IL COMMENTO Il distretto turistico, una nuova governance per l’isola
DI CELESTINO IACONO
L’emergenza coronavirus ha mandato in crisi l’intero sistema economico mondiale. Il pianeta s’interroga e collabora: tutti gli scienziati nei loro laboratori studiano e lavorano senza sosta per poter giungere quanto prima ad un vaccino o quantomeno ad una cura efficace. Sono nate tante task force, a tutti i livelli, per cercare di far ripartire l’economia iniziando dai settori produttivi più rilevanti e indicando i protocolli di sicurezza necessari per scongiurare un nuovo incremento dei contagi. Anche l’isola d’Ischia sta pagando il suo tributo al coronavirus. Il nostro piccolo territorio, con le sue preziose particolarità, ha mostrato anche tutte le sue fragilità che nascono proprio dalla sua insularità e dalla sua stagionalità. Una crisi profonda, per una località a vocazione turistica, che vede una stagione alle porte oramai improbabile, o nella migliore delle ipotesi, severamente contratta. La crisi d’Ischia però non è nuova. La nostra isola, negli ultimi decenni, ha visto una crescita incontrollata ed esponenziale dei posti letto, in totale assenza di una programmazione economica, che stimolasse la crescita omogenea delle attività sul territorio, senza che ci si preoccupasse di sostenere lo sviluppo con un’adeguata crescita culturale e professionale e per finire, trascurando dolosamente la salvaguardia del territorio. Il sistema Ischia è da tempo malato, ma le sue richieste d’aiuto non vengono ascoltate. Perché il male più grande da vincere su quest’isola è l’individualismo. Siamo del tutto incapaci di fare sistema, di creare nuove sinergie per far sì che Ischia progredisca, non solo dal punto di vista economico, ma affinché migliorino sensibilmente la qualità della vita e il benessere dei suoi abitanti.
Oggi però, questa profonda crisi, ha azzerato le certezze di molti e rappresenta un’occasione imperdibile per iniziare a lavorare in concerto, pubblico e privato, con lo scopo di ridisegnare un nuovo prodotto (brand)“Ischia”. Un progetto che veda coinvolti i Sindaci, le rappresentanze della attività produttive, gli artigiani, il terzo settore. Se siamo disposti a dialogare e a lavorare tutti insieme per rilanciare la nostra isola, abbiamo anche lo strumento ideale per farlo: il distretto turistico. Il riconoscimento di questo strumento, previsto dall’ordinamento nazionale con la legge n.106 del 12/07/2011, è diventato realtà grazie alla caparbietà di Benedetto Valentino, noto e stimato ideatore del Premio Ischia Internazionale di Giornalismo, evento di grande rilevanza e che già da moltissimi anni, dà lustro e notorietà alla nostra isola. Ma cos’è il Distretto Turistico, questo sconosciuto? Si tratta di un complesso di imprese e risorse turistiche localizzate all’interno di un’omogena area geografica, dal punto di vista economico, sociale e culturale, che opera per il rilancio e la riqualificazione dell’offerta turistica di un territorio intervenendo e favorendo agevolazioni amministrative, fiscali e finanziare per uno sviluppo sostenibile e per la valorizzazione dell’area geografica nel quale si trova il distretto. Renderlo operativo, significa dar vita ad una struttura che attribuisca centralità ai processi di coordinamento e di integrazione tra i diversi attori. Importanti sono l’attribuzione del grado di consapevolezza, il livello di fiducia, la disponibilità alla cooperazione e la presenza di soggetti con un’elevata capacità organizzativa, di presiedere un processo evolutivo territoriale. Riuscirci, significherebbe creare ad Ischia ad una vera e propria DestinationManagment Organization (DMO), capace di catalizzare istanze e progetti per lo sviluppo sostenibile del territorio.
Questa nuova governance potrebbe occuparsi del marketing dell’intera isola con le sue ricche e variegate diversità, studiando campagne di comunicazione ideate affinché l’isola possa essere conosciuta in tutto il mondo e si aprano nuovi mercati, oggi a noi preclusi. Il Distretto Turistico potrebbe, con maggior possibilità di successo, intercettare molti di quei fondi messi a disposizione dalla Comunità Europea e che molto spesso restano inutilizzati. Quanto sia propizio questo momento, ce l’ha ricordato di recente l’on. Giosi Ferrandino, quando,citando i fondi messi a disposizionedalla Comunità Europea,per la crisi provocata dal Coronavirus, ha parlato di “un arsenale imponente” e più precisamente di “4 mila miliardi”. Concludo lanciando un invito ai Sindaci, senza i quali mancherebbe quel supporto amministrativo necessario alla realizzazione dei progetti e a tutti i presidenti delle varie associazioni di categorie, a farsi avanti per dare anima finalmente, al Distretto Turistico Isola d’Ischia.
* IMPRENDITORE TURISTICO
Purtroppo caro Celestino nessuno capisce o vuol capire che il Distretto Turistico è la Panacea dell’ Isola d’ Ischia legato al tanto agognato Comune Unico ma la cancrena dell’ ottusaggine della classe politica ed imprenditoriale isolana continuerà a far morire l’ economia e la grande bellezza di Ischia.
Forse la natura con il terremoto e con il Corona Virus ci sta dicendo e dando una grande opportunità di far diventare valore aggiunto queste immani disgrazie e cambiare sistema di gestione dell’ Ospitalità isolana.
Salutissimi da Mario Romano
Condivido ovviamente l’analisi e mi auguro anch’io che sia la volta buona per cambiare paradigma.
Cordiali saluti
Celestino Iacono