IL COMMENTO Il mare d’inverno
Le belle giornate di ottobre ( temperatura mite e tempo di bagni) non sono bastati a ritardare la chiusura degli stabilimenti balneari isolani, che mestamente chiudono i battenti. Ciò nonostante che la Regione Campania, con legge n.10 del 10 maggio 2012 e almeno fino al 2020, abbia autorizzato l’apertura per tutto l’anno solare, nel tentativo di incentivare l’allargamento delle attività turistico balneari. Certo è difficile ipotizzare un utilizzo invernale delle spiagge, stante l’inclemenza del tempo invernale e dei marosi (ancora più violenti a seguito dei cambiamenti climatici) e stante l’erosione e l’assottigliamento graduale – negli anni – degli arenili.
Tuttavia è strano che non si faccia nessun tentativo, che non ci si ingegni con soluzioni innovative . Sulla Riviera romagnola che – certo – ha spiagge di altro tipo, molto più ampie delle nostre e strutture fisse di notevoli dimensione, dove da circa 2 anni vige una legge regionale analoga a quella campana, una discreta quota di stabilimenti tenterà quest’anno di stare aperti anche d’inverno. Gli operatori romagnoli, già ricchi di servizi e spazi di ogni genere, sperano addirittura in una legge che consenta loro di realizzare delle vere e proprie piscine. In particolare a Riccione è partita, già l’anno scorso, l’iniziativa “Il mare d’inverno” che ha consentito a centinaia di persone, nelle giornate di bel tempo, con tanto di lettino e copertina, di prendere il sole invernale. Addirittura il lettino in spiaggia viene protetto dal vento su tre lati da una struttura in plexiglass, alta un metro e mezzo. Dal 9 a l’11 ottobre a Rimini si è svolta la Fiera SUN (Arredi esterni). Nell’ambito di fiera Sun c’era la sezione Style dedicata agli stabilimenti balneari e alla collegata Assemblea Nazionale dei Balneari (aderenti a Sib, Fiba, Cna, Oasi) a cui ha partecipato anche il Sindaco Pascale e alcuni rappresentanti isolani di categoria. Va bene ed è giusto che si sia andati per sollecitare l’abolizione della Bolkestein per le spiagge, ma uguale attenzione i balneari isolani dovrebbero applicare a “Mondo Balneare Beach Village” per prendere coscienza di cosa offre l’industria di settore in fatto di servizi innovativi e attrezzature moderne balneari. E farebbero bene, a marzo 2020, ad andare a “Balnearia” Fiera di Carrara. Anche per capire come e cosa si potrebbe fare per allungare la stagione.
Ma c’è anche chi pensa di sfruttare l’energia del mare d’inverno . In questi giorni, l’ENI- in collaborazione con il Corriere della Sera- ha intrapreso l’iniziativa “ Il bello dell’Italia”, alla base della quale c’è il progetto ISWEC (Inertial Sea Wave Energy Converter) che trasforma il moto ondoso in energia elettrica. E’ utopistico contattare l’ENI per verificare se la nostra isola può essere coinvolta in questo progetto? Ne parlerò col mio amico Angelo D’Abundo, nella doppia veste di Dirigente Eni in pensione e di membro del comitato scientifico dell’Ancim (Associazione Piccole isole di cui è stato appena nominato Presidente Francesco Del Deo). Ma Ischia d’inverno difficilmente apre alle novità, diventa più isola, si chiude in se stessa come un riccio o, se preferite, si rintana nel proprio guscio come una tartaruga. E così par di sentire, da un ipotetico altoparlante, sulle spiagge vuote, la voce di Loredana Berté che canta: “ Il mare d’inverno è solo un film in bianco e nero, visto alla TV”. Pare di leggere lo scrittore, esperto di aforismi, Fabrizio Caramagna : “Mi piace il mare d’inverno. Lui ci mette le onde, io ci metto i pensieri”. Ma il mare d’inverno non riguarda solo gli stabilimenti balneari. Il mare d’inverno complica la pesca, per quei pochi pescatori che ancora continuano a vivere del pescato. Uno scrittore che porta Ischia incisa nel cuore, Erri De Luca, che ha immortalato i pescatori della Mandra in uno dei suoi primi libri, ha scritto: “Sul mare non è come a scuola, non ci stanno i professori. Ci sta il mare e ci stai tu. E il mare non insegna, il mare fa con la maniera sua”. E, a proposito del pescato, Erri De Luca scrive: “Si ottiene dal mare quello che ci offre, non quello che vogliamo. Le nostre reti, coffe, nasse sono una domanda. La risposta non dipende da noi”.
Il mare d’inverno riguarda anche i pendolari, quelli che partono da Ischia per farvi ritorno e quelli che – viceversa – partono da Napoli o Pozzuoli per farvi ritorno. Professori di scuola che a volte non arrivano. Infermieri e medici che tardano o non giungono all’Ospedale. Forse un giorno riusciremo ad ottenere la qualifica di “ zona disagiata” di cui al D.M. 70/2015. Forse un giorno sarà più semplice avere personale medico e paramedico isolano nell’Ospedale Rizzoli. Ma intanto si soffre. Il mare d’inverno erode le spiagge, allaga il Piazzale di Ischia Ponte, rende incerta la navigazione ( si parte, non si parte) con l’angoscia già dalla sera precedente. E il trasporto urgente di ambulanze e le idroambulanze? Tutto più complicato di quanto già non lo fosse. Il mare d’inverno ci ricorda, con maggiore nettezza, che viviamo in un’isola e che a volte possiamo restare isolati dalla terraferma. Tuttavia non possiamo vivere a prescindere dalla città di Napoli. Siamo una perla del golfo partenopeo e il golfo ne è il guscio.
Il Comune di Napoli pochi giorni fa ha convocato e coinvolto gli Stati Generali del Mare per completare un progetto partito già tre anni fa che premia – tra l’altro – gli ambasciatori di buone pratiche del mare. La delegata del Sindaco alla Risorsa Mare, Daniela Villani convocherà , nei prossimi giorni, un Tavolo Blù tra gli enti e le autorità che decidono lungo la costa. Non so se è già prevista la presenza delle isole e di Ischia in particolare. Ma sarebbe opportuno che le isole ci fossero. Ischia dimentica presto le iniziative che essa stessa elabora, anche le più brillanti, e le lascia cadere nel vuoto. Faccio l’esempio di un importante Seminario Pubblico che si svolse nell’ottobre del 2016, nella Sala della Curia Vescovile: “La gestione del capitale naturale, tra terra e mare” nel quale si parlò di una forma moderna di valorizzazione e divulgazione delle risorse naturali,storiche e artistiche: l’Heritage Interpretation che è una tecnica raffinata per affascinare e coinvolgere cittadini e turisti sulle bellezze locali. Tutto passato nel dimenticatoio. Se vogliamo che il “Mare Nostrum” non diventi il “Male Nostrum” dobbiamo mettere anima e corpo nella difesa del mare. Federico Garcia Lorca ha scritto: “Come si può capire qualcosa della vita, e capire a fondo se stessi, se non lo si è imparato dal mare?”. Il mare, per chi lo conosce e lo ha frequentato, diventa un grande rimpianto quando – per qualche motivo – non lo si frequenta più. Dacia Maraini ha scritto: “ Ah, io non chiederei d’essere un gabbiano né un delfino; m’accontenterei d’essere uno scorfano – ch’è il pesce più brutto del mare – pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell’acqua”.