LE OPINIONI

IL COMMENTO Il Cristo Deposto

“Tempus fugit!”. Fra poco meno di un mese è Pasqua. Sembrava ieri ancora Natale ed invece…. La Settimana Santa procidana è connotata dalla processione del Venerdì Santo e questa, a sua volta, dall’immagine del Cristo morto. Si parla molto negli ultimi tempi di questa statua per via che sembra debba essere portata ad Ischia in una sorta di tourné mistico- turistica. Io non sono d’accordo su questa “gita”, ma, pare, che la decisione sia stata presa dalla decisione congiunta delle Curie di Napoli e di Ischia.Per lo meno così mi hanno riferito…. I Procidani sono molto legati a questa statua, ma quanti ne conoscono il vero valore? Bisogna subito sgombrare il campo da qualsiasi dubbio: il Cristo morto procidano E’ UN’OPERA D’ARTE, UN CAPOLAVORO ASSOLUTO! Un’altra leggenda da sfatare è quella secondo cui sarebbe stato scolpito da un carcerato della locale casa di pena. Non è vero! La statua è stata scolpita nel 1728 da Carmine Lantriceni, uno scultore abruzzese trapiantato a Napoli per lavoro. Questi non è tra i più noti dell’ambiente artistico napoletano come, ad esempio, il Sammartini autore del famoso “Cristo velato”, ed il Bottiglieri, scultore del “Cristo deposto” del duomo di Capua. Il Cristo procidano fu ordinato al Lantriceni dalla congrega dei Turchini di Procida per essere portato in processione e per questo è stato fatto in legno. Difatti se fosse stato di marmo sarebbe stato troppo pesante.

L’introduzione della statua del Cristo morto nella processione del Venerdì Santo, istituita dai Gesuiti, coincide col l’avvento della Controriforma. Prima di questa la processione era un corteo penitenziale all’interno del borgo di Terra Murata dove i partecipanti si autoflagellavano a sangue per imitare le sofferenze di Cristo. Con la Controriforma, però, la Chiesa vietò queste manifestazioni cruente e si passò al “simbolismo!,vale a dire la corona di spine, la lancia di Longino, i chiodi ed altro. Era nata l’attuale processione del Venerdì Santo. Perché i Turchini scelsero Lantriceni e non uno scultore più di grido? Perché costava meno! Questi, al pari di altri colleghi più famosi, era anche un “pastoraio”, vale a dire confezionava i pastori per i famosi presepi napoletani del ‘700. All’epoca questa non era considerata un’attività sconveniente e di ripiego perché anche gli scultori più famosi vi si dedicavano, forse…. per racimolare quanto più denaro possibile. Noi Procidani l’immagine del Cristo morto la conosciamo da sempre. Sarebbe meglio chiamarla “Cristo deposto” perché non è ancora subentrata la rigidità cadaverica. Rappresenta un corpo appena deposto dalla croce. L’immagine della scultura è impressionante; ha una tragicità nello sguardo appannato, nelle gambe rilasciate, nella bocca semiaperta, nel torace teso, che va oltre la rappresentazione scultorea per approdare nella vera e propria realtà. Praticamente questa immagine sembra vera! Attorno a questa scultura si sono avvicendati il fior fiore di tecnici, di artisti, di storici dell’arte e tutti hanno convenuto che è un’opera d’arte di livello eccezionale. Certo c’è da chiedersi come mai sia approdata a Procida. Evidentemente il merito deve essere dei Gesuiti prima e dei Turchini dopo, circa trecento anni fa. Noi Procidani ce la dobbiamo tenere ben stretta quest’opera e dobbiamo imparare a proteggerla. Difatti, non si può mai sapere.

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