IL COMMENTO Ischia e l’amore per la cultura
DI LUIGI DELLA MONICA
Le tematiche che hanno reiteratamente occupato l’attenzione dei lettori negli ultimi mesi si sono rivolte essenzialmente al turismo. Ma mi domando umilmente: il turismo non è figlio naturale e legittimo della cultura? E la cultura, di per se stessa, non è un momento di relazioni umane, di contatto fra conoscenze diverse, di esperienze che si arricchiscono vicendevolmente per poi approdare al “nec otium”? Mi spiego meglio. Nella tradizione romana, che notoriamente attinge da quella greca, gli ozi letterari, le fasi della vita dedicate alla contemplazione, alla riflessione, alla lettura, alla oratoria erano funzionalizzate a porre in relazione i popoli e gli idiomi diversi e derivarne interessi economici e finanziari (il nec otium l’opposto dell’ozio per significare la praticità degli affari, il c.d. business).
Platone, nella filosofia greca, ci insegna che durante un simposio, vale a dire un momento conviviale di cibi e bevande, si poteva discorrere di politica, di diritto, di arte, di filosofia e di matematica… È proprio questo il significato immanente della identità ischitana, che sintetizza una tradizione greco-romana e cristiana di circa 3.000 anni (900 a.c. “Coppa di Nestore e 21 secoli d.C.), in cui il clima mite, il termalismo e l’eccellente enogastronomia si prestano ad ospitare persone di provenienza geografiche diverse e distanti fra loro, per indurle al dialogo, al confronto ed alla vicinanza culturale! L’iscrizione della “Coppa di Nestore” ci testimonia che “chi bevesse da quella coppa ne sarebbe stato ristorato e avrebbe desiderato la Bellezza”, a riprova della vocazione territoriale, atta a rinvigorire lo spirito delle genti in transito sull’isola, altro non è che il rovescio della medaglia del vecchio adagio: “Ischia, si mangia, si beve e si fischia”, oppure della canzone del principe de Curtis, “Ischia Paradiso di gioventù”.
Pertanto, per restare in tema della conclusa settimana della filosofia, come asseriva la logica cartesiana – dal particolare al generale – da un semplice banchetto sull’isola d’Ischia, come anche davanti ad un meraviglioso piatto di spaghetti ai ricci di mare in un ristorante della Corricella a Procida, possono nascere grandi idee e mirabili progetti innovativi. Quando il sommo scrittore Carlo Levi teorizzò che Cristo si fosse fermato ad Eboli, si voleva significare, tra le altre ragioni di arretratezza economico-sociale, che il Sud fosse, dopo appena 80 anni di unità d’Italia, legato geograficamente ed ideologicamente al resto del Paese grazie alla linea ferroviaria e stradale, più o meno efficiente per la tecnologia dell’epoca sino ad Eboli. Ai giorni d’oggi, il nostro capoluogo di Regione è dotato di treni ad alta velocità, di uno dei porti, insieme a quello di Salerno, più sviluppati d’Europa per il traffico di merci e passeggeri, nonché dello scalo aereo di Capodichino.
Milano è dotata del quadrilatero della moda, il solo Golfo di Napoli, congiuntamente alle perle della costiera amalfitana e delle unicità mondiali dei siti archeologici di Pompei ed Ecolano, è perfettamente idoneo a diventare il quadrilatero del turismo della cultura, grazie a Sorrento, Ischia, Capri e Procida. La cultura, ossessivamente ed ostinatamente la cultura, questo dovrà essere il “leitmotiv” del Golfo. Sarà soltanto questa la medicina che eliminerà il male del turismo maleducato, che è stato giustamente, in ossequio al diritto di cronaca del Nostro quotidiano, segnalato. Ischia, in particolare, per la sua forte capienza di posti letto e di sale riunioni di alto profilo, di personale di accoglienza altamente qualificato, è destinata a fare la parte della leonessa in questo ruolo di organizzazione di eventi culturali. In un mio precedente articolo, ho stigmatizzato che il mirabile esempio degli ausiliari sul corso Manzi nel centro di Casamicciola, per ammonire gli avventori scostumati con monopattini e bici elettriche nella ztl è un esempio da seguire ed estendere a tutta l’isola, per trasformarla da isola della tolleranza in isola delle regole e della buona educazione.
Mi rincresce leggere nelle ultime settimane che alcuno scriva sui social che gli isolani siano impreparati al turismo d’elite, perché hanno preso d’assedio la stella americana del basket “Le Bron James”; che S.E. il Gen. Osvaldo Garrano dipinga l’isola in ogni modo negativo e dispregiativo, per avere subito gli schiamazzi notturni di alcuna plebe scostumata, ma benvoluta dagli indigeni locatori estivi. Con ciò non voglio minimizzare alcuna stortura degli eventi denunciati dai loro protagonisti, ma sono sinceramente strabiliato da tanto immotivato sdegno si sia manifestato verso le calorose accoglienze della gente, al cospetto di una vera leggenda dello sport mondiale, che si vede camminare fra noi come una persona normale, allorquando sappiamo bene che lo stesso Pino Daniele dichiarava apertamente di aver scelto di vivere a Milano per l’eccessivo “amore” dei suoi concittadini; potrei continuare con Ezechiel Lavezzi ed il recente video di commiato di Milik, giocatori del Napoli. Da ragazzino ricordo che Careca era ospite dell’hotel Excelsior ed un gruppetto di tifosi, di tutte le età, gli dava letteralmente la caccia, ma nessuno si scandalizzò sui social e nemmeno si montarono polemiche giornalistiche al riguardo.
