IL COMMENTO Fantascienza e realtà nell’assedio a Gaza
DI GIORGIO DI DIO
C’è un romanzo di fantascienza del 1968 intitolato “gli uomini nei muri” di William Tenn, la cui trama è affascinante.La Terra è stata conquistata da alieni, dotati di una tecnologia avanzatissima, e il genere umano ha trovato il modo di sopravvivere, con uno stratagemma particolare. Uomini e donne vivono come topi, nascosti in tanesotto la terra. Per gli alieni, il genere umano deve essere distrutto perché è fastidioso. È un parassita, da sterminare. Sulla Terra invasa da strapotenti, invincibili, torreggianti alieni, gli uomini si aggirano in un groviglio di cunicoli, condotti, gallerie; il loro stato normale è il terrore, il loro unico scopo è sopravvivere fino a poter sopraffare quelli che li attaccano. A ricordarmi questo libro è stato la guerra Israele- Palestina. La scintilla è stata provocata da Hamas e altri gruppi armati palestinesi che hanno scatenato un attacco terroristico uccidendo sommariamente civili israeliani, prendendo gli ostaggi adulti e bambini, lanciando indiscriminatamente razzi contro Israele.
Israele ha risposto con bombardamenti a tappeto che non hanno risparmiato ospedali, luoghi di culto, abitazioni private, campi profughi e con assedio totale di Gaza, lasciando l’intera popolazione civile senza acqua potabile, senza cibo sufficiente, senza luce, senza carburante, senza medicinali. Poi Israele è partita alla conquista della Palestina. Dotata di armi moderne e di un esercito espertissimo è decisa a chiudere la questione una volta per sempre con la distruzione dei nemici. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un discorso alla nazione ha dichiarato che questa guerra “sarà dura e lunga, sarà la nostra seconda guerra di indipendenza. Vogliamo restituire agli assassini quello che hanno fatto”. Ma Hamas ha previsto tutto. Sono anni che investe ingenti risorse per realizzare una ragnatela di tunnel e cunicoli sotterrane dove rifugiarsi e sfuggire agli israeliani. Una ragnatela di 500 chilometri. Tunnel scavati in profondità, rinforzati, che attraversano tutta la Palestina fino ai confini con l’Egitto. Nelle gallerie c’è tutto il necessario per sopravvivere. Ci sono linee telefoniche funzionanti e difficili da distruggere, c’è un sistema di areazione perfetto, ci sono stanze per riposarsi, depositi di armi, magazzini con le scorte alimentari.
Ci sono piccoli pronto-soccorso con strumentazioni mediche per operare i feriti.
CI sono gallerie che sono delle vere e proprie strade per far passare i mezzi pesanti.
L’avanzata di Israele sembra facile. Sono rapidi, penetrano nel territorio palestinese, conquistano case su case.Ma se Israele vuole vincere deve andare a combattere lì sotto, deve penetrare in quella ragnatela di tunnel sotterranei dove gli uomini di Hamas possono tranquillamente vivere. Hanno riserve alimentari, hanno armi.
È una guerra questa molto difficile la cui fine è incalcolabile. È certo che durerà a lungo. E le perdite dall’una e dall’altra parte saranno enormi. Per non parlare degli ostaggi in mano ad Hamas che non si sa che fine faranno. Come ne “Gli uomini nei muri” quelle gallerie sono diventate una città sotterranea, con enormi scorte di carburante, gasolio, generatori che producono energia elettrica che pompa acqua e fa funzionare gli impianti di areazione. Alla fine, gli israeliani forse vinceranno, ma con enormi difficoltà, costretti a rinunciare alle loro armi sofisticate per combattere una guerriglia cui non sono preparaticontro avversari che conoscono le gallerie come le loro tasche, e possono combattere a modo loro con imboscate, attentati a sorpresa, possono uccidere e scappare velocemente. E ancor prima di scendere nel sottosuolo gli israeliani dovranno trovare le entrate dei tunnel che sono nascoste bene e nei posti più difficili da trovare col rischio di essere attaccati a loro volta dagli uomini di Hamas, che si spostano velocemente attraverso le gallerie e salgono in superfice in qualsiasi momento e in qualsiasi posto.
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E pur vero che l’avanzata è veloce e che Israele ha già conquistato 130 tunnel. Ma la ragnatela di tunnel è talmente grande che ci vorrà una vita per conquistarli tutti.
Contrariamente al libro, gli uomini che stanno nei muri sono loro gli invasori perché sono loro che per primi hanno attaccato Israele. Israele ha risposto talmente ferocemente creando imbarazzo negli stati uniti e nell’Europa che, pur riconoscendo a Israele il diritto di difendersi, non vogliono una carneficina, soprattutto non vogliono la morte di migliaia di bambini. L’autore de “Gli uomini nei muri” lancia un messaggio. L’invasione degli alieni e la conseguente caduta dell’uomo è una sorta di giustizia cosmica cha ha voluto punire la crudeltà e la giustizia del genere umano. Infatti, se è giusto quello che l’uomo fa ai suoi simili, agli animali, alla natura, allora è giusto quello che gli alieni fanno all’uomo. Però lascia anche una speranza. Gli uomini, la cui ingegnosità non ha fine, riescono a costruire un’astronave e a raggiungere un altro pianeta con condizioni di vita simili alla terra.
Questa è la fantascienza. La realtà è che né Israele né al Palestina potranno mai andare da nessuna parte.Le conseguenze di questo conflitto dopo che sarà finito, sono incalcolabili e non si riesce neanche a immaginare lo scenario politico e macroeconomico del dopo guerra.
Le vittime si conteranno a decine di migliaia, le città distrutte, le popolazioni alla fame, le sofferenze indimenticabili. No, non ci sarà un nuovo pianeta per gli uomini nei muri. Ci sarà sempre lo stesso pianeta con l’eterna, incancellabile, incapacità degli esseri umani a vivere in pace.