IL COMMENTO Ischia e Piediluco. Due feste, due miti: dell’acqua e del sole
Va dato atto all’Amministrazione comunale d’Ischia ( non personalizziamo il merito perché non è facile districarsi nel dedalo delle deleghe e delegati comunali, che si combattono l’un l’altro ) di voler ancorare la Festa di Sant’Anna ad una più solida piattaforma culturale, storica e mitica. La Festa agli scogli di Sant’Anna ha sicuramente una valenza popolare e un’origine religiosa cattolica, legata alla figura della Santa, protettrice delle partorienti ( prima ancora al Santo Patrono S.Giovan Giuseppe della Croce) ma affonda il suo radicamento popolare anche in componenti mitico-antropologiche.
Per cui non risponde del tutto al vero la distinzione, fatta nel comunicato ufficiale del Comune, tra festa cattolica di Sant’Anna e festa pagana di Piediluco. Ricordiamoci che nel 1933 (ce lo rammenta Benedetto Valentino nel suo libro “Ischia, l’isola di Mussolini”) nacque la Sagra del Mare dall’abbinamento di due feste che si svolgevano concorrenzialmente a Ponte e a Porto, l’una dedicata al Santo Patrono, l’altra era una regata velica, con sfilata di gozzi addobbati. La spinta alla Festa non veniva esclusivamente dal sentimento religioso, bensì dalla voglia di cimentarsi in gare a mare e nell’addobbo di barche. Anche il potere politico-amministrativo ci metteva un suo interessato zampino, tanto da far dire a Valentino che la Festa di Sant’Anna ha origine fasciste. Noi, più semplicemente, riteniamo che s’intrecciano sempre componenti religiose con componenti antropologiche. Il mito, ad esempio, è intramontabile, è consustanziato nell’anima popolare e ogni tanto risorge e torna di attualità, cosicché comportamenti religiosi e pagani frequentemente s’intrecciano. E, a proposito di ritorno dei miti, è notizia di questi giorni che due studiosi dell’Università Federico II di Napoli, il prof. Nicola Scafetta e il prof. Adriano Mazzarella, del Dipartimento di Scienza della Terra, hanno presentato uno studio scientifico secondo il quale la città di Napoli fu costruita con un preciso disegno che intendeva onorare due simboli mitici: Apollo, cioè il Sole e Partenope, la sirena del mare. Acqua e Sole, due componenti mitiche che troveremo abbinate nei secoli. La città di Napoli, dicono i due studiosi, fu costruita non gradualmente ma seguendo un preciso disegno complessivo (i decumani seguono una griglia ortogonale secondo i dettami di Ippodamo di Mileto).
Addirittura il disegno della città avrebbe un’angolatura di 1/16 di cerchio, in quanto il numero 16 corrisponde alla quantità di punte della stella che rappresenta Apollo, dio del Sole. Ma il mito vuole che fu proprio il dio Apollo a inviare una colomba che consentì alla Sirena Partenope di guidare i marinai verso Napoli. Partenope e Apollo, mare e sole! Detto di Napoli, cercherò di dimostrare, in poche righe, come anche Piediluco ( una piccola realtà sull’omonimo lago, di poco più di 500 abitanti, che non è più Comune a se stante, ma frazione di Terni e punto di passaggio per tutti i visitatori delle cascate delle Marmore) intenda onorare, con la Festa sul lago, l’Acqua ma anche il Sole, tant’è che festeggia il solstizio d’estate. Ischia partecipa all’annuale festa sull’acqua nel lago di Piediluco, che si terrà dal 28 al 30 giugno e dal 4 al 7 luglio. Ed è un piacere vedere comparire Ischia nel cartellone ufficiale della Festa. Per esempio, il 28 giugno, alle 18.00, nell’Auditorium di Santa Maria del Colle, si aprirà la mostra “ Rito.Tradizione. Festa”, progetto fotografico di Lucia De