Quanto al Preg.mo Sig. Generale, che non conosco e verso cui non ardisco polemizzare, posso però ricordare che al tempo i militari di alto rango hanno sempre goduto della opportunità di soggiornare alla Casina Reale, in un contesto ovattato e privo di chiassosità che sicuramente deploro, ma non tollero che passi il cattivo messaggio mediatico che Ischia sia sinonimo di maleducazione. Ischia deve soltanto ritornare al suo ruolo di centro di accoglienza della cultura. In altri termini, si deve dare pari risalto sia agli eventi festaioli, sia a quelli culturali, che hanno la virtù di far durare il turismo 12 mesi all’anno ed attirare personalità di spessore. Questo è accaduto lo scorso 5-7 settembre al Grand Hotel della Regina Isabella ed a Villa Arbusto con il 40^ “meeting estate” del calcio 2021, in cui l’organizzatore Avv. Franco Campana ha chiaramente stigmatizzato che Ischia è la sede privilegiata per stimolare i grandi pensieri, nella cornice del benessere e del rinvigorimento fisico-spirituale, e per costituire la fucina di grandi idee di riforma. La medesima Villa Arbusto è tutt’ora nel 2021 uno dei 37 crateri attivi dei vulcani di Ischia, in termini culturali. A tal proposito, voglio sottolineare che il prossimo 09 ottobre 2021 si sta organizzando un evento peculiare e forse innovativo per la cultura letteraria e teatrale della Campania, ma anche per la cultura mondiale. Non ardisco di esagerare.
L’associazione culturale “Eventi 2000” accreditata dalla Regione Campania e diretta artisticamente dal Maestro Maurizio Merolla ci regalerà sull’isola l’opportunità di godere della declamazione di canti della “Divina Commedia” in toscano ed in napoletano. Cosa esiste di meglio del Sommo Poeta, per significare la cultura letteraria italiana nel Mondo e quale motivo di orgoglio è assistere ad un riadattamento nella nostra lingua dialetto patrimonio dell’UNESCO. In proposito, voglio notare di merito la sig.ra Clementina Petroni che dapprima di Villa Arbusto intendeva ospitare nel giardino della sua meravigliosa dimora, la Canonica della Chiesa di Santa Maria della Libera – ricordiamo il luogo antichissimo ove le invocazioni alla Madonna arrestarono nel 1301 la furia del Monte Trippodi – l’evento della Divina Commedia. Purtroppo, il patrocinio morale richiesto al Comune di Ischia dallo scrivente, in nome e per conto del predetto Maestro Maurizio Merolla, non è stato fortunato (prot. n. 0028336/2021 del 05 agosto, e prot. 0029928/2021 del 18 agosto 2021), forse per mancanza di tempi interlocutori.
Il nostro amato “Castello Aragonese”, il cui lato di Levante di proprietà del Sig. Giovanni Mattera è culturalmente custodito anche dalla vulcanica sig.ra Clementina Petroni, è sito di interesse particolare culturale del Ministero della Pubblica Istruzione con Decreto del 02.07.1966, per cui auspico che esso possa diventare un centro propulsore di continui eventi culturali – mi permetto di fare il tifo da cittadino di Ischia Ponte. Ma non importa. Ischia è composta da sei comuni ma è un unicum socio-culturale e produttivo, per cui un plauso va alla repentina capacità di attrarre eventi culturali al Sindaco Pascale ed alla sua vice Tufano, che conoscono bene il senso immanente della ospitalità ischitana, nella sua interezza. Ischia meta che attrae cultura insieme con le altre perle del Golfo: questo dovrà essere l’imperativo futuro e perpetuo. Quanto al turista che segnalava al Corriere della Sera che Procida non fosse degna del titolo di “Capitale italiana della Cultura 2022”, perché caotica e dotata di scarsi informatori turistici, rispondo con una frase del Sommo Poeta: “non ti curar di loro, ma guarda e passa”. Questo Signore andasse a Matera, dove neppure la Capitale Europea della Cultura 2019 ha convinto i lucani che turismo non significa vendere soggiorni “bed and breakfast” a costi pari agli alberghi 4 stelle, ma cultura ed accoglienza autentica. Ciò non di meno, i cugini procidani dovranno farne tesoro, perché la gelosia è il peggiore dei vizi capitali, insieme all’accidia.
* AVVOCATO