IL COMMENTO La Decima e quel tuffo nel passato

Tutti sapete che il generale Vannacci è stato eletto al parlamento europeo con cinquecentomila preferenze. E sapete anche era candidato nelle liste della Lega, attualmente PARTITO DI GOVERNO insieme a Forza Italia e Fratelli d’Italia. E spero che a molti non sia sfuggito lo spot di propaganda elettorale in cui il generale invitava gli elettori a contrassegnare il voto sul suo nome con la “X” della “Decima Mas”. E’ stata la buccia di banana che ha fatto scivolare il generale e mettere in luce la sua vera natura poilitica. La “Decima mas” era una “fascistissima” organizzazione militare di mezzi navali di assalto che durante l’ultima guerra ha compiuto dei veri atti di valore. I suoi equipaggi erano di alto livello tecnico composti da uomini coraggiosi e fortemente patriottici. Il comandante di questo gruppo era Valeri Borghese, il principe nero, un nobile dal grande carisma tanto è vero che semplicemente adorato dai suoi uomini. La “Decima”, però, dopo l’8 settembre del ’43, aderì alla repubblica di Salò e passò sotto l’influenza dei Tedeschi macchiandosi di veri e propri crimini di guerra. Il principe continuò imperterrito a ricoprire il proprio ruolo.

Queste cose me le ha raccontate l’unico sommergibilista procidano della “Decima” che riuscì ad allontanarsi dal porto di Bordeaux prima del passaggio di questa ai Tedeschi. Mi riferiva questo amico che il Borghese aveva un tale carisma da annullare ogni tua idea personale E che lui se l’era cavata per un soffio. Questo principe dopo la fine del conflitto fu arrestato e portato a Procida, nel nostro carcere, dove ha convissuto per qualche anno con Graziani, Teruzzi, Cassinelli e altri componenti del Gota fascista. Ma non vi parlo di lui per questi aspetti della sua vita , ma per il fatto che nel 1970 il principe si rese responsabile di un tentativo di colpo di stato fascista in Italia. con la complicità di alcuni settori deviati dei servizi segreti, di alcune alte cariche dell’Esercito, di un battaglione della guardia forestale, nonché con l’appoggio di formazioni di “ordine nuovo” e di personaggi dell’ambiente mafioso a cui erano state fatte promesse di affari e impunità. Il “golpe ” doveva partire nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970 con l’occupazione dei centri strategici di potere della capitale, come il ministero degli -interni, e la sede r.A.I. da cui sarebbe stato letto dal principe in persona un comunicato agli Italiani che annunciava il cambio di rotta politico avvenuto in Italia. Pioveva a dirotto quella notte. Il golpe partì ed era quasi prossimo alla sua realizzazione quando al principe giunse una telefonata che gli intimava di sospendere tutto. E così fu fatto. Chi fece la telefonata? Non si è mai saputo. Si pensò all’ambasciata americana inizialmente favorevole al golpe in funzione anti sovietica. Si voleva trasformare l’Italia come la Grecia dei colonnelli, la Spagna di Franco e il Portogallo di Salazar. Ma ci accorse subito che l’Italia non era la Grecia. Il Borghese era fortemente anticomunista ed il suo motto era :”O obbediamo a Roma o obbediamo a Mosca!” Tra depistaggi, dichiarazioni false, ripensamenti vari non si è mai conosciuto la verità sul golpe. Il Borghese fuggì in Spagna dove nel ’74 morì per un ictus. Qualcuno, però, parlò di un omicidio. Rimane il fatto che fu autore di di un atto eversivo di estrema gravità che poteva cambiare i destini della Nazione. E noi , tramite un partito di governo, abbiamo mandato in Europa un soggetto che ammira e ha le stesse idee del comandante della X Mas! Meditate, gente, che questo è stato…

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