Luise. Nel momento in cui però si individua un luogo come Piediluco, uno dei borghi più belli d’Italia, come località che ha delle affinità storico, mitiche e spettacolari con Ischia, bisogna sviluppare le somiglianze e le analogie in tutti gli aspetti. Non solo acqua, anche se l’acqua è stata scelta come tema portante della Festa 2019 di Sant’Anna, ma anche sole, Non possiamo non tenere presente che anche ad Ischia, come a Piediluco, ci sono tracce inequivocabili di un antico culto per il Dio Sole, Mi limito a riferire della Grotta del Mago, che si trova tra Punta Lume e Punta Parata e che viene chiamata anche Grotta di Terra, Grotta del Tisichiello, Grotta d’Argento ma anche Grotta del Sole. Perché Grotta del Sole? Dobbiamo al prof. Mario Puglisi e all’ing. Nicola Ciannelli la constatazione che quella grotta fosse stata, in tempi preistorici, un tempio dedicato al culto solare. Il 28 ottobre del 1934 il prof. Puglisi pubblicò sul “ Popolo di Roma” le sue conclusioni e cioè che quella grotta fosse opera umana adibita, in tempi preistorici, a luogo di culti magico religiosi e più precisamente solari. Dunque, ecco che a non grande distanza dall’insenatura di Sant’Anna, luogo di riti religiosi cattolici in tempi relativamente recenti, si erano svolti – secoli prima – riti pagani. E come non vedere un nesso, una continuità tra la prima colonia euboica ( la nostra isola) e il prolungamento della civiltà cumana in Neapolis, l’estendersi del mito e del culto del Sole, lungo la traiettoria Pitecusa, Cuma. Neapolis?
Quanto importante può essere, per Ischia, rivendicare questo intreccio cattolico-pagano, questo anello acqua-sole, questa comunanza con tradizioni di luoghi vicini e lontani, come Napoli e Piediluco? E’ molto importante. Non tanto per ritracciare un’identità che è destinata a trasformarsi nel tempo, ma per ricostruire un “ prodotto” storico, naturale, culturale che deve essere la base per il lancio o rilancio di un “ brand” Ischia. Ho seguito l’editoriale di Luca D’Ambra, valente operatore turistico economico e meritevole Presidente dell’Associazione Albergatori. Ma anche D’Ambra sembra essere caduto nell’ingenuo errore di ipotizzare un nuovo marchio “ Ischia”, senza prima assicurarsi di avere in mano un “ prodotto ben definito e definibile”. Non illudiamoci che la Festa agli scogli di Sant’Anna possa ( almeno nel breve tempo e finché il budget a disposizione continuerà ad essere limitato) assurgere ad “evento”, in grado di calamitare flussi aggiuntivi di turismo. Dobbiamo avere il coraggio di affermare che la Festa di Sant’Anna, per quanto suggestiva possa essere, non ha la forza trainante di un forte “ attrattore”Ciò non vuol dire che la Festa non abbia alcun ritorno turistico. Ha un effetto non “ immediato” ma “ mediato”, può contribuire a costruire il palinsesto del “ prodotto” Ischia che intendiamo offrire al turista.” Palinsesto” deriva dalle parole greche “ palin” ( di nuovo) e psan ( raschiare). Raschiare di nuovo per far emergere un nuovo e più apprezzabile prodotto. Nei giorni scorsi ho tentato una difesa appassionata del nostro termalismo, oggetto di scriteriato sfruttamento di operatori non sempre all’altezza . Il termalismo e il mito sono due componenti essenziali ( naturalmente a fianco di altre componenti altrettanto importanti) a configurare il nostro prodotto. Purtroppo non facciamo abbastanza per consolidare i pilastri del nostro prodotto. Prima di pensare ad un nuovo brand, pensiamo a come rivitalizzare le risorse che la storia, la natura e la mitologia ci hanno trasmesso.