LE OPINIONI

IL COMMENTO Il dovere dei sindaci verso la politica

Il Golfo, in questi giorni, ha evidenziato come si stia creando una spaccatura tra i Sindaci dei Comuni dell’isola, con assi preferenziali che sembrano coinvolgere, da un lato, il versante Lacco Ameno-Forio, da un altro Ischia e Barano in soccorso di Casamicciola e con Serrara a far da outsider. Francamente questi giochi di bassa cucina non mi entusiasmano e non credo che, da queste alleanze, possa nascere alcunché di buono per l’isola d’Ischia. O Ischia si convince che l’integrazione di tutti e sei i Comuni è uno strumento necessario pere rendere più spedite, funzionali ed economiche le soluzioni dei principali servizi alla collettività o l’ordine sparso e le alleanze a due, a tre contro gli altri procureranno solo altri guasti. Il difetto di fondo di questi Sindaci è l’assoluta mancanza di una visione politica e di un riferimento certo ai valori e ai programmi di partiti nazionali o movimenti politico-culturali nazionali ed europei. Anche l’intromissione, nelle alleanze tra Comuni, dell’Europarlamentare Giosi Ferrandino, ventilata da Il Golfo, ha un senso se finalizzata a dare un respiro sovraisolano alle amministrazioni comunali dell’isola, come per dire: “Chi intende sollevare lo sguardo oltre gli stretti confini dell’isola”? allora sì, altrimenti sarebbe un ulteriore motivo di confusione e di ulteriore zavorra alla politica di quest’isola. Cosa pensano della disarticolazione tra Stato e Regioni, con continue sfide e con la confusione dei ruoli? Cosa pensano del centro-sinistra napoletano, su chi sia meglio candidare come Presidente alle prossime regionali. Cosa pensano della probabile crisi di Governo, di Renzi che minaccia il game over. Cosa pensano dei diversi orientamenti, nel centro destra, di Salvini, di Meloni e Berlusconi? Cosa pensano della destinazione e gestione dei miliardi di euro del Recovery Fund. Sono favorevoli all’idea di Conte di affidare l’operatività ad una Task Force o sono per lasciare la gestione ai ministri ( previa delega e controllo del Parlamento)? Cosa pensano dei Cinquestelle, sono una “banda di idioti” da cacciare all’opposizione o una forza di rinnovamento? Cosa pensano di Zingaretti, è troppo attendista o è solo un leader prudente che fa i conti con la realtà dei numeri e con le differenze con gli alleati? O vogliamo lasciare che tutto questo venga dibattuto, in maniera superficiale e con la solita logica binaria, solo dai social?

Un Sindaco, nel momento in cui sono subentrate norme che ne hanno ampliato i poteri, modificando il ruolo e l’incidenza di assessori e consiglieri e nel momento in cui, con l’elezione diretta, è stato azzerato il filtro dei partiti, divenendo esso interlocutore unico e diretto con l’elettorato, deve approfittare di questa situazione, per accentuare la frattura Sindaco-Politica o si dovrebbe fare maggiormente carico di “recuperare” il senso della politica e fare da interprete e facilitatore della politica? Ciascun Sindaco ritiene che sia meglio che la cittadinanza si accontenti di vedere i frutti di una sana ordinaria amministrazione di paese o che la cittadinanza si aspetti da lui una “cornice” politica entro cui inquadrare gli atti amministrativi. Ma davvero pensiamo che il rifacimento della skyline del Porto d’Ischia sia un fatto tecnico neutro che non abbia bisogno di una visione politica, di riferimento a valori storici, paesaggistici, architettonici. Davvero pensiamo che quando si tratta di destinare un palazzo confiscato alla camorra o un’area ex mercatale a una determinata funzione, basti fare un “progettino” tecnico negli uffici comunali. Che ognuna di queste scelte non sia una scelta politica e non implichi una valutazione complessiva sulle ricadute sociali, economiche del paese? “Tutto è politica” declamava nei suoi versi la poetessa polacca Wislava Szimborska, perché siamo tutti “figli dell’epoca”. E la politica si fa ogni giorno, non solo in prossimità delle elezioni, per stringere patti e accordi con questo o quel personaggio. Voi sindaci avete il dovere di essere attenti a tutto ciò che si muove nello scenario politico ( non dico del mondo) ma almeno nel livello europeo e italiano.

