Il 27 prossimo si è celebrata la giornata del ricordo della Shoah. Sono passati settantasette anni da quel giorno di gennaio del ‘ 45 in cui le truppe russe entrarono nel campo di Auschitz. Questi soldati, che sicuramente non erano dei teneri, tanto è vero che Primo Levi li definisce “miti in pace e atroci in guerra”, rimasero allibiti di fronte a quelle orde di fantasmi diafani che si aggiravano istupiditi nella neve del campo. Il tempo è passato, ma certe cose non si possono dimenticare. Non si può dimenticare quanto degli uomini sono stati capaci di fare ad altri uomini. Ma poi questi fabbricanti di male e di morte possono ancora essere considerati uomini? Mi sono sempre chiesto come si possa programmare con razionalità condita di un substrato filosofico la morte di milioni di esseri umani. Eppure ciò è stato fatto. Immaginate una schiera di uomini intelligenti, anche colti, militari e politici di grado elevato, seduti attorno ad un tavolo e deliberare la “soluzione finale”, vale a dire l’uccisione milioni di uomini. E questo è stato fatto nella conferenza di Wansee. E dire che erano tutti uomini per bene, che ascoltavano Mozart e Beethoven, che avevano figli piccoli a casa con i quali avrebbero giocato.
Così, in piena tranquillità e con animo libero, dopo aver deciso di ammazzare più gente possibile e nella maniera più rapida concepibile. Una persona normale pensa che ciò non si può fare. Eppure è stato fatto! In fondo il “male è una cosa banale”, come ha scritto qualcuno. E a noi, oggi, cosa rimane di quella tragedia? Poco o nulla! Perchè non ci vogliamo pensare, ci dà fastidio solo l’idea della Shoah. E questo modo di pensare è la migliore premessa perché quell’atrocità cosmica si possa ripetere. Un uomo, un solo uomo, Adolf Hitler, è responsabile della tragedia: voleva un’Europa “Juden free” ed allora avrà pensato nella sua lucida follia: ammazziamoli tutti! Ma è solo lui il responsabile della Shoah o ci sono anche altri? Ed il popolo tedesco cosa sapeva di quanto stava accadendo agli Ebrei? Forse Hitler è stato colui che ha affrontato il problema giudaico con rigore scientifico, “alla tedesca” potremmo dire, ma anche altri e ancora prima si sono accaniti contro gli Ebrei. La Chiesa, ad esempio. E’ solo da pochi anni che è stata tolta dalla liturgia del Venerdì Santo l’espressione “perfidi Giudei”. Sono secoli che vengono questi ritenuti responsabili della morte di Cristo. Chi non ricorda la frase di Alberto Sordi, “marchese del Grillo” quando deve trovare una scusa per non pagare ‘ebanista Aronne che gli ha fatto un lavoro? “Tu sei giudio e io posso essere ancora incazzato perché i tuoi antenati hanno costruito la croce su cui hanno crocefisso Gesù? Perciò non ti pago!” Molti elementi della mia famiglia, dopo la prima guerra mondiale, emigrarono in America. Con il tempo si adattarono perfettamente al nuovo paese. Un mio zio, all’epoca molto giovane, si fidanzò con una ragazza americana. Un altro parente scrisse a mia nonna a Procida che la ragazza era una brava ragazza ed aveva anche una buona “Jobba”, ma aveva un difetto: era giudea! Mi raccontava mia madre che la nonna per poco non le prese un colpo e andava girando per casa con le pezze in fronte dicendo: “Vire c’avevo veré, na giudea a la casa mia!”. Questo è il vero pericolo: l’antisemitismo sotterraneo e strisciante. Dice bene Primo Levi: “Meditate che questo è stato!”