E così anche quest’anno a Procida, come già l’anno scorso, non si terrà la Processione del Venerdì Santo! Non è una bella notizia, specie dopo la nomina dell’isola a “capitale della cultura” per il 2022. Al di là del suo significato religioso questa manifestazione è di sicuro uno dei più forti attrattori turistici per Procida. E questo da sempre e con un progressivo incremento specie negli ultimi anni. Corse speciali di mezzi in questo giorno da Pozzuoli, da Ischia e Monte di Procida ne sono la conferma. Per gli anni scorsi era un piacevole spettacolo assistere allo sbarco di tutta questa gente che si accingeva, con gli occhi sgranati come nell’attesa di un evento meraviglioso, ad assistere al passaggio della Processione.
Molti erano stranieri: tra di essi spiccavano i volti chiari ed i capelli biondi dei Tedeschi che si alternavano, stretti e vicini, a contatto di gomito, con le facce brune ed i lineamenti marcati di Montesi, Ischitani, puteolani e continentali in genere. Io partecipo da sempre alla Processione e provavo un senso di grande soddisfazione e quasi di orgoglio nel guardare le facce ammirate di questa gente ai bordi della strada. Nelle soste qualcuna di queste persone chiedeva spiegazioni e ciascuno di noi che partecipavamo alla Processione si dava da fare per soddisfare ogni curiosità. Era un’atmosfera di festa e di gioia che solo il Venerdì Santo procidano poteva dare. E questo anche coloro che venivano da fuori lo avvertivano. Il venerdì Santo, ma, oserei dire, tutta la Settimana Santa procidana, è una, se non la più forte, caratteristica cultural- religiosa dell’isola che tanto ha favorito la nomina di Procida a capitale della cultura 2022. In questa manifestazione che si svolge da quattrocento anni, si estrinseca tutta l’anima dell’isola. Eppure, nonostante tutto ciò, neanche quest’anno si farà la Processione! Non vedremo i turisti, non sentiremo i piccoli vestiti da “angioletti” piangere in braccio ai padri, non sentiremo gli squilli laceranti della “tromba”, non cammineremo cadenzando il passo sulle note della “Ione”. E tutto per colpa del “covid 19”! E dire che neanche due guerre mondiali sono riuscite a fermare la processione. Si è portati quasi a non crederci: è mai possibile che un essere così piccolo, submicroscopico, possa avere tale potere e apportare tale danno? E’possibile, è possibile! Ma. Non solo fa questi danni, ma sta modificando totalmente il nostro modo di vivere e di essere.
L’umanità è alla vigilia, se non già avviata, di una svolta epocale di uno di quei grandi rivolgimenti della storia che credevamo appartenessero ad epoche passate. Anche quando questa pandemia sarà scomparsa, nulla sarà più come prima. A parte una generica paura del contagio che è fisiologica e che si protrarrà ancora per un certo periodo di tempo, le nostre abitudini muteranno. Mi chiedo se riusciremo di nuovo a dare la mano a qualcuno senza riserve o ad abbracciare un amico. O andare liberamente al ristorante, sedersi ad un bar per incontrare degli amici, andare in discoteca, al cinema, a teatro. Anche il mondo del lavoro subirà delle trasformazioni. Ci stiamo troppo abituando allo “smart working” per ritornare al ritmo pre pandemia. A me sembra che sia in atto una di quelle maledizioni bibliche che terrorizzavano gli antichi, tipo le dieci piaghe d’Egitto o qualche altro disastro provocato da un Dio irato per i nostri peccati. Una sorte di ”DIES IRAE” dei giorni nostri! A tal proposito sorge spontanea la domanda: ci sarà ancora la Processione del Venerdì Santo? E’ una domanda alla quale non è facile rispondere, anche se ci sono molti Procidani che sono pronti a scommettere che, appena finita la pandemia, la manifestazione riprenderà ed anche meglio di prima. Io non sarei così sicuro e mi piange il cuore nell’affermarlo. Ritengo che l’uomo in genere sia un animale di abitudine e che quando non ripete delle cose con una certa regolarità se le dimentica. Già adesso sono due anni che i bambini piccoli non si vestono da “Angioletti” e quelli più grandicelli non preparano il “mistero” come facevamo noi alla loro età. I loro genitori, non più pressati dalla famiglia che li spronava, non si impegnano più a dare una mano ai figli nel preparare il Venerdì Santo. Tutto si diluisce, pertanto, nel tempo e nella dimenticanza, anche perché gli uomini in genere sono di memoria corta. Mi auguro che questo sia l’ultimo anno senza Processione perché se la mancanza durerà ancora qualche altro anno, allora veramente sorgono forti dubbi sulla continuità in futuro della manifestazione. E questa cosa non è né buona e né giusta!…