Ecco, l’Europa – per voi – che cosa è? Avete mai esplicitat,o alla vostra cittadinanza, l’idea che ve ne siete fatta? L’Europa non è solo la presenza di Giosi Ferrandino all’Europarlamento. E non è quel “vomitatoio” nel quale parte della cittadinanza, ignara (anche per colpa dei vostri silenzi) della reale portata, addebita ogni nostro male. La politica si fa ogni giorno. Siete in grado, avete voglia di valutare quanto- per esempio- ha scritto Silvio Berlusconi su Il Corriere della Sera, nel tentativo di caratterizzare meglio il suo partito di Forza Italia a riequilibrare i rapporti di forza all’interno della coalizione di centro-destra? Avete il dovere di leggere, interpretare e far conoscere ai vostri cittadini che valutazione fate della risposta che, sempre su Il Corriere della Sera ha dato la Meloni a un editoriale critico del prof. Angelo Panebianco, che è comunque favorevole al centro destra. Ma di questi due ultimi esempi dobbiamo necessariamente parlare di più perché, nelle parole di Berlusconi e Meloni, ci sono esplicitati più concetti di quanti ne trapelino nella tambureggiante campagna mediatica fatta di slogan giornalieri.

Silvio Berlusconi, che continua a tentare un’impresa difficile (per me,impossibile) di conciliazione tra i valori liberali di Forza Italia e quelli sovranisti di Meloni e quelli fobici di antimmigrazione di Salvini, ha riscritto i motivi ispiratori del suo partito, per meglio caratterizzarsi e differenziarsi dai due alleati, per ristabilire un equilibrio di forze all’interno della coalizione. Dunque l’intervento di Berlusconi su Il Corriere era intitolato “Un centrodestra di governo guidato da noi liberali”. Da esso vi estrapolo alcune frasi molto esplicite: “Forza Italia è l’unica forza politica che nel dopoguerra ha fatto una sintesi delle idee, dei valori e delle dottrine politiche liberali, cristiane, europeiste, garantiste…In Italia non era mai esistito, prima della nostra nascita, nulla di simile alla CDU tedesca, a quello che hanno rappresentato gollisti e giscardiani in Francia, al partito conservatore di Margareh Thatcher nel Regno Unito, al Partito Popolare in Spagna, ai repubblicani negli Stati Uniti”. Per quanto mi riguarda, non mi interessa, in questo articolo, esprimere un mio personale giudizio politico sulle tesi sostenute, il mio unico interesse, in tale sede, è evidenziare che ci sono interessanti novità e dichiarazioni che dovremmo tutti valutare, figuriamoci se non lo debbano fare dei Sindaci. Lette le parole di Berlusconi, cosa ci fanno – con Forza Italia – quelli di FDL che non amano l’Europa, da essi considerata germano-centrica e francofona, e che denunciano costantemente il mercatismo e globalismo, cosa ci fanno con gli azzurri di Berlusconi, strenui difensori del mercato e dell’Europa ? Chiude le sue considerazioni Berlusconi, affermando : “Noi siamo il centrodestra, se non ci fossimo noi in Italia, il centrodestra non esisterebbe, esisterebbe una destra rispettabile, democratica, di successo, ma certamente minoritaria. Una destra non in grado di rappresentare l’Italia”. E come si fa a restare estranei, da Sindaci, a queste enunciazioni. Come si fa a non capire che si parla di valori fondamentali in gioco, tra cui scegliere? E come si fa ad ignorare il grido d’allarme del prof. Angelo Panebianco, dichiaratamente favorevole al centro-destra, il quale scrive: “Come è possibile che Lega e Fratelli d’Italia insistano nella polemica antieuropea, si attardano in pose “ sovraniste”mentre si avvicina il momento in cui, probabilmente, assumeranno responsabilità di governo?… Ho ascoltato – prosegue Panebianco – il discorso che ha pronunciato alla Camera Giorgia Meloni il 9 dicembre. Si è trattato di una durissima requisitoria antieuropea e antitedesca. L’Europa è stata definita come un’entità dedita allo strozzinaggio e ai ricatti nei confronti dell’Italia… Checché ne pensino i sovranisti, l’Europa è il nostro destino”.

A questo “fuoco amico”, Meloni ha risposto, risentita, per iscritto, sullo stesso quotidiano: “ Sostenere che esiste vita solo nell’attuale equilibrio non è rispettoso nei confronti di milioni di europei che si identificano in una diversa visione politica… basata su un modello confederale, alternativo al modello federalista. Denunciamo, da patrioti, un assetto europeo incentrato oramai sullo strapotere di un asse franco-tedesco”. E poi, dopo Berlusconi e dopo Meloni, sul giornale milanese è intervenuto Salvini a dire che la Lega ha organizzato un tour delle capitali europee, alla ricerca di alleanze. Di recente Salvini, sotto la spinta del moderato Giorgetti, ha addirittura annunciato di voler fare una “Rivoluzione liberale”, incominciando dall’acquisizione del filosofo Marcello Pera, ex Forza Italia. Ecco, di fronte a queste affermazioni, a queste linee progettuali, il fatto che i Sindaci isolani facciano finta di niente o, peggio, non avvertano l’urgenza e il dovere di approfondimento, è da me ( e spero da molti altri) considerato un limite e uno scandalo. Magari, quegli stessi Sindaci continueranno – imperterriti – a dire che in Parlamento e al Governo ci sono incompetenti ed ignoranti, senza per contro offrire un modello alternativo di sapienza e conoscenza politica.

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