IL COMMENTO I supplenti: Legnini, Re, Miccio, Ejarque
Insieme e in contrasto con un diffuso giudizio negativo sulla capacità degli amministratori isolani di fare sistema, l’opinione pubblica manifesta, nei loro riguardi, un largo consenso elettorale. A Ischia è addirittura sparita la minoranza; a Serrara Fontana, Irene Iacono surclassò Cesare Mattera; Francesco Del Deo a Forio, se fosse ricandidabile, avrebbe probabilmente una larga riconferma; a Barano Dionigi Gaudioso è largamente maggioritario e s’è conquistato anche un prestigioso assessorato alla Città Metropolitana; a Lacco Ameno la vittoria di Pascale fu contestata, contrastata ma, alla fine, sbaragliò un ex Senatore ed ex coordinatore regionale di Forza Italia; a Casamicciola, disastrata e sconvolta da un “combinato disposto” Natura-Uomo, potrebbe rientrare e trionfare Giosi Ferrandino che, in onore al nome del nuovo partito a cui ha aderito, si sente “vivo” come l’Italia Viva, mentre nel paese, in cui è politicamente nato, ci sono “i morti”, che suonano condanna per tutta una classe politica fallimentare negli anni. Esiste dunque uno “iato” tra giudizio complessivo e voto amministrativo. “Buono” come Sindaco ma “cattivo” come sodale isolano. La fortuna è che, nel frattempo, lo scollamento isolano ha trovato una “colla” sostitutiva per tenere insieme ciò che i Sindaci sono incapaci di cementare.
In tutto questo, è completamente assente l’Associazione per il Comune Unico, forse perché gli organi dirigenti nacquero da compromessi tra diverse fazioni politiche. Fortunatamente sono entrati in azione, in tempi diversi, i “supplenti”, che hanno un nome e cognome. Ma qual è questa nuova “colla”? E chi sono i supplenti? Si sono imposti personaggi che, rispettosi delle istituzioni ma liberi da condizionamenti di partiti, mirano alla cura degli interessi generali degli isolani. Questi personaggi si chiamano: Legnini, Re, Miccio, Ejarque. Sembrano la riedizione dei Quattro moschettieri. L’opera del francese Alexander Dumas, in verità, è intitolata “Les trois mousquetaires” ovvero Athos, Porthos e Aramis a cui, solo dopo, si aggiunse D’Artagnan. Non che non abbiano costoro le loro idee politiche. L’avvocato Legnini, ad esempio, è stato vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Sindaco di paese, Deputato, Senatore, più volte Sottosegretario, Commissario Straordinario alla Ricostruzione post terremoto del Centro Italia, oggi Commissario Straordinario alla Ricostruzione nei territori dell’isola d’Ischia colpiti dal sisma del 21 agosto 2017, a cui si è aggiunta la frana e l’alluvione del 2022. Ed è evidente che rimane espressione del centro sinistra. Ha seguito le sorti di PCI, PDS, DS, PD per poi dichiararsi indipendente dal 2014. Tuttavia gli viene unanimemente riconosciuta libertà di pensiero ed azione, anche dal fronte politico e parlamentare di centro-destra o destra-centro. Altrimenti non starebbe al posto che occupa. Ho avuto modo, come cittadino attivo, e come lo hanno potuto constatare tanti altri cittadini militanti in Associazioni, Comitati, categorie economiche, la sua grande disponibilità e propensione al confronto democratico. Ha ascoltato ed ascolta pazientemente tutti, anche quando la moltitudine ha potuto creare più motivi di confusione che contributi concreti. Legnini, però, deve guardarsi innanzi tutto dalle furbizie di amministratori, politici, tecnici abituati a navigare nell’opacità e nell’opportunismo. Legnini è uomo esperto e navigato e queste cose le sa, ma ha bisogno del sostegno e dell’attenzione popolare che, all’occorrenza, deve accendere la luce ad occhio di bue (non a caso chiamata in teatro “seguipersone”) sulle persone e zone grigie dell’establishment locale. Noi siamo qui, insieme a tanti altri e sorveglieremo che i soliti uccelli rapaci non volino sui resti di un paese massacrato dai vari disastri ambientali.
