IL COMMENTO Ischia,Capri e Procida: un triangolo isoscele
Anche i ragazzi delle scuole elementari sanno la differenza tra triangolo equilatero, isoscele e scaleno. Equilatero quando tutti e tre i lati sono congruenti; isoscele quando due lati sono congruenti e uno no; scaleno quando i lati sono diseguali e ognuno di essi può essere la base. Bene, analogamente, il triangolo dell’arcipelago campano, costituito dalle isole di Ischia, Procida e Capri, non è un triangolo equilatero, perché ognuna delle tre isole è di dimensione diversa e non sono congruenti sotto il profilo storico, geologico, turistico; non è un triangolo scaleno, perché due delle isole (Procida e Ischia) hanno conformità coerenti. Possiamo, a ragione, definire isoscele il triangolo dell’arcipelago campano. Che Ischia, in qualche modo, non fosse conforme a Capri, ma “concorrente” dell’isola azzurra è storia vecchia risalente addirittura ai primi decenni dell’era a. C., quando Augusto, primo imperatore di Roma, avendo visitato Capri e ritenendola l’isola ideale per costruirvi una villa imperiale, chiese ed ottenne l’isola dando in cambio, alla città di Napoli, l’isola d’Ischia. Da allora, ma anche da prima, fu evidente che i destini dell’isola verde e dell’isola azzurra difficilmente avrebbero viaggiato in parallelo. Nel libro L’Isola del Sole, i coniugi Geoffrey e Kit Bret Harte (tradotto da Gina Menegazzi) raccontano che, stando a Capri e chiedendo informazioni su come recarsi a Ischia, si sentirono rispondere dal portiere dell’albergo in cui alloggiavano: “Non vorrete andare mica andare là! Nessuno va a Ischia. Niente alberghi, niente stranieri, niente divertimenti”. Non contento di ciò il portiere continuava: “Perché lor signori non vanno a Sorrento, e da lì fanno uno splendido giro di Amalfi, andata e ritorno quattrocentolire o non salgono in auto sul Vesuvio?”. I coniugi non stettero a sentire il portiere d’albergo e vennero in motoscafo a Ischia e alloggiarono all’Albergo del Porto (per un primo periodo), quando ancora non c’era la via Alfredo De Luca e trascorsero un anno meraviglioso nella nostra isola.
Questo per ribadire la “ rivalità” sempre esistita tra Capri e Ischia. Oggi è ancora così e non sempre il gioco della rivalità è pulito. Capri “nasconde” sistematicamente le proprie pecche, Ischia le mette in piazza. A Ischia arriva, con un super yacht di 42 metri Le Bron James ( LBJ), re del basket e la stampa nazionale parla solo della vacanza a Capri e Positano di Dwyane Wade, altra star del basket, e sua moglie Gabrielle. Ma quello che personalmente mi ha più infastidito, perché riguarda l’aspetto culturale e, almeno la cultura, non dovrebbe essere “faziosa”, è il primo Festival Internazionale “L’Isola delle Sirene” che si terrà a Capri da oggi 10 settembre al 20 dello stesso mese. Rassegna di musica, prosa, memorie teatrali, organizzata da un grande del teatro italiano, Geppy Gleijeses. La Rassegna avrà una molteplicità di location suggestive, perfino all’interno della Grotta Azzurra. Ora, non è l’invidia che ci fa parlare. Noi, a Ischia, non siamo secondi a nessuno. I due Festival del Cinema, il teatro di Salvatore Ronga, i successi di Andrej Longo nella coregia teatrale, il successo incredibile del regista cinematografico Leonardo Di Costanzo che, a detta del critico cinematografico Paolo Mereghetti, avrebbe meritato, col suo bellissimo film Ariaferma, di essere in gara a Venezia e competere per il Leone e non “fuori concorso”, sono una testimonianza di un fervore culturale, individuale sì, non organizzato, ma comunque di grande livello. Come non ricordare anche la trasposizione cinematografica di “Pericle il nero”, tratto dal primo libro di successo dello scrittore ischitano Giuseppe Ferrandino?
