DI GIOVAN BATTISTA CASTAGNA
La percezione dello scorrere del tempo ha, per ciascuno di noi, una cadenza diversa. Dipende da tanti fattori, un po’ si tratta di un fatto soggettivo e un po’ può dipendere dalle esperienze che hanno caratterizzato determinati momenti o fasi del tuo percorso di vita. Due anni, ad esempio, possono essere tanti ma anche rappresentare semplicemente un attimo. Due anni sono esattamente lo spazio che ci separa da quel 21 agosto 2017, quando alle 20.57 la terra tremò e le bastarono una manciata di secondi per portare distruzione, morte e dolore nella nostra Casamicciola. Due anni sono ieri, sono un istante fa, sono una ferita ancora aperta che forse mai si cicatrizzerà. Ognuno di noi ricorda con metodica precisione cosa stesse facendo in quei drammatici istanti, e mai potrà dimenticarlo. Il terremoto rimane un’esperienza che pian piano puoi trovare ad accantonare, ma che in ogni caso non riesci mai a chiudere a chiave in un cassetto e non credo ci sia bisogno di spiegare il perché.
C’è stata la fase dell’emergenza, è iniziata quella ricostruzione, si è compiuta la pratica della microzonazione, un processo ha messo le marce alte e continua. Ma credetemi, oggi è la giornata del ricordo, della commemorazione, e non mi sognerei mai di rivolgermi ai miei concittadini elencando ancora una volta quello che abbiamo fatto fin qui e quello che avremmo potuto fare ulteriormente. Alle 20.57 il suono del silenzio spero sappia farci fermare tutti, indistintamente, per un minuto e rivolgere il proprio pensiero alle vittime del sisma e a chi ancora oggi sta patendo indicibili sofferenze. Perché vivere lontani dalla propria dimora, soprattutto per bambini e anziani, è un qualcosa che fa male alla mente ed all’anima. Un pensiero rivolto al prossimo significa sentirci una volta di più comunità, più di quanto non abbiamo fatto finora.
Questa sera non ci sarà “Casamicciola in festa”. E’ vero, siamo in piena stagione turistica, prima o poi dovrà arrivare il momento di ricominciare a vivere. Ma non è ancora tempo, adesso, la ferita brucia ancora e desidero anche ringraziare commercianti ed organizzatori della manifestazione che hanno compreso lo spirito e la necessità di tirare il freno a mano in quella che oggettivamente non è – né forse sarà mai – una giornata come tutte le altre. Da figlio di questa terra, prima ancora che da sindaco, sento (insieme agli amministratori che mi hanno accompagnato in questo percorso) tutto il peso della responsabilità e quello che posso garantire ai miei concittadini è di aver profuso ogni energia per provare a lenire sofferenze e problemi. E sia chiaro, continuerà ad essere così. Ringrazio chi mi ha sostenuto, chi mi ha consigliato ed anche chi mi ha criticato, perché quando critiche e addebiti si muovono in maniera costruttiva e non pretestuosa (dinanzi ad una tale tragedia è accaduto anche questo, ma preferisco metterci una pietra sopra) sono sempre da stimolo e da pungolo. Due anni sono passati, due anni sono serviti anche a tanto. A capire, ad esempio, che la gente di Casamicciola ha un orgoglio e una dignità fuori dal comune. Che ha reso orgoglioso anche me. Vi abbraccio tutti: noi siamo un popolo straordinario, noi siamo Casamicciolesi.
* SINDACO DI CASAMICCIOLA TERME