Ma perché definire Legnini un “supplente”? Non è forse un’autorità ”sovraordinata” agli Enti locali, che deve ricostruire il paese? Sì, ma Legnini deve purtroppo supplire anche all’ordinaria mancata manutenzione, all’ordinaria istruttoria di pratiche amministrative elementari che avrebbe dovuto trovare già preparate. In questo senso Legnini è supplente, riempitore del “vuoto” amministrativo. Dobbiamo essere anche a fianco di Ciro Re, Vice Questore, Dirigente del Commissariato di Ischia. Un uomo che in una Regione apparentemente non sotto scacco della malavita organizzata, Marche, ha vissuto sotto scorta e con la spada di Damocle delle minacce estese anche al nucleo familiare; un uomo che ha sacrificato, al dovere, l’unità della famiglia; che ha vissuto la violenza di Napoli presso il Commissariato di San Carlo Arena e che, arrivato a Ischia, ha subito compreso la falsa tranquillità, la ipocrita facciata di perbenismo che aleggia in gran parte dell’isola. Re non la fa buona a nessuno: per lui davvero la legge è uguale per tutti. Ha abbracciato la causa dei militanti dell’Associazione La Strada del buon senso perché è sensibile alla sicurezza stradale, senza la quale continuerebbero a morire decine di giovani e giovanissimi. Ha una cultura dei Paesi arabi, dell’Islam, del Corano, ed è profondamente religioso. Ha già sfidato potentati economici dell’isola e quelli che ancora non sono stati toccati – sono certo – non dormono sonni tranquilli. E’ bello vedere che gli aderenti alla Strada del buon senso stanno preparando, insieme ai poliziotti, la Festa della Polizia del 6 maggio. Un atto di coesione sociale e nazionale, un ritrovato senso dello Stato che non può non giovare all’intera società.
Ma perché definisco il dott. Re “supplente”? Per il fatto che non si limita a fare il proprio dovere; fa di più, agisce anche nel vuoto di altri responsabili, supplisce ai Comandi Vigili Urbani “pigri” come è il caso di Barano. Agisce nell’abusivismo edilizio. Mette a disposizione degli Enti locali i suoi uomini in carenza di organici di polizia urbana. E veniamo ad Antonino Miccio, Direttore dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno, nata nel 2007 e, dopo varie vicissitudini e commissariamenti, ritornata nelle mani gestionali dei Comuni e sotto la direzione di un uomo esperto come Antonino Miccio. Non è colpa di Miccio se non si è ritenuto, in origine, di coinvolgere, nell’ente gestionale, una realtà scientifica come la Stazione Anton Dohrn e, per essa, il locale Laboratorio di ecologia del Benthos di Ischia. Ha cercato di ovviare a questa mancanza della componente scientifica instaurando collaborazioni e partenariati con Università, Enti scientifici e Associazioni ambientaliste. Si dedica molto all’educazione ambientale della cittadinanza e dei turisti. E’ uno strenuo sostenitore dell’unità di azione di tutti i Comuni interessati. Anche se all’esterno professa, per educazione e rispetto istituzionale, la convinzione che i Comuni siano coesi, sa bene che è soltanto lui l’unico punto, l’unico referente che riesce ad unificare le azioni amministrative legate al mare; è lui il collante dell’AMP. E’ lui il “supplente” di amministratori che hanno sempre guardato all’Area Marina Protetta più come un intralcio che come effettiva risorsa per la tutela del nostro ambiente, dell’habitat marino, della bellezza dell’isola.
Ed infine dobbiamo accennare ad Ejarque, che potremmo ritenere il nostro D’Artagnan, l’ultimo moschettiere aggiunto. Se Miccio è paragonabile ad Athos (carattere calmo e grande pensatore), se Re è paragonabile ad Aramis (grande religiosità), se Legnini è paragonabile a Porthos (popolarità e frequentazione con tutti) Ejarque, catalano di origine, è paragonabile a D’Artagnan, il cui carattere era di un giovane spavaldo, sicuro di sé, un po’ incosciente. E sì che ci vuole una buona dose di spavalderia e incoscienza per accettare la sfida di un ribaltamento del modello turistico ischitano, di un forte ridimensionamento del traffico, del riposizionamento di un termalismo obsoleto e di disillusione dell’idea che basti vantare una identità storica, culturale, sociale per attrarre il turismo internazionale. Ha il coraggio di dire agli ischitani: il turista più che della vostra identità (che fa star bene voi) ha bisogno di benessere rispondente ai suoi canoni e ai suoi bisogni. Dice agli ischitani:” dovete guardare Ischia con gli occhi del turista, non con i vostri, quando volete fare turismo”. Nella vita, nell’attività scolastica, non sempre i “supplenti” sono all’altezza dei titolari che sostituiscono. A Ischia si ha la netta sensazione che i “supplenti” siano più affidabili delle persone alle cui mancanze suppliscono. Dalla panchina, le riserve di lusso, messe in campo, stanno giocando meglio dei titolari.