IL COMMENTO Che sia un Natale di ripartenza e solidarietà
DI MARCO BOTTIGLIERI
Dopo la tragedia di Ischia, paura e molta incertezza sul futuro della nostra isola.
“Il dolore non si può togliere ma si può sopportare insieme”. Il cardinale Konrad Krajewski, inviato dal Papa ad Ischia dopo la frana che ha spazzato via la vita di 12 persone, offre questo pensiero dopo la visita ad alcune famiglie colpite dal lutto.
Rabbia e dolore per quanto accaduto, anche perché queste immagini ci riportano periodicamente alla fragilità del territorio che da tempo vengono denunciate. Il nostro territorio è una perla del Mediterraneo ma ha delle criticità che sono evidenti. Oggi parliamo del rischio idrogeologico, in passato si è parlato e in futuro si parlerà del rischio sismico e periodicamente facciamo i conti con un paese che non riesce a fare della prevenzione un punto direi culturale e poi in realtà operativo. Tante volte si è parlato della possibilità e soprattutto della necessità di utilizzare i tanti fondi europei e governativi che negli anni sono stati stanziati per la messa in sicurezza dei nostri fragili territori, ma mai utilizzati. Fondi mai o poco utilizzati per vari motivi, da ricercare nella lungaggine burocratica, nella incapacità degli uffici tecnici preposti di redigere progetti idonei, ma soprattutto nella poca propensione da parte delle sei amministrazioni di sviluppare progetti condivisi. Abbiamo visto già tante volte che il problema su un singolo comune dell’isola diventa il problema di tutti, quindi è stupido non pensare ad Ischia come un’unica realtà.
Le 12 vittime e le tante famiglie che non hanno ancora certezze di rientrare a breve nelle proprie case, impongono un momento di silenzio e di riflessione che non può, evidentemente, conciliarsi con un clima di gioia e di festa come l’accensione delle luminarie e gli addobbi natalizi. Le amministrazioni comunali isolane e tanti singoli imprenditori hanno in questo momento il difficile e triste compito di immaginare di creare una atmosfera meno triste di quella che attualmente si respira, per la tragedia che ha colpito tutta la nostra comunità. Dobbiamo farlo anche, ma soprattutto, per i tanti ragazzi e bambini a cui questo sfortunato momento storico (vedi terremoto, pandemia, guerra e ora alluvione) ha tolto molte certezze e creato disagi, ansie e paure, e che potrebbero aver bisogno di cure e supporto aggiuntivi , e che necessitano di essere affrontate da medici specialisti. Un segnale per i bambini, ma che non tolga risorse alle famiglie disagiate e bisognose. Che sia il Natale della ripartenza e della solidarietà.