LE OPINIONI

IL COMMENTO La ricettivita’ alberghiera nel nuovo scenario mondiale

La pandemia prima, la guerra in Ucraina poi (con tutti i riflessi geopolitici e con il freno alla globalizzazione e agli scambi commerciali internazionali) mettono in discussione tutti gli assetti economici mondiali ma, in particolare, viene messo a dura prova il settore ricettivo dei paesi turistici. Nell’ambito della ricettività, mentre le strutture agili e flessibili, come i comparti extralberghieri (ad esempio i Bed & Breakfast) si adattano in fretta alle novità, gli alberghi, che sono strutture più complesse, fanno fatica a reggere il passo dei tempi e delle sconvolgenti condizioni esterne. Facciamo l’esempio di solo un mese fa, quando realisticamente , ad Ischia e negli alberghi 4 o 5 stelle, si ipotizzava un incremento del turismo americano e di un probabile calo del turismo di prossimità, giustificato dal fatto dell’allentamento della pandemia che incoraggia i viaggiatori a mete più lontane, alle quali avevano giocoforza dovuto rinunciare per un paio di anni.

I disastrosi eventi bellici e i riassetti geopolitici e commerciali mondiali hanno di nuovo capovolto le previsioni: dovremo, con molte probabilità, riaffidarci al turismo di prossimità, regionale o italiano e in parte europeo, essendo prevedibile che chi dista dallo scenario di guerra che si svolge ai confini europei orientali della Nato, si guarderà bene dall’avvicinarsi all’epicentro del terremoto bellico. Ma a sconvolgere i piani delle strutture alberghiere italiane e, in ispecie, quelle dell’isola d’Ischia concorrono anche le conseguenze delle sanzioni applicate da Stati Uniti, Gran Bretagna ed Europa alla Russia, sia direttamente per l’impatto che avranno l’inibizione e i congelamenti dei beni degli oligarchi russi, sia indirettamente per le ripercussioni su aumenti del prezzo di carburanti, elettricità, gas , alcune materie prime che faranno schizzare in alto i costi degli alberghi. Mercoledì, l’editoriale su Il Golfo di Marco Bottiglieri ha esaurientemente illustrato l’impatto negativo sul luxury per la mancanza dei russi. Ischia aggiunge a questi gravosi problemi, qualche ulteriore vischiosità: il fallimento di alcune strutture alberghiere, le vendite all’asta, la debolezza finanziaria della realtà imprenditoriale locale, i danni del terremoto del 2017, la vetustà di molti alberghi, tra i quali alcuni hanno posto parziale rimedio approfittando dei bonus e superbonus edilizi. C’è da sottolineare che gruppi economici locali, che conservano una solidità finanziaria, come può essere quello di Domenico De Siano, stanno – a mio avviso a buona ragione – attuando una politica industriale di diversificazione territoriale con investimenti fuori dell’isola, assicurando alla clientela anche un’invitante rotazione turistica nella catena alberghiera dentro e fuori dell’isola. Mentre, sull’ex Albergo di Basentini a Lacco Ameno è in pole position la DIM Hotels, che difficilmente riuscirebbe a mantenere l’Albergo a livello di quattro stelle, anche per mancanza di tempo nell’ammodernamento. E qui apriamo un’importante parentesi: la nuova Delibera Regionale ( n.65 del 15/2/2022) stabilisce l’aggiornamento dei requisiti di classificazione delle strutture alberghiere. Sono state stilate precise tabelle di valutazione con punteggi minimi da conseguire, sia per i requisiti da possedere obbligatoriamente sia per quelli opzionali ( per i quali è previsto una premialità).

