LE OPINIONI

IL COMMENTO Ischia, diciamo stop ai cantieri

DI ANTIMO PUCA

Ischia è un cantiere aperto. Siamo ormai all’inizio della stagione turistica e ci presentiamo agli ospiti con questo bel biglietto da visita. Purtroppo questa non è l’unica criticità sui nostri territori comunali. Pasqua, limite invalicabile. Da sempre lo diciamo e lo sentiamo dire. Pasqua deve essere il termine ultimo per essere pronti e in ordine con i primi turisti dell’anno. Purtroppo non è così. Si registrano un po’ dappertutto lavori in corso o manutenzioni non realizzate. Ma anche con le manutenzioni ordinarie non è che siamo messi tento meglio. Il tutto alla faccia dell’efficienza del decoro urbano. 

Ritengo fondamentale capire chi e come andrà a promozionare il nostro territorio, auspicando che si creino le condizioni per un rilancio effettivo dell’appetibilità dell’isola d’Ischia. Non mancano ombre, o comunque segnali poco incoraggianti. È indubbio che Ischia debba uscire quanto prima dall’impasse di chi e come si debba occupare della promo-commercializzazione dell’isola. Ritengo fondamentale che Ischia venga capita, partecipata e sostenuta dagli operatori turistici, perché è più che mai necessario ed urgente il consolidamento della brand reputation dell’isola che è strategica e di vitale importanza per la salute dell’intero sistema turistico alberghiero, e non solo. Politici, imprenditori, albergatori e commercianti dovrebbero lavorare in sinergia per mirare alla commercializzazione del territorio. Per essere chiari: non solo pubblicità ma vendita del prodotto turistico, in sintesi generare maggiori presenze. L’obiettivo di vietare i lavori pubblici dovrebbe essere quello di assicurare la serenità degli ospiti che già dal primo ponte di primavera frequentano la nostra località. 

Obiettivo sicuramente molto nobile, quello del riposo dell’ospite. Alle Amministrazioni comunali poco importa perché dal divieto deriva lo stop dell’attività edilizia, impedendo alle imprese di lavorare, mettendo a rischio i posti di lavoro dei loro operai e creando problemi ai committenti. Non passa inosservata la circostanza che la serenità dell’ospite, così preziosa da paralizzare un settore produttivo fondamentale, diventi del tutto irrilevante quando sono i Comuni ad eseguire i propri lavori, non solo quelli per pubblica incolumità. Infatti i lavori pubblici sono sottratti ai divieti. Un altro primato, poco invidiabile, dei Comuni è quello della totale assenza di confronto. La preventiva consultazione della categoria consentirebbe di individuare soluzioni di minore impatto, in grado di assicurare il giusto equilibrio tra la legittima esigenza di tranquillità del turista e quella, altrettanto legittima, delle imprese edili di continuare a lavorare e di non chiudere i battenti. È una questione di PARI DIGNITÀ tra attività economiche, quella turistica e quella delle costruzioni. Bisognerebbe verificare con un legale se questa così lunga compressione, anzi cancellazione, dell’attività edilizia si ponga in contrasto con il dettato costituzionale sulla libera espressione dell’attività economica, e, nel caso, attivare tutte le necessarie iniziative giurisdizionali a tutela dei legittimi interessi delle varie categorie, commercianti, imprenditori, albergatori. 

Credo che vada ricordato innanzitutto che se a Ischia l’attività edilizia e di ristrutturazione è così fiorente è proprio grazie al turismo. Il turismo è un comparto che crea ricchezza per la nostra comunità e posti di lavoro. Le Amministrazioni Comunali dovrebbero quindi tenere in debita considerazione le esigenze primarie che interessano il nostro territorio e le nostre imprese, contemperandole con quelle delle attività costruttive. Si rende necessario che Ischia lavori al miglioramento della promozione e dell’’offerta turistica, con attenzione alla destagionalizzazione, al potenziamento delle infrastrutture, all’’innovazione, al miglioramento della qualità urbana, alla stesura di regole certe e condivise per quanto concerne orari e rumori, a un maggior controllo sul fronte dell’’ordine pubblico. È importante, all’interno del quadro regionale e/o Statale, lavorare in sinergìa con i privati per rilanciare la marca ischia che non deve passare per il “discount della vacanza”, il contenimento dei prezzi può riguardare semmai l’extra-alberghiero. La spiaggia che vive oltre il tramonto è un fatto positivo e innovativo. Ma non si può pensare di trasformare la spiaggia in discoteca. Il core business deve rimanere l’’aspetto balneare. Omologazione degli orari di chiusura la notte. E regolamentazione dei decibel. Si studia la possibilità di dotare gli stabilimenti balneari di una sorta di scatola nera che registri i livelli di rumore per evitare ogni sera la presenza di un vigile a ‘far da guardia’. Seguendo l’esempio di altre realtà, bisognerebbe stabilire che quando inizia la stagione turistica si dovrebbe procedere allo stop ai cantieri.

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