Domenica scorsa abbiamo scritto che, per il turismo 2020, non tutto è perduto e che è autodistruttivo dare per scontato che sia completamente saltata tutta la stagione. Ci sono fondate speranze che, da luglio ad ottobre, si possa recuperare una buona fascia di turismo interno, italiano. Lo ha affermato anche la sottosegretaria al Turismo, Lorenza Bonaccorsi e sono allo studio appositi “bonus vacanza” per chi decide di prenotare o, addirittura, dei bond (Holiday bond) per iniettare, nel circuito turistico, liquidità immediata, a fronte di vacanze, a prezzo scontato, da usufruire in futuro, fino al 2022. Nell’articolo di domenica abbiamo anche riportato alcuni sondaggi e alcune analisi storico-economiche che lasciano ben sperare.
Adesso, però, dobbiamo delineare come potremo muoverci nella fase delicata di transizione, in cui dovranno coesistere “controllo epidemiologico” e “riavvio economico”. La sottosegretaria Bonaccorsi raccomanda un “Turismo di prossimità”, essendo l’Italia uno scrigno di borghi e luoghi belli, alcuni dei quali poco conosciuti. Ed effettivamente si potrebbe verificare una maggiore propensione verso località di montagna, borghi isolati, zone di campagna dagli ampi spazi. Tuttavia, soprattutto dopo una lunga pausa di isolamento in casa, c’è da giurare che scoppierà il desiderio di mare e sole. E, in quanto alla prossimità, non dimentichiamoci quanto pesi il turismo campano e dell’Italia centrale per la nostra isola. Ma più che sul turismo di prossimità, dovremo fare “turismo di adattamento”.
Che cosa vuol dire? Lo spieghiamo con una metafora: dovremo assolutamente evitare di essere “gattopardi” ovvero di acconciarci alla situazione, facendo finta di essere consapevoli dell’eccezionalità del momento e della necessità di un completo cambio di paradigma turistico, per ritornare – di fatto – a praticare lo stesso scellerato modello turistico depredatorio ed egoistico di prima. Insomma, questo tipo di adattamento sarebbe un opportunistico modo di continuare sulla strada di sempre. Tutto cambierebbe affinché nulla cambi. Al contrario, per restare nella metafora animalesca, il tipo di adattamento che dobbiamo usare è il modello “stambecco”, che è un animale che, per adattarsi alle alte quote di montagna, ha dovuto modificare le proprie caratteristiche anatomiche e fisiologiche per respirare meglio: un diverso apparato cardio-circolatorio, polmoni più grandi, aumento dei globuli rossi. Ecco il modello: adattamento per rivoluzionare il paradigma vigente di turismo di rapina. In tal senso, appoggio incondizionatamente le parole spese dal prof. Rispoli nell’intervista rilasciata domenica a Il Golfo ed anche quanto hanno scritto martedì sia Benedetto Valentino che Graziano Petrucci. Per giungere a questo capovolgimento di modello, la prima cosa da fare è replicare localmente quello che il Governo ha fatto a livello nazionale: nominare una task force intercomunale isolana, composta da figure con competenze diverse, in grado di individuare modelli comportamentali virtuosi per la fase 2 di turismo residuale 2020. Con l’ausilio del Think Tank predetto, dobbiamo attuare una strategia di ricezione turistica estremamente flessibile ed adattabile alla situazione contingente e particolarissima del tempo di pandemia. Come dovranno presentarsi i nostri alberghi ed anche le varie forme di ricezione extralberghiere? Più attenti all’igiene, alla pulizia, alla sanificazione degli ambienti, alla sanificazione dei condotti di areazione. Più spazi liberi, meno ingombri, meno occasioni di contatto. Oltre agli asciugamani, accappatoi, fornitura anche di mascherine, guanti e posizionamenti, in vari punti, di dispenser igienizzanti. Presenza in albergo di almeno un medico con cognizioni epidemiologiche. Sono solo alcuni esempi di possibili novità.
Per il settore degli stabilimenti balneari, già dal 4 maggio è probabile che il governatore De Luca dia il via libera alla ripresa della normale manutenzione. Quando sarà consentita loro l’apertura, si porrà il problema del distanziamento degli ombrelloni (si ipotizza un’area di 15 metri quadrati di spazio intorno), della cura estrema di bagni e wc, della presenza di dispenser di liquido igienizzante, di disinfezione periodica della sabbia, mentre i bar e ristorantini balneari dovranno seguire – né più né meno – tutte le precauzioni previste per analoghi esercizi non allocati sui lidi. Più problematica, per le amministrazioni comunali, risulterà la gestione delle spiagge libere, per le quali si dovrà probabilmente far ricorso ad un servizio di volontariato (per esempio la nomina di VO.P.L. Ovvero di volontari nominati agenti ausiliari della Polizia Locale), al fine di evitare assembramenti, accostamenti di ombrelloni, uso antigienico e di possibile contagio di colazioni di gruppo al sacco. Segnalo che, secondo l’infettivologo del Policlinico Gemelli di Roma, Roberto Cauda, in spiaggia potrebbe non occorrere la mascherina, dal momento che all’aria aperta e col caldo diminuisce la permanenza del virus nell’aria. La virologa Patrizia Bagnarelli, dell’Ospedale Torrete di Ancona, precisa che “il virus non sopravvive in acqua”. I trasporti terrestri e marittimi dovranno prendere provvedimenti drastici: abbassamento, sulle navi ed aliscafi, della soglia del numero massimo di passeggeri consentito, ovviamente in accordo con la Guardia Costiera. Uso di termoscanner agli imbarchi. Distanziamento tra le poltrone, alcune delle quali saranno inibite per assicurare le distanze. Intensificazioni di pulizie, igienizzazione e sanificazione (compreso sistemi di areazione). Più o meno analogo il discorso per mezzi pubblici e privati terrestri.
Forse il commercio è l’unico che risulterà più pronto alla metamorfosi, avendo dovuto adattarsi (almeno i negozi di alimentari e le farmacie) già nella fase 1. In questo settore si è già visto una buona capacità di adattamento. Si dovrà continuare così, anche per tutti gli altri esercizi che apriranno. Certamente è impensabile che si possano svolgere, quest’estate, manifestazioni di massa, feste, sagre, festival, cinema. Estremamente complicata sarà la situazione per i locali di musica e divertimento per giovani, che dovranno ripensare completamente la loro fisionomia, se vogliono avere speranza di autorizzazione all’apertura. Probabilmente la nautica e il noleggio imbarcazioni potranno avere un buon andamento, in quanto assicurano il distanziamento in mare. Tutto questo significa che dovremo passare da un “overtourism”, di “troppo pieno”, che implica inevitabili contatti e vicinanza, ad un “undertourism”, caratterizzato da maggiori spazi, meno affollamento, minore circolazione stradale, migliore vivibilità. Se saremo capaci di tanto, non solo avremo salvato uno scorcio della stagione turistica 2020 ma avremo anche iniziato un nuovo, più civile e più umano modello economico turistico e, come prevede Benedetto Valentino, è probabile che ad una classe imprenditoriale vecchia e un po’ logora di idee, si incominci a sostituire una generazione nuova, con idee più aderenti alla modernità e all’imprevedibilità del mondo globalizzato.