IL COMMENTO Feltri e le inutili divisioni tra nord e sud
DI LUIGI DELLA MONICA
Mi permetto di essere stato umile profeta del fenomeno innescato dalle inappropriate e gratuite parole della Signora Rita Dalla Chiesa, in tempi non sospetti, in merito alla esortazione agli amici milanesi a non scegliere come meta delle vacanze la nostra amata isola. Vittorio Feltri, uno dei giornalisti più blasonati d’Italia è scaduto in uno sterile antimeridionalismo da baraccone. Tuttavia, sulla falsa riga delle sagge parole del Presidente dell’Ordine dei giornalisti dott. Carlo Verna, il quale ha esortato I giuristi a studiare possibili conseguenze applicative della Legge Mancino, posso affermare una connessione con quanto da me sostenuto nel precedente articolo, che la vostra. testata mi ha cordialmente concesso. Io sinceramente la vedo una forzatura argomentare una istigazione all’odio razziale il discorrere di contrasti ideologici fra c.d. Nord e c.d. Sud. Non so se il pregiudizio sul cosiddetto meridionalismo verrà spazzato via dalla crisi del “Covid19”, ma certamente io credo che il mondo della cultura, quella vera, dovrà interrogarsi seriamente sull’ardire di persone che hanno nelle loro mani delicate l’esercizio del diritto di cronaca, come ha dichiarato il Presidente dell’Ordine, ai sensi dell’art. 21 della Costituzione, negli effetti devastanti dei cosiddetti followers, degli emulatori.
Una stupidaggine episodica è umana, tollerabile, ci mancherebbe, ma, come sostenevo nel mio precedente articolo abusare della propria veemenza mediatica per affermare e\o persuadere altri di falsità ideologiche, culturali e sociali è molto grave. Sto leggendo attentamente la rassegna de Il Golfo e mi rendo conto che vi sono forti timori sulla ripresa, perplessità sulla vita produttiva e ricreativa dell’isola; i giudizi si alternano fra ottimismi ed allarmismi. Del resto sarà molto complesso stabilire quali zone rivierasche e quali lidi saranno compatibili con le alchemiche normative che bollono in pancia al “nostro” Governo. Non mi interessa discorrere di campanilismi, ma è notorio ai lettori che solo alcune spiagge si presterebbero all’ombrellone distanziato ed i prezzi potrebbero inevitabilmente lievitare. In questo contesto le parole della Dott.ssa Dalla Chiesa, che si fregia di avere un suo blog con una figura femminile medica che abbraccia lo stivale Italiano sul fondo della bandiera italiana si vanno ad inserire come una ciliegina sulla torta dell’ignoranza. Non mi permetto di tacciare l’Augusta giornalista di questo: assolutamente lungi da me. Ardisco soltanto affermare che è veramente giunta l’ora di levare gli scudi contro una certa disinformazione che mina le basi della convivenza civile e dell’amore dei popoli: la differenza fra Nord e Sud è soltanto una ricchezza incommensurabile, non una lotta invisibile fra lupi che si leccano le ferite a furia di morsi. Io sono orgoglioso di accogliere amici del Nord sulla mia isola, sottolineo mia, – per polemizzare con la Sig.ra Benini che sul Vs. blog online mi apostrofava come “villeggiante” inconsapevole dei problemi della comunità insulare, nel precedente articolo – e di conseguire sempre la medesima reazione: Ischia è meravigliosa, ci ritorneremo presto.
Ischia, come Capri e Procida e Sorrento e via discorrendo. Ricordo il dott. Luigi Catello, grosso imprenditore di infrastrutture marittime che mi narrava al tempo, testualmente : “avvocà, io sono stato in varie parti del mondo, ma posti belli come il Golfo di Napoli non esistono!” e me lo diceva durante un bagno ristoratore nella Baia di Cartaromana. I nostri sindaci isolani sono stati lungimiranti nelle tanto contestate ordinanze, revocate dal Prefetto, come insegna la cronaca, ma è affare di Stato: trarre da questo evento il pretesto per esortare i suoi amici lombardi a non venire a Ischia, poichè ci sono tanti altri posti belli in Italia, non solo è un gesto culturalmente molto scorretto, ma alimenta il fuoco immotivato degli “haters” che purtroppo sono abbondati sui vari social. Al di là di qualsiasi riflessione giuridica, come esortava il dott. Carlo Verna, io suggerirei di combattere questi fenomeni, che sono gravi non per il loro sterile contenuto, ma per le personalità che soffiano sul fuoco dell’ignoranza di lasciarli nell’oblio, nella indifferenza. Io sono orgoglioso di essere isolano e di accogliere all’imbarcadero i simpaticissimi lumbard che mi possono insegnare come apprezzare le grappe ed io spiegare la vinificazione sulle coltivazioni a “parracine” di greca memoria… e così all’infinito: non esiste Italia senza “Ischia paravise e giuventù” e “O mia bella Madunina”. Cara dott.ssa Dalla Chiesa mi appello alla saggezza del suo essere donna, in quanto tale più moderata e riflessiva della mente caotica di un uomo per fare una reprimenda alla sua affermazione ed una presa di distanza dalle parole gravissime del Direttore Feltri. Mi rendo conto che Ella avvertirà le mie parole come la puntura d’insetto sulla pancia di un gigante, ma come isolano e come padre di un bimbo piccolo avevo il dovere civico di non tacere. Ischia, forza: ne usciremo!
* AVVOCATO
Spazzatura….
Montanelli, interrogandosi sul grado culturale dei nostri giornalisti delineava una schiera di penne sicuramente meno incolte di tante altre, ma ciò deriva da un difetto e non da una virtù: la maggioranza dei giornalisti italiani quasi mai scinde la notizia dal proprio commento e ciò lo obbliga ad approfondire molti temi. Mi permetto di cominciare a dedurre che forse è travisato ormai il ruolo del “cronista” è si impone, grazie alla rete, la diffusione di opinioni e non di notizie. Chi commenta deve avere una preparazione strutturata rispetto al tema che tratta, invece molti si lasciano andare a squallide ed incongrue uscite che dipingono perfettamente la totale inadeguatezza di certe persone al “ragionare”.
Peggio però è l’ultrameridionalismo che forse anni di denigrazioni e luoghi comuni hanno generato. Terribile pensare che per ottenere facilmente migliaia di like basta offendere i meridionali. Probabilmente lil bisogno di sottolineare continuamente il proprio distacco dai luoghi comuni, quando basterebbe ignorarli, denota delle difficoltà che ancora ci separa dall’ essere, non più fieri della nostra meridionalità ma consapevoli della nostra realtà, fatta, come in tutto il mondo, di chiari e di scuri.
L’uso improprio del “concetto” nord/sud va punito in maniera seria, ma pene che vengano in primis dai lettori e non da apologizzazioni sterili e incatenanti.