IL CANTIERE DIVENTA UNA DISCARICA DI AMIANTO
In un’area post frana ignoti hanno incredibilmente scaricato diversi metri cubi di eternit, ridotto in frantumi: è successo a Cava Scialicco tra Lacco Ameno e Forio. La zona era raggiungibile solo da chi lo conosce a menadito, sul posto la polizia municipale di Forio per i rilievi del caso. E adesso…
Cantiere post frana trasformato in discarica abusiva, deposito di materiale inquinate ed altamente pericoloso tipo eternit: intervento dei vigili urbani di Forio. Sul caso al termine delle formalità di rito potrebbe essere notiziato anche il Corpo Speciale dei Carabinieri Forestali. Lo scarico di diversi metri cubi di scarto di materiale contenete amianto, verosimilmente derivanti dai resti di una tettoia di copertura, ridotto in frantumi è stato depositato da ignoti sull’area demaniale della cava Scialicco tra Lacco Ameno e Forio, dove sono aperti i cantieri per la messa in sicurezza post-frana e dove sono in corso i lavori per la rimozione del fango e la riconfigurazione dell’alveo che corre lungo i versanti della montagna di Crateca a confine tra i due comuni isolani. Ente attuatore la Struttura Commissariale diretta dall’On. Giovanni Legnini e impresa Esecutrice la Castiglione Srl. Lunedì al rientro nelle zone di intervento l’amara scoperta da parte della ditta esecutrice dei lavori che ha rinvenuto il materiale lungo il percorso, adibito da ignoti a discarica abusiva di rifiuti un’area demaniale, per di più oggetto di importanti interventi a salvaguardia della pubblica e privata incolumità, dopo l’emergenza idrogeologica apertasi all’indomani dei noti fatti del 26 novembre 2022. Durante la perlustrazione alla strada d’accesso del cantiere è stata notata la presenza dell’enorme mole di rifiuti speciali altamente inquinanti, che, con il passare del tempo e l’esposizione agli agenti atmosferici, avrebbe potuto contaminare il suolo e le falde sotterranee, con notevoli rischi per l’ambiente. Da qui la richiesta di intervento alle autorità competenti per le constatazioni di rito. L’area individuata è stata delimitata ed interdetta al termine dei sopraluoghi tenutisi nella stessa giornata di lunedì con gli agenti della Polizia Municipale di Forio e la direzione lavori. Questo in attesa delle prossime e crediamo imminenti deduzioni.
Tecnicamente, infatti, solo nel momento in cui sarà formalizzata la denuncia sui fatti di reato in quel di Cava Scialicco, ufficialmente il Commissario delegato Legnini potrebbe emettere specifico provvedimento, una ordinanza per la sospensione momentanea dei lavori al fine del ripristino con individuazione della ditta e lo smaltimento successivo del materiale inquinate depositato. Come dicevamo, eternit, verosimilmente derivati dai resti di una tettoia di copertura. Questa potrebbe essere la procedura seguita in termini burocratici ed amministrativi, ferme restanti le indagini che dovranno essere condotte contestualmente dall’AG per comprendere l’accaduto e soprattutto individuare, o almeno tentare di farlo, i responsabili. Dopo l’acquisizione delle prime sommarie informazioni e l’avvio dell’attività investigativa, servirà un miracolo (la realtà è questa alle nostre latitudini) per risalire agli autori dell’ennesimo scempio. Una vergogna pubblica manifesta al punto da divenire indecente dopo tutto ciò che è accaduto. In ogni caso dopo la relazione tecniche sui fatti ed il disbrigo pratiche amministrative saranno stabilite le modalità e le tempistiche dell’eventuale intervento degli enti preposti. I responsabili, se individuati, potrebbero dover rispondere dei reati di abbandono incontrollato di rifiuti pericolosi e di attività di discarica non controllata e non autorizzata. Aggravata anche dalla scelleratezza, consentiteci, dell’intralcio alle attività emergenziali in corso, con l’abbandono e smaltimento illecito di rifiuti. Un fenomeno che non si riesce a contrastare. I responsabili dell’illecito potrebbero essere deferiti all’autorità giudiziaria. L’area trasformata in una vera e propria discarica abusiva è stata al momento chiusa al transito anche al fine di evitare la prosecuzione del reato di discarica abusiva. I materiali potrebbero provenire da un cantiere edile privato.
Ipotizzabili violazioni alla normativa ambientale che potrebbero essere riconducibili, si tratta ovviamente di una prima ricostruzione non ufficiale dell’accaduto, oltre alla non corretta gestione dei rifiuti speciali e pericolosi prodotti durante le attività di cantiere, con il deposito incontrollato di rifiuti, derivanti da attività eseguita in occasione di lavori di ordinaria e straordinaria manutenzione e ammodernamento svolti all’interno di un cantiere non lontano dalla zona di scarico abusivo dello Scialicco. Il deposito è avvenuto in quota, in una zona impervia, difficilmente raggiungibile a meno che non si fosse profondi conoscitori della zona. Le attività investigative sono appena iniziate e dovranno necessariamente passare attraverso lo svolgimento di investigazioni di natura tecnica e documentale per consentire di accertare chi, come e secondo quali modalità abbia potuto una discarica non autorizzata in un cantiere dell’emergenza frana Ischia. Al momento chi siano gli autori dello scellerato deposito resta un mistero. Altri sopraluoghi sono previsti e finalizzati alla prevenzione e alla repressione di violazioni in materia di polizia demaniale e ambientale sul territorio. Non bastano neppure le tragedie ad Ischia, i morti, quale deterrente per taluni comportamenti sconsiderati.
Non è la prima volta che accade in questo periodo di attività legate al Piano degli Interventi Urgenti. E’ successo anche in altre aree di intervento “post frana Ischia” come il Gradone al Celario, le cave di Piazza dei Bagni, il Cantiere Sma intessuto nel Pio Monte sul litorale di Casamicciola dove erano stati depositati, da ignoti, materiali da risulta e sfratto di attività edilizie in corso in alcuni siti in fase di ricostruzione post sisma. Ignoti avevano prelevato il materiale dai cantieri edili cercando di occultarlo tra gli scarti di terre e rocce rimosse dai canali e depositate nelle aree di stoccaggio.
Il deposito sconsiderato e la corsa a scaricare materiali da risulta così come ad accaparrarsi materiale da riciclo derivanti dalla frana quali legna e rocce sta generando mostri, un fenomeno al limite dell’accattonaggio, al pari dello scarico abusivo di rifiuti pericolosi, che ha già costretto a cambiare diverse volte le modalità di gestione dei siti di stoccaggio passati dal Gradone al Pio Monte ed ora destinati al Fondo D’Oglio del Monte Rotaro dove è stato stabilito lo stoccaggio del materiale ligneo che qualsiasi cittadino può prelevare presentando apposita domanda purché il materiale non sia destinata alla vendita ed al commercio.