Ritornando al festival caprese di Geppy Gleijeses, il bravo attore e regista teatrale ha pubblicamente affermato di aver voluto questa manifestazione culturale organica, in quanto era assurdo che la “più bella isola del mondo” non avesse nulla di simile. Capri è – dice Gleijeses – l’isola che ha stregato Cesare Augusto, Tiberio, Gorkj, Lenin, Malaparte ed altri. Ma il regista teatrale, furbescamente, allarga l’orizzonte anche oltre Capri e il 19 settembre, in piazza Marina Grande di Procida, porterà il Malato Immaginario di Molière, con la regia di Guglielmo Ferro. Evidente il tentativo di “agganciare” il treno mediatico di Procida Capitale della Cultura 2022. Capri sa essere “opportunista”, sa “succhiare” da altri ma raramente riconosce i meriti delle consorelle partenopee e restituisce quel che prende. Purtroppo gli amministratori dei sei Comuni ischitani non sono altrettanto arguti ed opportunisti quanto i capresi. Naturalmente, nessuno si sogna di ricordare a Gleijeses che nelle graduatorie, esistenti oggi, sulle isole più belle al mondo e cioè classifica di Travel 365, Big 7 Travel, World Best, Travel and Leisure, Capri non figura. Nella graduatoria Travel+ Leisure del 2017 fu inclusa Ischia tra le 10 isole più belle, non Capri. Nella classifica World Best 2020 delle 25 isole più belle, al 21^ posto figura Ischia,Capri non c’è. E poi dobbiamo parlare di Procida, che è il lato congruente con Ischia di quello che abbiamo definito il “triangolo isoscele”.
Procida fa parte, a tutti gli effetti, del comprensorio flegreo, assieme ad Ischia, da un punto di vista geologico,storico, religioso, dei collegamenti marittimi e commerciali. Mentre Capri fa parte del comprensorio amalfitano-sorrentino. E’ per questo motivo (ma ci siamo ripromessi di riparlarne davanti ad una tazzina di caffé) che ho considerato non propriamente felice l’idea portante di Salvatore Ronga per Sant’Anna 2021 (poi saltata) di una competizione di barche allestite tra Capri, Procida e Ischia. Capri non ha alcuna voglia di collaborare per un successo equilibrato delle tre isole. Capri si considera la mantide religiosa delle isole partenopee, tende a ”mangiare” le altre due isole, si accoppia con loro solo per un’insaziabile cannibalismo. Quello che è preoccupante, dal punto di vista di Ischia, è la sottovalutazione che molti ischitani fanno di Procida, con la quale invece dovremmo intensificare i rapporti. Sento sempre più spesso dire: “Procida non ha nulla, Ischia è di gran lunga superiore”. Sì, ma Procida ha avuto “un’idea, un progetto vincente”. Ischia non padroneggia affatto i tesori che ha. Ischia ha da imparare da Procida. Su questo giornale, si è elevato, giorni fa, un grido di dolore del filosofo procidano Michele Romano, in cui sottolineava un “assurdo rancore” degli ischitani verso i procidani, soprattutto a proposito dei trasporti marittimi, per i quali molti ischitani sacrificherebbero volentieri le esigenze di collegamento dei procidani, pur di velocizzare il percorso Ischia-Napoli o Pozzuoli e viceversa. E stiamo parlando di una differenza temporale di 10 minuti! E non è stato nemmeno simpatico l’atteggiamento degli ischitani di fronte ad una lettera di un turista milanese inviata al Corriere della Sera, in cui il turista si chiedeva come mai era stato dato un riconoscimento così importante a Procida che di manifestazioni culturali, almeno nell’estate2021, non ha offerto nulla.
Molti ischitani gli hanno dato ragione, altri hanno – al contrario – criminalizzato il lettore che “non capisce niente” e che le isole farebbero bene a non accogliere più. Mamma mia, quanta intolleranza! Il turista probabilmente, dopo una vacanza breve (in piena pandemia) può aver avuto un’impressione negativa soprattutto sul lato del traffico caotico (problema purtroppo vero), poi evidentemente il turista non si è preso la briga di leggere una buona guida o un buon libro su Procida per documentarsi meglio sul genius loci dell’isola di Arturo. E’ comunque un piccolo segnale di allarme che l’amministrazione farebbe bene a non ignorare, magari rispondendo con note dell’ufficio stampa (il bravo Pasquale Raicaldo saprebbe come fare). Quel che infine mi ha sorpreso e dispiaciuto è l’attacco sferrato dall’interno del Consiglio comunale, ad opera dell’ex Sindaco Luigi Muro, che pure in alcuni consigli comunali mi era sembrato collaborativo e propositivo. Non vorrei che il recente passaggio di casacca di partito (FDI) gli abbia imposto una maggiore visibilità a scapito dell’azione corale che Procida dovrebbe avere in questo momento turistico culturale esaltante, ma delicato.