LE OPINIONI

IL COMMENTO Il natale ai tempi del covid

DI LELLO MONTUORI

C’è qualcosa di nuovo, anzi d’antico, in questo Natale difficile, il primo dell’era del COVID che sembra aver cambiato le nostre abitudini, senza riuscirci in fondo davvero, per relegarci nel chiuso delle nostre case, approdi non più solo sicuri, dove spesso la solitudine imposta rimanda alla memoria solitudini di tempi lontani. Erano soli Giuseppe e Maria sua moglie, incinta di un bimbo; soli e lontani dal loro paese, soli e rifiutati da tanti osti e locandiere indifferenti alle loro richieste; soli, e non vi era alloggio per loro. Soli e preoccupati, non tanto dei loro giorni futuri, quanto di quelli di un Bimbo speciale, che per loro però, come per ogni mamma e ogni papà dall’inizio dei tempi, era, in fondo, soltanto il loro bambino.

Per un incidente della storia degli uomini, il censimento di Ottaviano, o un prodigio degli astri lucenti, la cometa che sembrava annunciarlo, nasceva quel Bimbo a Betlemme, da solo, in una grotta. Cosa lega un evento millenario rievocato da secoli a Greccio, nel presepe del Santo di Assisi, e questo Natale, il primo nell’era del COVID, durante la grande pandemia dell’età digitale? Forse niente. O tante cose. C’è qualcosa di nuovo, anzi d’antico, in questi giorni tristi d’inverno. Ugualmente frenetici per quei tanti che vorrebbero far finta di niente, acquistando regali nei giorni in cui si può ancora comprarne nei pochi negozi, con le file davanti alle vetrine. Frenetici anche negli ospedali dei malati di COVID. Dove pochi minuti di medici stanchi, ma ancora operosi, possono servire a salvare una vita. Magari di un anziano lontano dai suoi affetti più cari. Solo, tra le mura fredde di un reparto, isolato. Indifeso come il Bimbo che nacque a Betlemme, da solo, in una grotta. C’è un senso di fragilità che ci accomuna, dopo oltre duemila anni di storia dell’era cristiana, in questi giorni difficili, a quel bimbo povero e solo, posto in una mangiatoia, riscaldato da un bue e da un asino, poiché non vi era alloggio per lui alla locanda.

Era stato annunciato da tutti i profeti, la sua luce brillava nelle tenebre, ma non bastò per essere accolto e nacque povero, da solo, in una grotta. Tanti dei nostri anziani hanno lavorato tutta la vita, per la propria famiglia e i loro cari, pensando di finire i loro giorni nel calore delle pareti domestiche, circondati da figli e nipoti. Muoiono oggi, da soli, in un reparto. Quel bimbo rinasce stanotte anche per loro. Per tutte le vite distrutte dall’epidemia. Per le vittime sole cui nessuno ha potuto rendere nemmeno l’estremo saluto. Nasce per loro il Bimbo stanotte, a Betlemme, da solo, in una grotta. Speranza -a volte disattesa, a volte ripiegata su se stessa, tenue come una fiammella minacciata dal vento- di un nuovo giorno senza pandemia. Laicamente confidiamo che un giorno accadrà. Presto. Perché l’uomo vince, da sempre, le sue sfide contro le malattie ed è in grado di sconfiggere il morbo. Molto meno capace di riconoscersi fragile, accomunato al fratello che soffre, solidale con lui nel dolore. Sembra quasi che alla scienza non serva quel Bimbo che nasce. Nei secoli, spesso, l’uomo, provvisto di geniali intuizioni, ha pensato di fare da solo. Chissà che qualche volta non ci sia persino riuscito.

Ma serve a tutti quel Bimbo che nasce, da oltre duemila anni, da solo, in una grotta. Ci ricorda che siamo tutti poveri e soli davanti alla malattia e all’esperienza del dolore. Soli, nelle nostre grotte magari confortevoli e piene di agi. Oppure povere proprio come la grotta di Betlemme. Rese ancora più povere dalla pandemia in questo anno difficile. Serve a tutti quel Bimbo che nasce. A chi ha perso i propri cari, gli amici, a chi teme di perderli ancora, a chi studia per combattere il virus, a chi sperava in un mondo migliore e per ora lo vede peggiore, a chi non ha mai creduto a nient’altro che alla vita che scorre. Che passa davanti. Serve a tutti quel Bimbo che nasce. Che sussurra pensieri di pace, che fa presagire un tempo di quiete, che fa tornare un po’ tutti bambini, che riavvicina il cielo alla terra. Serve a tutti quel Bimbo che nasce, stanotte, a Betlemme, da solo, in una grotta. Buon Natale.

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