IL COMMENTO Fare opposizione a Ischia

Si parla sempre di Sindaci, assessori, aspiranti Sindaci e poco, troppo poco, di minoranze consiliari. In molte sale e corridoi dei municipi isolani campeggiano le foto di tutti i sindaci che hanno governato (bene o male) dal dopoguerra ad oggi; mai che si riconoscesse pubblicamente un qualche merito, una qualche funzione positiva, di controllo di gestione, di stimolo, svolto storicamente da un oppositore. E questa cosa a me che, sono stato sempre all’opposizione, sia da giovane in veste di consigliere minoritario al Comune d’Ischia che, da anziano di ritorno da Bologna, dopo 30 anni di lavoro fuori dall’isola, a me questa sottovalutazione, questo ostracismo verso chi veste il ruolo di oppositore non va giù, mi provoca rigetto e rammarico. Potrei citare molti casi e personaggi di ischitani che, nel ruolo di minoranza, hanno saputo svolgere una funzione molto positiva per il proprio paese, ma mi limiterò a dire quali caratteristiche, a mio parere, deve avere un oppositore credibile agli occhi dell’opinione pubblica. Non senza aver prima ricordato l’attuale situazione, davvero rara, del Comune d’Ischia, di totale assenza di opposizione consiliare, talché siamo portati a registrare ogni piccola scossa interna alla “maggioranza padrona” come un segno di tellurica instabilità. E così si delineano e si prefigurano schieramenti contrapposti futuri, tra chi sponsorizza come Sindaco successore di Enzo Ferrandino, l’attuale Presidente del Consiglio Comunale, Gianluca Trani, e chi pensa all’avv.to Giampaolo Buono E tutto questo a prescindere da idee, programmi, indirizzi. In questo schiacciamento delle figure minoritarie, succede che qualche consigliere comunale di opposizione o anche aspirante consigliere, per farsi largo, per fare rumore mediatico, cerchi di trovare il maggiore spazio possibile nei mezzi di comunicazione locali (quotidiani o televisioni). Sarebbe giusto se non fosse l’occasione (quasi sempre) di sparare a zero sistematicamente su tutte le opzioni scelte dall’amministrazione in carica, a prescindere da una valutazione di merito di ciascun provvedimento. E’ credibile un oppositore che non riesce a trovare uno che è uno provvedimento giusto? A me pare di no. A meno che non si giudichi immorale, del tutto inadeguata la classe dirigente amministrativa. Cosa possibile, ma affinché ciò accada bisogna contrapporre al marcio una propria credibile personalità integerrima, competente e con idee alternative riformiste. Esistono queste condizioni? C’è una possibilità di vedere emergere una nuova classe dirigente alternativa, credibile, eticamente ineccepibile, intellettualmente adeguata alle nuove e complesse problematiche della società moderna?

Personalmente non ne vedo tracce significative. I giovani più preparati e dalle belle speranze sono generalmente lontani e distaccati dalla politica e dall’amministrazione pubblica, tranne rare eccezioni. E le eccezioni, trovando intorno a sé il vuoto, rinunciano a fare il passo avanti e lo fanno laterale. Avanti il prossimo! Allora ricominciamo daccapo: per essere credibili gli aspiranti candidati alternativi devono innanzi tutto mettere in conto che, quale esito elettorale, sarà difficile scalzare maggioranze consolidate sull’intreccio perverso di rapporti clientelari, familiari, di gruppi di pressione e di potere. Devono poi mettere in conto preventivamente di essere destinati a un ruolo di minoranza. Secondo: devono essere talmente capaci di valutare l’operato della maggioranza da saper scegliere ciò che è buono e ciò che no, nell’interesse della collettività. Devono avere il coraggio di votare qualche sì, quando ne ricorrono le condizioni. Devono avere il coraggio di evidenziare tutti gli abusi, i favoritismi, le ingiustizie, a prescindere se riguardino persone amiche o avverse, persone indifese o potenti. Il mestiere di oppositore è quasi sempre ingrato, regala poche soddisfazioni, rari ritorni morali e materiali. L’oppositore molte volte diventa inviso a chi ha convenienza nello status quo .L’oppositore si illude quando trova spazio e udienza nei mezzi di informazione (o in alcuni mezzi di informazione). Si illude che tale spazio lo riceve per la bontà delle proprie idee, e non si accorge che, oggi, funzione primaria della comunicazione ( anche qui ci sono le eccezioni) è quella di creare “notizie” sulla contrapposizione, sui “sì”e sui “no”, in una continuazione della logica binaria adottata da social ; caccia sì, caccia no, balneari contro bagnanti; sostenitori della limitazione della velocità contro fautori della velocità e libertà di movimenti; albergatori contro B&B, utenti del mare contro armatori; ammalati contro ospedali e medici ( fino a picchiarli). Sempre bianco o nero, senza grigi, senza contemperamenti e, dunque, senza politica, che è l’arte della mediazione, l’arte che ha come obiettivo non la “perfezione” (utopia) ma il miglioramento e il progresso. Del merito della questione, ai mezzi di informazione che vanno a caccia di contrapposizioni, non importa nulla; importa solo l’audience. Tutto questo non aiuta l’opposizione critica, selettiva, chirurgicamente riparatoria. La “propaganda”, maledetta propaganda politica che, nel solco di una società mercatistica, in cui non siamo più soggetti che scelgono bensì oggetti scelti, corrompe tutti. Non ci vuole solo una nuova classe dirigente, occorre anche chi si oppone sapendo opporsi, non per “ decostruire” ma per “ costruire”.

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