IL COMMENTO Esiste sempre una via d’uscita dalla violenza

DI CARMEN CRISCUOLO

L’episodio accaduto qualche giorno fa sulla nostra isola, che ha visto protagonista un uomo picchiare brutalmente a sangue la giovane moglie, dimostra ancora una volta che la violenza contro le donne è una piaga sempre aperta e che nonostante i passi in avanti fatti in ambito legislativo e sociale c’è ancora molto da lavorare. Lo dicono le cronache nazionali, i dati che ci vengono forniti e che parlano di un fenomeno che non accenna a diminuire. Gli stessi femminicidi sono in crescita rispetto agli anni precedenti e l’80 per cento di questi avviene tra le mura domestiche. Per non parlare dei maltrattamenti, delle vessazioni, delle violenze fisiche e morali che le donne subiscono dal loro partner e che molto spesso vengono taciute e non denunciate. E’ il caso, ad esempio, del nuovo episodio che ha colpito la nostra comunità, dove la giovanissima moglie pare subisse da anni violenza dal bruto e solo l’intervento del vicino ha fatto venire a galla e posto fine alla terribile escalation di aggressioni. E magari ha evitato che ci potesse essere un tragico epilogo, come purtroppo molto spesso avviene.

Il punto è tutto qua: le donne vittime di violenza nella maggioranza dei casi non hanno, o stentano a trovarlo, il coraggio di denunciare il carnefice, di chiedere aiuto. E dovremmo interrogarci sul perché. Non è facile trovare un filo conduttore unico tra le diverse situazioni che rientrano nella definizione di violenza di genere, che si verifica indipendentemente da fattori economici, famigliari, sociali, di età, e forse è proprio per questo che diventa difficile da combattere. E’ evidente che la violenza sulle donne sia un fenomeno trasversale. Ma è altrettanto evidente che occorra una tutela preventiva e “protettiva” di tipo culturale e sociale. Perché da sole le norme e l’azione giudiziaria non bastano o non sono sufficientemente adeguate. Come ho avuto già modo di dire, io credo che esista sempre una via di uscita dalla violenza. Questo è il messaggio forte e positivo che voglio comunicare. Bisogna mettere le donne nelle condizioni di valorizzare la loro forza e le loro risorse. Come? Il primo passo è che ognuno degli attori sociali deve fare la propria parte: dalla famiglia, alla scuola, alle istituzioni. Sensibilizzando costantemente ed in ogni modo l’opinione pubblica, facendo arrivare forte e chiaro il messaggio a chi è in difficoltà, a chi subisce violenza.

Non è semplice per una donna che si trova in una situazione del genere chiedere aiuto, ma bisogna sapere che si può essere sostenute da operatrici e professioniste e insieme si può trovare la strada verso l’autonomia, lontano dalla violenza. I centri antiviolenza sono nati per questo. Uno di questi opera ad Ischia da tempo e di recente lo abbiamo potenziato, ridandogli nuova linfa con attività di sensibilizzazione e promuovendo un progetto che coinvolge le scuole.

L’informazione e la sensibilizzazione dei giovani è fondamentale affinché in futuro sia chiaro a tutti che è fondamentale il rispetto di sé, dell’altro e della differenza, e che i rapporti nella coppia possano essere diversi, liberi da stereotipi e pregiudizi, che sono alla base della violenza. La strada da seguire è questa.

* AVVOCATO E CONSIGLIERE COMUNALE DI ISCHIA

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