Tali requisiti riguardano: a) Ubicazione e aspetto della struttura b) Struttura e dotazione c) Camere d) Servizi alle camere e) Servizi comuni f) Arre comuni. Ecco il quadro dei requisiti minimi obbligatori e i punteggi totali minimi per i requisiti opzionali: Alberghi 1 stella – obbligatori minimi 21 punti, opzionali 100 punti; Alberghi 2 stelle- obbligatori minimi 26 punti, opzionali 150 punti; Alberghi 3 stelle – obbligatori minimi 32 punti, opzionali 180 punti; Alberghi 4 stelle – obbligatori 49 punti, opzionali 210 punti; Alberghi 5 stelle – obbligatori 66 punti, opzionali 170 punti; Alberghi 5 stelle lusso, obbligatori 76 punti, opzionali 140 punti. Sottolineo solo alcuni paragrafi di tale tabella: al paragrafo 3.10.8 vengono assegnati 7 punti per il rinnovo strutturale negli ultimi 5 anni; al paragrafo 5.8 vengono assegnati 7 punti per la ricarica di auto elettriche; al paragrafo 5.18.7 vengono assegnati 5 punti per la presenza di “mistery guest” ovvero un esperto in controllo della funzionalità dei servizi all’albergo. Poi c’è un capitolo dedicato al risparmio energetico e contenimento dei consumi (lampade led, pannelli fotovoltaici, recupero acque piovane, utilizzo vuoto a rendere); un capitolo dedicato agli ampliamenti degli spazi comuni, uno alle strutture sportive (campo da tennis, piscine coperte o scoperte), alle sale giochi per bimbi. Ma, albergatori attenti, come sono (molto più degli ischitani) quelli di Sorrento hanno avuto molto da ridire su queste scelte (non molto dibattute e condivise con le parti interessate). Federalberghi di Sorrento si è espressa positivamente ma sindacati di settore e importanti albergatori di Sorrento la pensano diversamente. Il segretario del Sindacato dei lavoratori stagionali, Rosario Fiorentino, ha stigmatizzato come la qualità del personale, della sua formazione non è stata assolutamente presa in considerazione per la classificazione, come non si è considerata l’importanza di una gestione autonoma dei rifiuti urbani. Anche l’imprenditrice Mariella Russo (Grand Hotel Conca Park di Sorrento) ritiene che si sia sprecata un’occasione: poca attenzione alla sostenibilità aziendale, ad alcuni sistemi moderni di riduzione dei consumi come sensori vicino alle finestre per interrompere l’aria condizionata, riduttori di flusso nelle rubinetterie per non sprecare acqua, compostiere per i rifiuti ecc. Che senso ha, si chiede l’imprenditrice, premiare la messa a disposizione di pantofole, che producono montagne di rifiuti? Bisogna andare nella direzione opposta e cioè eliminare ogni monouso.

Una cosa è certa: si può discutere se le critiche mosse sono centrate, ma possiamo stare certi che se gli imprenditori ischitani nemmeno si pongono il problema; nemmeno approfondiscono e valutano il provvedimento regionale, vuol dire che siamo destinati a vivacchiare turisticamente come ormai facciamo, purtroppo, da alcuni anni. In questa difficoltà di uno scenario turistico economico incerto, la classe imprenditoriale ischitana appare attonita e smarrita. Lo smarrimento è tale che, di recente, Mimmo Barra, componente di Aretur (Ag.Reg.Turismo) ed ex Commissario dell’Azienda di Cura e Soggiorno di Ischia, all’interno di una lucida analisi della situazione turistica, ha considerato ormai inutile rincorrere questo o quel mercato turistico legato a uno specifico paese da aggredire con la propaganda. Si tratta di una provocazione tesa a sottolineare la necessità di pensare seriamente e primariamente a ristrutturare e ammodernare le strutture, approfittando dei fondi PNRR e nell’ottica di una politica interisolana. In realtà, affrontati primariamente i due aspetti: ammodernamento delle strutture e politica coordinata privati-pubblico a livello unico isolano, non è superfluo poi individuare i mercati turistici che, in questa fase, possono rispondere meglio alla nostra offerta. Dobbiamo spingere sul mercato europeo e, in particolare, verso paesi come ad esempio la Francia, particolarmente sensibile alla cultura (anche approfittando di Procida Capitale Italiana della Cultura). Probabilmente andranno in difficoltà, più dell’Italia, paesi turistici come la Turchia, troppo vicina al Mar nero e all’area del pericolo, così come alcune isole greche più vicine alla costa turca, per non dire dei paesi Baltici a nord, che stavano avendo un ottimo sviluppo turistico ma che sono ai confini con l’Ucraina. Quindi si potrebbero verificare dei dirottamenti di flussi turistici europei da Oriente ad Occidente, verso Portogallo, Spagna, Francia e Italia. Gli europei viaggeranno in Europa!

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