LE OPINIONI

IL COMMENTO I paradossi dell’essere ischitano doc

DI LUIGI DELLA MONICA

Leggevo sulle piattaforme telematiche alcuni commenti derisivi del mio ultimo articolo sulla possibilità di sostituire turisticamente Ischia a Sharm El Sheik. In verità non proprio completamente negativi, ma qualche punta di sarcasmo gratuito ci stava. Per carità di Dio, benedetta la democrazia e la libertà di parola, ma sono perplesso su alcuni aspetti. Pensare che sia un’eresia, ovvero una barzelletta, candidare Ischia come alternativa alla meta egiziana, significa che gli isolani si riempiono solo la bocca di voglia di cambiamento, di innovazione, trasformazione, evoluzione, ma loro stessi non hanno proprio idea da dove cominciare. Essi stessi si disorientano, si preoccupano che alcuno possa suggerire una voce distonica dal comune sentire, che subito vanno in panico e, naturalmente, l’opinionista di turno si trasforma in un folle visionario. Sempre sui social leggo spesso, in questi giorni, proclami del tipo: “Ischia è bella, venite è come se fosse ancora estate”!

Tutto sacrosanto e vero. Ma chi viene oggi sull’isola, deve sincerarsi delle strutture chiuse o aperte e queste ultime sono davvero al lumicino. Inoltre, gli eventi cosiddetti fuori stagione sono comunicati su circuiti ristretti delle persone che si conoscono fra loro ed i turisti occasionali non ne vengono a conoscenza, perché non dimentichiamo che gli alberghi tendono a cullare nel proprio seno l’ospite. Risultato? Noia mortale ed esperienza che non si ripeterà. Eppure come ho sostenuto in un mio articolo di qualche mese fa, i turisti delle notti dei sei mesi, gli scandinavi per esempio, in questi periodi, come a gennaio, febbraio e marzo sono invogliati di più a visitarci, per trovare un sollievo, un giovamento dalle terre del Sud che possono elargire la bellezza delle giornate sole-notte normali ed un clima mite, unito al termalismo. Sharm El Sheik, mi sono documentato, con 1.000 euro volo compreso, offre a gennaio per due persone sei giorni e sei notti da Napoli Capodichino una vacanza tutto incluso, cibi, bevande e divertimenti. Di contro, uno dei commentatori, quello più moderato, mi ha ricordato che spesso i turisti rimangono bloccati per il maltempo e quindi non sarebbero invogliati a venire dopo la pausa estiva. Io credo sia un errore, perché il turista non è così arrendevole per raggiungere un luogo bello, ma lo è nella volta successiva, quando ha provato per curiosità una meta non conosciuta e, non trovandovi nulla di appetibile, la prossima volta si dirigerà altrove. È l’altrove che Ischia deve assolutamente evitare!

Un esempio, unico nel suo genere, di quelle manifestazioni che partono dalle cose semplici ed autentiche, è la “Marcia della Pace” che è stata organizzata con le associazioni d’arma di concerto con le scolaresche isolane. Organizzare, manifestare, evidenziare ai forestieri la nostra specificità, il nostro calore umano, la nostra identità marcatamente del Sud Mediterraneo e del Sud Europa, l’orgoglio di essere come siamo. La “Marcia della Pace” che avrebbe dovuto svolgersi oggi, ma verrà spostata all’8 novembre a causa delle avverse condizioni meteorologiche, rappresenta un momento di incontro fra giovani ed anziani per ricordare che il nostro benessere e la nostra opulenza dipende dalla comunione spirituale di persone vere, autentiche, che tanto credevano in un Mondo migliore, quale è oggi il nostro, che hanno dato la vita affinchè gli altri lo potessero palpare e godere, cadendo essi in guerra. Spesso riteniamo che tutto ci sia dovuto, che Ischia bella e piena di opportunità di lavoro nel settore turistico sia una realtà inestirpabile e dovuta dal cielo, ma non facciamo nulla per preservarla o migliorarla. Ci dogliamo delle sue mille pecche, ma non ci ingegniamo da soli per risolvere: attendiamo le soluzioni dall’alto, come uccelletti nel nido aspettano i vermetti da mamma uccello. Questa mamma uccello deve essere l’imprenditore alberghiero, marittimo oppure il politico di turno, locale, regionale o nazionale, poco importa, basta che venga a dimorare per quel tempo che basta, spendendo tanto, ricevendo servizi scadenti o poco accurati, ma paghi in silenzio, perché cosa pretende dall’isola più bella del Mondo? E’ già tanto che lo ospita.

Ci sciacquiamo tanto la bocca dei soggetti maleducati provenienti dalla terraferma e poi scorgiamo nel servizio del 03 ottobre 2023 di Giulio Golia, che le nostre coste vengono violate tanto dal super ricco armatore di uno yacht, tanto dai piccoli diportisti, che mostrano facce avanzi di galera, ma delle persone della piccola e media borghesia per bene non ci sta più traccia, volatilizzati. Certo, perché una famiglia con 2 figli e mono reddituale che paga un mutuo oppure un affitto di circa 700, guadagnando circa 20mila euro annui, può permettersi solo Sharm el Sheik, ma noi rifiutiamo questo turismo d’elite. Sì cari isolani, perché l’elitè non è solo il super nababbo petroliere norvegese, oppure quello arabo, ma anche il sig. Pinco Pallino, con la sua famigliola ben educata, scolarizzata e che contribuisce onestamente con il suo duro lavoro a rendere non solo Ischia, ma l’Italia il Paese più bello del Mondo. Dobbiamo tutti noi vestirci di umiltà, non siamo figli di un dio superiore perché ischitani, ma diventare realisti e pratici, nello studiare cosa fare materialmente per attirare i turisti anche fuori stagione e vi esorto, se non mi credete, a vedere i flussi di passeggeri sul molo Beverello, che sono assorbiti ancora oggi per Capri e per Procida, mentre Ischia è solo meta di pendolari.

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I low cost si devono distribuire nelle fasce da novembre a marzo ed in quel periodo non arrestare gli eventi turistici, in modo da attirare con le piccole o grandi manifestazioni l’interesse dei turisti che potranno in seguito meglio fruire delle strutture estive. Ma queste ultime non devono più ridursi al solito lido attrezzato con il ristorante, ma valutare una innovazione ecosostenibile di strutture recettive che riducano a zero la produzione di rifiuti liquidi e solidi, per il rispetto del mare. Dobbiamo trasformare Ischia in una laguna verde a cielo aperto e smettere di trovarci gli alibi di facciata, del tipo siamo troppe persone, ci pensa la Regione, lo Stato: rimbocchiamoci le maniche per cambiare, come abbiamo alzato la testa per ripulire le strade infangate dalla tragedia del 26.11.2022.

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