistenziale. Dobbiamo fare ricrescere la quantità di lettori, abbiamo il dovere morale e sociale, direi quasi costituzionale, di spingere alla lettura”. E ha altresì annunciato una “legge di sistema” sul libro, che preveda – tra l’altro – un equo canone sostenibile per gli enti pubblici proprietari di immobili con librerie (è, ad esempio, il caso della libreria Imagaenaria, al piano terra del Palazzo comunale dell’Orologio) e incentivi fiscali per chi vuole aprire librerie. Dalla Biblioteca di Serrara Fontana e dal Sindaco Irene Iacono ci attendiamo una piccola rivoluzione culturale. Un aspetto di questa “rivoluzione” è sicuramente una maggiore coesione isolana, perché il libro “unisce”, incoraggia il sentire comune, la solidarietà. Un altro aspetto è la “formazione” dei quadri (pubblici e privati) che dovranno dirigere e indirizzare la nostra isola in futuro. Prima di ogni aggiornamento professionale, tecnico, economico e giuridico, è essenziale una formazione umanistica. Leggere, per analizzare e migliorare la società!